Problemi di relazione e depressione (credo)

Cari psicologi di Medicitalia,

vi contatto per chiedere un consiglio e una soluzione alla tristezza e al sentirmi inadeguato, sentimenti incrementati nell'ultimo anno.

Vi informo immediatamente che sono balbuziente e, secondo la logopedista che mi ha avuto in cura quando ero bambino, tale disturbo era provocato dal fatto che i miei genitori deficitassero in fornirmi attenzioni e soffocassero la mia personalità. Almeno, questo è quello che ho sempre capito, non avendo ricordo nitido delle tre visite che ho fatto. In aggiunta a questo, ho avuto una sorta di conferma di questa teoria dalla psicologa del mio liceo con la quale ho avuto un colloquio informale, nel quale ha suggerito che i miei problemi di insicurezza e autostima derivassero più precisamente dal rapporto che ho con mia madre e dal suo mancato riconoscimento della mia persona.

Sperando di aver dato una sorta di anamnesi sufficiente, il mio problema attuale è questo: da quando faccio l'università ho subito numerose sconfitte personali (ho cambiato facoltà e sono stato bocciato in vari esami) e, in aggiunta a questo, la mia situazione familiare è peggiorata per via della malattia e successiva morte di un congiunto. Tutto ciò mi ha portato, da un anno a questa parte, ad avere comportamenti che non mi piacciono. Comunicando a mia madre il mio andamento scolastico, per esempio, mento sempre riguardo ai risultati, gonfiandoli o inventandoli di sana pianta. Molti giorni rimango a non fare niente e a distrarmi in qualche modo, molto spesso coi videogiochi, la lettura di romanzi, il cibo, la visione di film e, sostanzialmente, qualunque attività che mi impegna la mente. Inoltre sono molto stressato (dormo poco e sono sempre irritato irragionevolmente), sono triste per la maggior parte del tempo in cui ho la mente sgombra e, mi vergono ad ammetterlo, ho desiderato il suicidio molto di più che in altri stadi della mia vita, sebbene non abbia mai concretizzato nulla per paura di ferire gli altri e, ovviamente, ferire me stesso. In aggiunta a tutto questo, il rapporto coi miei amici e la mia ragazza è andato man mano deteriorandosi nell'ultimo anno per via del fatto che non so mai come affrontare un dialogo, come farmi capire dagli interlocutori e se sia o no accettato.

Sono sempre in esame di coscienza con me stesso per capire come uscire da questa situazione ma, in aggiunta al fatto che mi rendo conto di non avere gli strumenti per fare un'analisi veritiera sul mio conto, non sono mai stato dotato di volontà forte e i cambiamenti che mi propongo di fare vengono puntualmente accantonati per un motivo o per un altro, motivi che sono per la maggior parte pretestuosi.

Riguardo all'ultimo punto, è proprio per questo motivo che desidero ricevere un commento, un consiglio, un metodo o qualunque cosa per superare tutte queste problematiche che, sebbene siano sempre state parte di me, ultimamente stanno diventando troppo pesanti. Scusate per la lunghezza del messaggio, la sintesi non è il mio forte.
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Dr.ssa Valentina Sciubba Psicologo, Psicoterapeuta 1.6k 38 9
gentile ragazzo,
i vari professionisti che ha o avete consultato non vi hanno mai suggerito di intraprendere una psicoterapia preferibilmente familiare?

Mi sembrerebbe la cosa da fare più efficace ai fini della sua autostima, autonomia, autorealizzazione e miglioramento delle relazioni familiari e sociali. Dal momento infatti che i rapporti con i genitori sono stati indicati come alla base delle sue difficoltà anche di linguaggio, sarebbe bene coinvolgerli.

Se tuttavia questo percorso non fosse agevole, le consiglierei comunque di consultare uno psicologo da solo. Il professionista valuterebbe la situazione e i possibili margini di miglioramento, anche con un percorso individuale.

cordiali saluti

Valentina Sciubba Psicologa
www.valentinasciubba.it Servizi on line
Breve Strategica-Gestalt-Seduta Singola
Disturbi psicologici e mente-corpo

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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Caro Ragazzo,
davanti al quadro che descrive il suggerimento senza dubbio è quello di farsi aiutare da un nostro collega.
Come lei dice, pensare e ripensare non porta a una svolta, a un cambiamento, a soluzioni.

Il suo disagio sembra avere radici antiche e trascinato nel tempo, il rapporto con sua madre difficoltoso sembra concorra a spingerla a mentire sui risultati conseguiti all'università.
I suoi vissuti emotivi, il suo continuo pensare a soluzioni per uscire dall'impasse, non sono certamente i migliori alleati per uno studio efficace, che richiede mente sgombra da pensieri e preoccupazioni, serenità e fiducia nelle proprie possibilità.

Una fiducia in sé che sembrerebbe essere un po' vacillante e che sarebbe opportuno consolidare, riconquistare.
Inoltre tutto ciò si riverbera anche sul suo modo di stare nelle relazioni un altro punto su cui insieme ad altro sarebbe opportuno lavorare.

Non so se l'ipotesi della presa in carico familiare sia percorribile, ma senz'altro un aiuto specialistico per lei da parte di uno psicologo psicoterapeuta sarebbe davvero opportuno per ritrovare benessere e migliore qualità di vita personale e nelle relazioni.

Può anche rivolgersi al servizio pubblico presso le strutture ASL presenti sulò territorio, come ad esempio Consultorio Familiare, ospedali ecc.

Un caro saluto

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

[#3]
dopo
Utente
Utente
Alla dott.ssa Sciubba: riguardo la possibilità di seguire un percorso di gruppo sì, le sessioni fatte da bambino vertevano proprio su questo punto, ma la poca fiducia dei miei genitori verso la vostra professione e i costi della terapia hanno fatto interrompere le sedute. Riguardo al consulto ricevuto dalla psicologa al liceo, non ha incluso questa possibilità. Trovo comunque improbabile il percorrimento di questa strada, dato che (cito) - "Non voglio pagare per farmi dire che non siamo genitori adatti".

Alla dott.ssa Rinella: credo che abbia ragione sulla questione "presa in carico familiare". Come ho scritto sopra, la refrattarietà verso la professione degli psicologi, gli psicoterapeuti e tutte le figure professionali di quest'ambito è un grosso svantaggio per me, che ho già avuto il desiderio di farmi seguire da un professionista ma mi è stata preclusa questa strada.

Vi ringrazio per i vostri messaggi, tenterò di sicuro la strada del pubblico. Ho un'ultima domanda: come faccio a inoltrare le mie richieste? Basta semplicemente entrare nelle strutture citate dalla dott.ssa Rinella e chiedere di farsi mettere in lista d'attesa?
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Può trovare i riferimenti necessari - indirizzi e telefono -digitando le parole chiave su Internet più il nome della sua città.
Puà chiamare per informazioni o per prendere un appuntamento.

Se crede ci potrà riaggiornare in futuro.

Cari auguri
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio infinitamente. Non mancherò di aggiornarvi, anche perché qualcuno possa trarre informazioni da questo consulto.

Le auguro una buona serata.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Buona serata anche a lei.
Lieta di averla ascoltata, unitamente alla Collega.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
In aggiunta alle riflessioni delle colleghe, vorrei lasciarle un pensiero in relazione al suo racconto, che ho trovato toccante.

Credo che in queste sue parole ci possa essere un fondamento centrale che riguarda la sua persona: "Non so mai come affrontare un dialogo, come farmi capire dagli interlocutori e se sia o no accettato".
Come potrebbe parlare liberamente se sente di non essere accettato e, in primo luogo, se non accetta se stesso? Come potrebbe essere sereno e vivere il piacere delle relazioni? Forse per questo cerca di impegnare la mente in attività che non sollecitano questo timore.

Questo vissuto, di cui ci parla generosamente, mi sembra possa essere coerente con ciò che poi il suo corpo esprime, non riuscendo a parlare senza chiedersi niente, senza pensarci.

Sono comprensibili i sentimenti che prova, l'irritazione, la tristezza, immagino un senso di solitudine. E quindi l'insonnia.
Il fatto che sente pesanti queste problematiche è un segno anche positivo. Sono sicuro che la porterà a trovare le sue soluzioni.

Un saluto,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it