Terrore delle sfide

Salve a tutti.
Come dice il titolo ho paura delle sfide. Non so se soffro di un disturbo.
Ho continuamente percezioni di essere in balìa degli altri. Come se la gente intorno a me mi manipolasse. E non sono sicuro che si tratti di allucinazioni. Secondo me è vero.
Ogni volta che qualcuno mi parla è come se parlasse di qualcosa che io avevo già pensato in passato e la modificasse. Tutti vogliono farmi vedere le cose dal loro punto di vista ed io non riesco più a trovare il mio. Inoltre queste cose "trascendentali" che mi succedono sono come delle sfide.
Cioè sento come se ogni volta che qualcuno parla o fa qualcosa fosse in conflitto con me e sento che se non accetto la sfida sono un vigliacco. Poi però quando accetto la sfida ho degli esaurimenti nervosi e tutti i miei sforzi mentali di vincere si rivoltano sempre contro di me. Tutto quanto per me ha perso di senso. Per dire: ogni volta che qualcuno mi dice "ciao, come stai?" io comincio a credere che il suo tono sia segno di una frase a effetto e perciò mi sembra che lui o lei vogliano soltanto sopraffarmi con una specie di "colpo di stile" o "attacco estetico". Io vorrei partecipare serenamente a queste battaglie ma perdo sempre. Perché tutti i "colpi di stile" si basano su qualcosa che io so o che si sa in generale, ma alla fine se tutto è soltanto apparenza e guerriglia allora come faccio a basarmi su qualcosa per attaccare con lo stile? Dico una certa cosa per fare un certo effetto, ma tanto tutto quello che dico lo dico solo per fare effetto e quindi alla fine la cosa che dico non ha nessun valore e quindi non può neanche fare effetto. Così mi ritrovo a stare zitto e sento di dover obbedire agli altri. Ma non ai loro ordini espliciti, solo a dei comandi silenziosi, magici. Perché se tento di prendere l'iniziativa mi ritrovo sconfitto e ho paura di perdere me stesso per sempre. Però al tempo stesso la lascivia e la remissività ho paura che mi portino a subire le volontà di persone crudeli, come ad esempio un matto che mi vuole morto e che quindi mi spinge silenziosamente a suicidarmi. Non ho più una "base" e quindi qualunque cosa io faccia è un pericolo, un rischio, vivo nel terrore. Viaggio fra infiniti mondi diversi evocati da parole e pensieri miei e di altri.
La mia psicoterapeuta mi ha detto che devo superare questo terrore e correre dei rischi e che questi rischi devono essere sempre più concreti: non più "sfidare" gli altri, ma anche fare sfide per altro, come costruire qualcosa o scrivere qualcosa da pubblicare. Quello di cui ho paura però è che magari anche lei potrebbe volermi cambiare a suo piacimento magari per scopi buoni sì, ma magari invece vuol solo divertirsi con me. In particolare ho paura di restare sempre in guerra con tutti e non ritrovare mai la pace e il senso della vita che prima mi era chiaro. Quindi ho paura di combattere perché ho paura di perdere, perché ho già perso troppo e non vale la pena combattere per una realtà che non c'è più e che se combattessi svanirebbe ancora. In un certo senso ho anche paura di vincere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente
Per quale problema è in terapia? Quale diagnosi è stata posta?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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dopo
Attivo dal 2015 al 2015
Ex utente
Sono in terapia per il problema che ho scritto sopra.
La dottoressa dice che si tratta di pensieri ossessivi, ma non credo che mi abbia fatto una diagnosi ufficiale.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Ma la Sua dottoressa Le avrà restituito una lettura del problema: qual è?
Quali sono gli obiettivi terapeutici che avete fissato insieme e quali di questi sono stati raggiunti?