Attacchi d'ansia continui

Salve, sono una ragazza di 18 anni. Da ormai quasi due anni convivo con un problema che minaccia di rovinare quelli che dovrebbero essere gli anni più belli della vita di una persona, o almeno così si dice. Sono sempre stata una ragazza abbastanza ansiosa, fin da piccola.. Ma da due anni a questa parte la cosa è diventata insostenibile. Il mio problema è quello di non sapere qual è il mio problema. E' cominciato tutto una sera, ero a cena con delle amiche ad un ristorante cinese. Assaggiando un piatto poco gradito ho cominciato ad avere vampate di calore e giramenti di testa, accompagnati da una grande nausea.. E sono corsa in bagno a dare di stomaco. Li con me c'era una mia amica, che poverina non sapeva come comportarsi. La vergogna che ho provato non è quantificabile. Fatto sta che da li ho cominciato ad evitare le cene fuori, i pranzi, le colazioni. Ogni volta che provo a mangiare un boccone fuori da casa, con i miei amici o con sconosciuti attorno mi si chiudono gola e stomaco, ed il cibo non va ne su ne giù. La cosa più brutta è che quando mi trovo in queste situazioni, con la nausea che mi fa perdere il senno, divento aggressiva, e respingo ogni offerta di aiuto. Le ho pensate tutte, ho creduto persino di avere disturbi col cibo.. Ma quando mangio a casa o a scuola non ho problemi, anzi.. Il problema si presenta sempre la sera, a volte esco senza cenare per paura di sentirmi male.. O, ancor peggio, se devo mangiare fuori.. Comincio ad inventare scuse anche stupide per evitare qualsiasi tipo di cena fuori.. Davvero non so più che fare, ne cosa pensare.. Vorrei solamente riuscire a capire da dove iniziare per uscirne, perché non intendo vivere oltre in questa gabbia .. Grazie mille in anticipo per il tempo dedicatomi e per eventuali risposte.
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Dr. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta 4.6k 51
>>Vorrei solamente riuscire a capire da dove iniziare per uscirne, perché non intendo vivere oltre in questa gabbia ..<<
sono già due anni che non riesce a far fronte al suo disagio, forse è necessario rivolgersi di persona ad un Collega.
Ci aveva già pensato?

Quel singolo evento probabilmente ha innescato un meccanismo di evitamento di tipo fobico, proprio per evitare di sperimentare nuovamente quell'esperienza.





Dott. Giuseppe Del Signore Psicologo, Psicoterapeuta
Specialista in Psicoterapia Psicodinamica
www.psicologoaviterbo.it

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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza,

per evitare di rovinarsi la vita e tutte le occasioni sociali che è giusto che tu faccia, non solo alla tua età ma per tutta la vita (cena tra amici, che sono occasioni gradevole e non da evitare per qualche timore...), io consiglierei, come ha già fatto il Collega, una valutazione psicologica.

Il problema, sebbene sia diventato invalidante, sembrerebbe più semplice di quanto pensi, perché è molto probabile che -a partire dal primo episodio di nausea e vomito al ristorante cinese- tu sia entrata in un meccanismo di evitamento che in realtà non fa altro che alimentare e peggiorare il problema!

Tu scrivi: "La vergogna che ho provato non è quantificabile. Fatto sta che da li ho cominciato ad evitare le cene fuori, i pranzi, le colazioni."

Ti sei vergognata perché stavi male? Perché hai vomitato? Io rifletterei su questo...
Quando tu vedi qualcuno che sta male, magari è in bagno a vomitare, che cosa fai? Presti aiuto con sollecitudine, oppure ti aspetti che chi sta male si stia VERGOGNANDO?

Ragionerei su questo, anche perché tu aggiungi: "...con la nausea che mi fa perdere il senno, divento aggressiva, e respingo ogni offerta di aiuto."
Piuttosto, non solo evitare non va bene, ma neppure non chiedere aiuto o rifiutarlo.

Ma di tutto ciò è bene parlarne con lo psicologo psicoterapeuta, perché le soluzioni ci sono e sono anche piuttosto semplici per spezzare questi automatismi.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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