Rabbia e pianto

Buon giorno,
Vorrei chiedere un vostro parere. È un periodo un po' stressante sotto vari aspetti e queste vacanze non sono state del tutto serene come mi aspettavo. Ora devo preparare due esami e mi capita di scattare spesso, avere spesso mal di testa e la sensazione di provare tantissima rabbia per la situazione in cui mi trovo ma anche nei confronti delle persone. Di notte dormo ma il mattino mi alzo con difficolta', sono sensibilissima ai rumori e basta poco per perdere la concentrazione. Ho avuto delle crisi d'ansia, l'ansia si è ridotta adesso. Sto assumendo degli integratori e cerco di fare lunghe passeggiate appena posso, qualche beneficio l'ho avuto ma non molto. Sto pensando di tornare dalla psicologa con la quale ho fatto dei colloqui e avevo avuto dei buoni risultati perché mi sembra di essere regredita sotto tanti fronti.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
È una rabbia dovuta a cosa, riesce a determinarlo? Ad esempio, per sentirsi in situazione svantaggiata rispetto alle altre persone? O più perché sente di non riuscire a perseguire i suoi obiettivi (ad es. gli esami) nel modo in cui vorrebbe?

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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www.giuseppesantonocito.com

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Utente
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Un po' perché vedo che faccio fatica ad arrivare dove vorrei e anche perché in famiglia non vengo capita, in particolare da mia madre che mi dice di mollare.
Verso una mia amica che oltre a non esserci ultimamente non credo mi consideri alla sua altezza. Credo siano tante cose tutte insieme a farmi sentire così.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Leggo che in passato era (o è tutt'ora) in cura psichiatrica e che stava valutando di rivolgersi a uno psicoterapeuta, cosa che le avevamo suggerito anche noi. È poi riuscita a farlo?
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Utente
Utente
Non sono mai stata in cura psichiatrica, ho fatto dei colloqui con una psicologa-psicoterapeuta all'ASL che però mi ha detto che non riesce a tenermi per numero elevato di accessi in terapia con lei. In questo ultimo anno sono stata bene e avevo smesso i farmaci a gennaio senza particolari ricadute. A seguito di diversi eventi stressanti ho cominciato ad avere crisi d_'ansia e di pianto con difficolta' a dormire. Ora non ho grossi problemi con il sonno e l'ansia si e ridotta notevolmente. Il momento non è molto favorevole e vorrei evitare di chiedere ai miei genitori un aiuto economico. Inoltre avevo chiesto loro di provare con una terapia familiare e mia madre non è d'accordo. Spero di essere riuscita a fornire un quadro migliore.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Stava assumendo farmaci o ho letto male? Intendevo quello per cura psichiatrica.

Nelle Asl, purtroppo non sempre sono in grado di sopperire al carico di richieste ricevute, è vero. È vero anche che il momento non è favorevole, ma può interpellare vari tipi di professionisti e confrontate tariffe e frequenza delle sedute per farsi un'idea se esiste un percorso alla sua portata economica. Ci sono varie possibilità, ma occorre prendersi la briga di andarle a cercare. Ad esempio, alcune forme di terapia prevedono sedute quindicinali, anche se nel suo caso è probabile che almeno all'inizio sia indicata una frequenza settimanale. Ma in alcuni approcci la frequenza può allungarsi una volta che iniziano a verificarsi i primi miglioramenti.

Legga qui per farsi un'idea:

https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html

Quanto alla modalità di terapia, ritengo che sia più indicato un percorso di tipo individuale che familiare. Se lei ha 37 anni, è una donna adulta, che si presume debba essere in grado di vivere una vita serena ed equilibrata a prescindere da ciò che garba o meno alla madre. Se è così dipendente da sua madre, in sostanza, deve imparare a emanciparsi da tale dipendenza, non portare la mamma in terapia sperando che cambi lei.
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Utente
Utente
Gentile dott.Santonocito,
Sì ho assunto Eutimil in dose massima di 25mg scalata in accordo con il medico di medicina generale, non ho mai fatto una visita psichiatrica.
Ha ragione che devo voler cercare io, non l'ho escluso del tutto solo che avevo notato molti miglioramenti e avevo accantonato questa possibilita', a distanza di tempo ammetto che e' stato un errore.L'idea della terapia familiare è venuta perché purtroppo ho delle serie difficoltà a dialogare con mia madre e credevo che un aiuto esterno avrebbe potuto facilitare questo scambio. Invece forse sbaglio a cercare un dialogo visto che ogni volta sfocia in vere e proprie discussioni e litigi.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Il punto è che il cordone ombelicale con i genitori a un certo punto va spezzato. E lei è ben oltre l'età media in cui ciò di solito avviene. Quindi va bene ricercare l'armonia familiare, ma un errore in cui si cade troppo spesso in questi casi è quello di voler cambiare i genitori, di renderli più comprensivi, meno critici, meno sprezzanti, più amorevoli. Glielo dico senza giri di parole: se lo scordi. Impari finalmente a bastare a se stessa e a non aver bisogno dell'approvazione della mamma o di chicchessia per vivere bene. Ma per farlo, ovviamente, è necessario un aiuto esterno.
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Utente
Utente
Grazie dottore. Mi auguro davvero che arrivi ad un punto di sicurezza definitivo. Ero giunta ad un buon punto e sono tornata indietro. Forse devo proprio lavorare su questo.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Gentile Signora,

Vorrei solo aggiungere che la sua rabbia può, tendenzialmente, esprimere il fatto di non sentirsi vista ne' considerata da questa famiglia.


L'aspetto farmacologico demandato, essenzialmente, alla figura dello Psichiatra.


Potrebbe rivolgersi al CSM della sua città, dove avere la possibilità di confrontarsi sia con lo Psichiatra di riferimento che con uno Psicoterapeuta.

Nel frattempo noi siamo in ascolto!



Non demorda, coraggio.... Si attivi!


Un augurio,

di cuore.
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Utente
Utente
Gentile dottoressa, sì, le ho tentate tutte ma non c'è stato molto riscontro, per non dire nullo. E ci sto soffrendo molto perche' mi sembra che su molti fronti mi sono anche presa le mie responsabilita' di adulta. Mi sembra tutto inutile, per loro parlare è una perdita di tempo e mi guardano come se stessi dicendo una marea di assurdità. La rabbia viene anche da lì, ha interpretato bene.
È con la psicoterapeuta del CSM che ho fatto i colloqui, non ha reputato credo necessario farmi parlare con uno psichiatria, a suo tempo le chiesi appunto anche questo. Per questo ora non so se ritornare da lei o svegliarmi da sola uno psicoterapeuta privato.
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Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo attivo dal 2014 al 2015
Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo
Dipende da Lei...

Da come è andato il percorso e se sono stati raggiunti gli obiettivi... innanzitutto come si è sentita in quella relazione.


Si ascolti e ascolti, anche, i suoi bisogni di adesso.


Un caro saluto
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dopo
Utente
Utente
Buon giorno,
non so se sia fattibile riaprire il consulto qui.
Ho letto l'articolo sui dubbi sull'efficacia della psicoterapia. Ho seguito infatti il Vostro consiglio e ho da poco intrapreso un percorso di tipo psicoterapeutico. Sono stati solo tre incontri e io sono molto confusa. La sensazione è quella di continuare a scavare nel mio vissuto personale e di non arrivare a nulla. Le crisi di pianto, il risveglio anticipato e la mancanza di concentrazione sono sempre presenti, non credo di essere migliorata. So che è presto, la terapeuta mi ha chiesto se me la sento di fare un altro colloquio di valutazione della situazione. Comprendo la sua necessità ma continuo a nutrire molti dubbi sul percorso che sto facendo. Volevo chiederVi se questo è normale.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Dipende. Sa qual è l'orientamento teorico della terapeuta? Che tipo di lavoro state facendo? Siete ancora in fase di valutazione, a quanto dice, quindi non ha ricevuto nessuna istruzione concreta o spunto di riflessione importante su cui lavorare?

Se dopo tre sedute si sente più confusa di prima, questo è un segno da tener presente. E dovrebbe parlare per prima cosa di questa sua sensazione con la stessa terapeuta.
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dopo
Utente
Utente
L'orientamento è psicanalitico. E' emerso un aspetto problematico legato al rapporto con mia madre e dall'ultimo colloquio a detta della terapeuta una difficoltà comunicativa che si rispecchierebbe nei rapporti interpersonali legati agli episodi emersi dal mio racconto nei colloqui avuti finora. Ed è proprio quest'ultimo aspetto che mi rende perplessa, forse perché non ne sono completamente consapevole.
In ogni caso no, io non sono stata "portata" a lavorare su nulla e non capisco se sia troppo presto o se sia un blocco che secondo la terapeuta io non riesca a superare.
In ogni caso mi sono state poste molte poche domande e non capisco se sia possibile intraprendere o meno un percorso che mi porti beneficio.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Da un punto di vista strategico (uno psicoanalista la penserà in modo diverso) conta più come agire nel presente piuttosto che fare ricerche sul passato. Poco importa se i suoi scatti di rabbia sono stati "causati" dal rapporto difficile con la madre, perché ciò non offre in ogni caso indicazioni su cosa fare, oggi, in modo diverso.

Come avrà capito esistono notevoli differenze nei modi di impostare una psicoterapia, a seconda dell'approccio retrostante. Perciò se lei non si sente di affrontare un percorso psicoanalitico, dove riceverà probabilmente poche domande e ancor meno indicazioni su cosa fare, può farlo presente alla terapeuta e cambiare terapia.

Oppure può continuare, lasciando che l'attuale terapia - o il tempo - si prendano cura di farla cambiare. Tutte le terapie possono essere efficaci, ma alcune sono più efficienti, cioè richiedono meno tempo e meno dispendio di risorse per sbloccare la situazione problematica. Almeno per molti comuni disturbi psicologici.
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Utente
Utente
Sì, non dico infatti che non sia servito ma che mi rendo conto che non riesco a proseguire la mia vita di tutti i giorni con la serenità che vorrei. Spesso sono lì a scavare nel mio passato alla ricerca di spiegazioni e mi sembra che non mi serva a nulla. Proverò comunque a parlarne con la terapeuta.
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Utente
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Salve,
riscrivo dopo qualche tempo. Ho portato avanti il mio percorso con la prima terapeuta di cui avevo parlato. A giugno sono poi partita per lavorare un mese all'estero,sono stata messa in guardia dalla terapeuta sul fatto che avrei voluto probabilmente delle difficoltà in questa mia esperienza. Così è stato infatti, ne ho potuto parlare poco con lei perché considerati i miei spostamenti e la sua assenza per ferie il tempo effettivo è stato poco. Mi sembra di essere regredita e, per quanto io cerchi di modificare determinati atteggiamenti consolidati mi capita di ricaderci spesso. Mi rendo conto sì di essere consapevole di questi miei tratti di personalità ma di non riuscire ad essere incisiva nel cambiamento e non capisco se mi manchi la capacità operativa o se io debba essere guidata diversamente. Sono piuttosto demoralizzata, spero in qualche vostra riflessione.
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