Omosessualità - non affrontare il mondo

Salve dottori, sono un utente che ha già chiesto un consulto riguardo l'argomento omosessualità. Vado dallo psicologo e sa già di questa mia paura, solo che arrivare a parlare nei dettagli dopo aver parlato sempre e solo di questioni più "leggere" non è per nulla facile. La mia paura è proprio quella di poter essere omosessuale passivo, dal punto di vista "sociale" mi spaventa (e allo stesso tempo "mi eccita" molto) ma dal punto di vista personale mi farebbe in un certo senso rasserenare, perchè probabilmente rispecchia appieno la mia natura.
Specifico che fino a qualche mese fa non ho MAI avuto dubbi, tutto è cominciato quando in un periodo di solitudine ho cominciato a ragionare molto sulla mia persona e sul mio carattere, sul mio corpo, su quello femminile ecc. Non ho mai pensato troppo alla sessualità (MAI avute esperienze), fino ad allora è sempre stato un qualcosa di futile per me, ma poi ho cominciato a ragionare sui vari "ruoli" presenti nel sesso, nelle coppie e così via e mi son reso conto che la psicologia conta più di quanto potessi immaginare.
Specifico che sono una persona dannatamente timida, mai avuto relazioni, distaccato, ho subito bullismo, insomma il classico sfigato. In un certo senso al mio essere sfigato ci sono affezionato, è come se dentro di me il ragionamento fosse "tranquillo, il mondo è così ma tu sei migliore", probabilmente come una sorta di scusa data a me stesso per sentirmi meno male.
Ciò che mi ha fatto venire forti dubbi sulla mia sessualità fino a pochi mesi fa certissima, è il pene. Cioè, lo trovo esteticamente più gradevole della vagina, quest'ultima non è nient'altro che un buco mentre il pene è "visibile", esterno, maneggevole, "maestoso", non so se mi son spiegato. A me non interessa l'uomo in sè ma solo il pene, difatti quando guardo i porno la mia attenzione è sempre rivolta al pene e a come le attrici lo "usano". Insomma, il pene è la vera e propria virilità di un uomo, la sua funzionalità la trovo in un certo senso divertente, cioè mi viene più semplice immedesimarmi nella donna nel rapporto perchè non sentendomi al 100% maschio (al livello degli altri maschi, intendo) non mi rimane che l'omosessualità per possedere un po' di mascolinità. Quindi, il ragionamento è più o meno questo "gli uomini pensano di vincere loro, ma divenendo gay alla fine sono io a vincere", e ciò ha senso visto che lo ricollego al mio carattere.
Sentimentalmente sono molto sensibile e mi sento più vicino alla figura femminile, vuoi perchè in famiglia escludo mio padre sono l'unico maschio e quindi ho vissuto quasi solamente con donne in una campana di vetro, vuoi per una questione caratteriale.
La cosa assurda è che proprio in questo periodo mi piace una ragazza che però non ricambia, non mi sento alla sua altezza e finisco sempre per immaginarla con altri ragazzi nella sessualità, altri ragazzi davvero etero che possano meritarsela.
Ora mi chiedo: si tratta solo di dover uscire dalla campana di vetro e affrontare il mondo?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Ragazzo,
si tratta di parlarne con il suo terapeuta che la conosce direttamente diversamente da noi qui.
In passato le avevamo risposto in merito, il parere attuale non se ne discosta.
Il suo passato doloroso, la mancanza di esperienze sessuali, insicurezze personali, autostima vacillante, sembrerebbero concorrere al suo disagio. Comunque non si diventa omosessuali da un giorno all'altro.

Quali benefici ha ottenuto finora dal percorso in atto?
Dovrebbe riuscire ad aprirsi maggiormente con il suo curante, come si trova con lui? Su cosa state lavorando?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#2]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Ciò che mi ha fatto venire forti dubbi sulla mia sessualità fino a pochi mesi fa certissima, è il pene. Cioè, lo trovo esteticamente più gradevole della vagina, quest'ultima non è nient'altro che un buco mentre il pene è "visibile", esterno, maneggevole, "maestoso", non so se mi son spiegato."

Gentile Utente,
Con sono svariati punti confusi da dover analizzare, ma certa e te non online, nella sua richiesta di consulenza.

La vita sessuale - etero o omosessuale - non è certo relegata all'incontro tra due genialità - che trattasi di pene o vagina- ma all'incontro tra due individui.

Cosa intende per omosessualità passiva?
Attiva o passiva non fa la differenza ....

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#3]
dopo
Attivo dal 2014 al 2015
Ex utente
Grazie delle risposte.
Al momento rispetto a quando ho iniziato sono molto più riflessivo, e questo essere così riflessivo mi ha portato quasi a "estraniarmi" e a non sentirmi più una persona, un maschio. Mi trovo bene, solamente che è davvero difficile arrivare a parlare di certe cose per una persona che fino ad ora si è sempre chiusa col mondo, ma ci proverò. Al momento stiamo lavorando proprio su questo mio sentirmi fuori dal mondo, può anche darsi che "risolto" questo capitolo automaticamente risolverò anche quello sulla sessualità, ma non ne sono così convinto.
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Certamente, solo che di mio non mi sento una persona forte, capace di "dominare", cosa che accade nei rapporti etero dove il maschio è comunque la parte dominante.
Per omosessualità passiva intendo che se dovessi essere omosessuale sarei passivo, non mi sentirei assolutamente a mio agio nell'essere io il più forte.
E infatti a testimonianza di ciò ci sono le mie fantasie, sia omosessuali che non: quando ho fantasie con uomini sono io il passivo, e non mi concentro assolutamente sulle "sensazioni fisiche", è tutto sulla questione dell'essere dominato da una persona rigorosamente ETERO, forte, insomma senza dubbi sessuali. Quando invece le ho con donne (forzate, mi sforzo di averle perchè davvero mi sento debole da questo punto di vista) l'attenzione è esclusivamente sulla felicità del partner femminile, come se fossi buono esclusivamente a compiacere gli altri, quando invece provo ad immaginarmi in situazioni dominanti mi sento assolutamente a disagio, quasi in colpa con me stesso.
Ciò che mi fa continuare a dubitare della mia sessualità è il fatto che l'omosessualità "passiva" coincide esattamente col mio essere una persona servile, generosa e che non pensa mai a sé. Quindi al momento non so cosa pensare, perchè provare a cancellare questi pensieri omosessuali mi è impossibile in quanto rispecchia appieno il mio carattere, e per me insistere sull'essere una persona dominante fa male perchè mi accorgo di combattere contro i mulini a vento. In più, come se non bastasse, questo mio essere così mi piace, e quindi al momento mi sto quasi rassegnando all'idea di essere omosessuale, probabilmente tenendo viva la speranza di cambiare caratterialmente da adulto in quanto NON riuscirei assolutamente ad accettare l'idea di essere gay, anche se inconsciamente sento di esserlo.
Forse da come ho scritto sembra che sia calmo e tranquillo riguardo ciò ma non è per nulla così, ho una tremenda paura di esserlo e allo stesso tempo quasi ci spero, perchè vorrebbe dire confermare il mio carattere, confermare che anche io son fatto per il mondo senza essere necessariamente forte.
Ah, mi sembra doveroso anche dire che le donne quasi mi fanno paura: la loro bellezza mi spaventa, non mi sento mai alla loro altezza e anzi a volte mi sembra che il sesso etero sia di una banalità assurda, per quanto non abbia mai avuto occasione di sperimentare.
Lo so, sono dannatamente confuso e c'è bisogno di chiarire tantissime cose, per fortuna sono una persona riflessiva

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