Problemi di relazione con mio padre

Gentile Lettore, cercherò di essere il più breve e chiaro possibile. Ho 24 anni, sto per finire l'università (sono al V anno di giurisprudenza e mi mancano 4 esami alla laurea) e con un problema: non capisco cosa fare con i miei genitori, con mio padre in particolare. La situazione è la seguente: a causa di alcuni problemi di vario genere nell'azienda di famiglia di mio papà (in cui io non ho mai lavorato), da pochi mesi abbiamo deciso di trasferirci all'estero per aprire un'attività (bar/gelateria). Ammetto che sono impaurito perchè da un lato sarebbe un'esperienza completamente nuova, dall'altro stimolante, anche perchè non so esattamente quale lavoro voglia fare nella vita (per mantenermi parte degli studi, ho fatto il cameriere nel weekend e, nel periodo dicembre 2014-gennaio 2015 il commesso di abbigliamento full time), quindi sono potenzialmente aperto a nuove esperienze. Il problema è questo: già da due anni programmiamo in famiglia l'espatrio, ma per un motivo o per l'altro, abbiamo sempre dovuto lasciar perdere, mentre questa volta sembra la volta buona. Il fatto è però che io sono spaventato perchè non ho un gran bel rapporto con mio padre: siamo su due lunghezze d'onda differenti sotto tanti punti di vista. Lui non ha mai fatto l'università (come nemmeno mia madre e mio fratello) e non sono sicuro abbia mai capito le dinamiche di essa (ho posticipato un esame che avrei voluto sostenere ad aprile, e la cosa mi è stata leggermente "rinfacciata" in seguito ad una discussione di altro rilievo), non andiamo d'accordo in generale forse per via dei nostri caratteri un po' "musoni". A volte ci parlo e ne sono contento, gli voglio bene, sia chiaro, così come al resto della famiglia, ma a volte lo sento tanto distante e io, di risposta, mi allontano (per esempio, rimango quasi muto a tavola durante i pasti). Io mi chiedo se lavorare insieme non sarebbe troppo pesante o difficile, visto questi atteggiamenti reciproci. Quando discutiamo, purtroppo, ci risparmiamo ben poco. Sono talmente tante le cose da raccontare che non saprei nemmeno più cosa dire. Io ho le mie colpe, prima di tutte non sapere cosa voglio dalla vita (a parte l'indipendenza economica il prima possibile, quindi un lavoro, una famiglia, ma chi non li vorrebbe?), ma ammetto che l'idea di laurearmi, mentre quasi un anno fa a questa parte era una croce (scrissi per un consulto: codice 419704 ), ora che sto per raggiungere questo risultato, anche se in una facoltà non esattamente di mio gradimento (ma non importa, arrivare dove sono oggi mi sarebbe sembrato un miracolo, un anno fa), mi rende quasi orgoglioso di me stesso, cosa mai successa (sono caratterialmente pessimista, musone, e via dicendo). Insomma, spero di aver reso il concetto, anche se purtroppo non è facile e, prima di affidarmi ad uno specialista, ho preferito farlo qua. Ringrazio chiunque legga e risponda a questa mia richiesta di consulto, un anno fa siete stati importantissimi per me! Grazie!
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Dr.ssa Paola Scalco Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 4.3k 101 45
<<Io ho le mie colpe, prima di tutte non sapere cosa voglio dalla vita>>

Gentile Ragazzo,
io credo che questo più che altro sia il punto nodale del suo scritto, da cui discende anche l'indecisione sul da farsi in merito all'intraprendere un lavoro fianco a fianco ai suoi famigliari.

Non è una "colpa" non saper cosa si vuole, ma ci si può impegnare e dar da fare per cercare di far un po' più luce dentro di sé.
Nello specifico, ad esempio, potrebbe iniziare col richiedere un colloquio presso lo sportello Informagiovani della sua città per ricevere indicazioni e informazioni rispetto ad un percorso di orientamento professionale, indipendentemente dal corso di studi che sta per concludere.

Saluti.

Dr.ssa Paola Scalco, Psicoterapia Cognitiva e Sessuologia Clinica
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