Insofferenza verso la figlia di lui

Buongiorno,Racconto il più brevemente possibile la mia storia;ho 26 anni e una storia famigliare poco rosea con genitori separati da quando avevo circa 8 anni.Con nessuno dei 2 ho un buon rapporto-mio padre vive all'estero e mia madre la vedo poco.
7 anni fa ho conosciuto un uomo 20 anni più grande di me(io avevo 20 anni e lui 40),con una figlia 7 anni più piccola di me e già "separato"con la moglie e ci siamo innamorati.
Ad oggi stiamo ancora insieme e abbiamo un figlio di 28 mesi.
La figlia di lui all'inizio non pensavo potesse essere un problema ma ho sofferto molto di più il fatto che avesse già avuto una vita prima di me, una moglie, un matrimonio ecc
Ma poi è subentrata una gelosia forte verso questa figlia con cui fin da subito non si è instaurato un bel rapporto.Ho provato soprattutto inizialmente a creare qualcosa tra noi ma ho sempre trovato un portone chiuso e questo ha fatto si che ad oggi tra noi non ci sia praticamente relazione se non da semplici conoscenti.
Lei è una ragazza molto viziata e con la puzza sotto il naso,sempre pronta a giudicare e convinta di essere la migliore in tutto.
Quando sento anche solo il suo nome mi viene un nodo alla bocca dello stomaco, vederla mi fa stare male e ogni volta che siamo vicine mi prende un grandissimo senso di inferiorità e di malessere..lui davanti a lei ad esempio non mi ha mai baciata,non mi abbraccia..quando c'è anche lei mi sento un nulla e penso che il fatto che lui non mi abbia mai dato importanza davanti ai suoi occhi sia una delle cose che sta alla base di tutta questa sofferenza.
L'ho accusato spesso di non essere stato in grado di creare un rapporto tra noi,di non averci aiutate e di non averci mai messo in una situazione ben chiara.
Fino ad ora ho cercato di sopportare tutto,nonostante i mille litigi tra noi perché comunque non è per nessuno dei 2 una situazione facile da gestire e reggere emotivamente.
Da circa 2 settimane,praticamente a mia insaputa siccome io attualmente sono spesso con la bimba a casa,la figlia ha iniziato a "lavorare" presso il nostro studio (lavoro artistico)venendo tutte le mattine e quasi tutti i pomeriggi.
Ieri quando ho messo a fuoco la situazione abbiamo discusso molto vivacemente,io capisco benissimo che lui non possa dire alla figlia di non venire a imparare un lavoro con lui ma capisco e sento anche molto bene come sto io,cosa che sembra non importare mai a nessuno.Lo studio è mio e suo,almeno lì speravo di avere qualcosa di solo nostro..l'idea di doverla avere sempre davanti a me mi fa venire l'ansia.
Siamo arrivati alla conclusione che nonostante tra noi ci sia ancora un forte sentimento non possiamo stare insieme per problemi troppo grandi tipo questo che fanno si che le nostre giornate poi siano sempre rovinate da questi litigi.
Non ce la faccio più e non vedo soluzioni se non lasciarci.
Ora vorrei tentare il tutto per tutto e proporgli una terapia di coppia o pensate sia meglio seguire un percorso con uno psicologo da sola?
Grazie
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Utente,
dal mio punto di vista sarebbe opportuno rivolgersi a un terapeuta di coppia/familiare, data la natura relazionale del problema - particolarmente indicato l'orientamento sistemico-relazionale
Una non semplice integrazione, quella delle famiglie ricomposte; nel caso specifico, a quanto mi sembra di capire forse non partita nel migliore dei modi, seppure con sentimenti forti-perché quel "separato" tra virgolette?

Ancora più complicato per una ragazza di vent'anni, tenendo conto poi anche della storia familiare difficile alle spalle, ritrovarsi al centro di dinamiche complesse in cui destreggiarsi...la figlia del suo compagno adolescente ( fase faticosa e complicata) un partner attento a non turbarla con atteggiamenti affettuosi verso la sua compagna...i suoi bisogni (di lei che scrive) frustrati...nulla che muta a quanto sembra nel tempo ma un malessere relazionale che si alimenta complici le dinamiche disfunzionali tra voi irrigidite nel tempo
Una figlia percepita poi come una rivale da temere...che pur sempre figlia del suo compagno resta e di cui occorre tenere conto-

<almeno lì speravo di avere qualcosa di solo nostro> Comprendo comunque il suo sentire e i suoi bisogni, ancora più forti forse ora che avete una bimba solo vostra, così come solo vostra è la vostra relazione... occorre confrontarsi in modo differente con l'aiuto di uno specialista per comprendere se si possono sciogliere i nodi che ostacolano da troppo tempo il vostro benessere di coppia e familiare in toto, prima di prendere decisioni drastiche tanto pià che come dice l'amore tra voi sopravvive.

Intanto qui può trovare alcuni spunti
http://www.psicologia-benessere.it/Coppiaefamiglia/Lafamigliaricostituita/tabid/97/Default.aspx

Cari auguri






Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Certamente una situazione familiare complessa, connotata di gelosie.
Io penso che una terapia di coppia sia auspicabile per elaborare le Vostre problematiche, intendo Sue e di Suo marito, ma non escluderei la possibilita' che Lei debba poi seguirne un'altra individuale per gestire il Suo rapporto con la ragazza
Esso sembra infatti connotato da una forte "rivalita" e che non coinvolge e non deve coinvolgere Suo marito in quanto "padre".
Ci sarebbe da approfondire la Sua vita di figlia, che potrebbe avere un ruolo non secondario in cio' che sta accadendo.
I migliori saluti.

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa Rinella,
Il separato tra virgolette stava ad indicare che quando io l'ho conosciuto non stava già più con sua moglie e viveva già altrove ( anzi quando l'ho conosciuto io era fidanzato con un'altra donna ) ...
Tra virgolette anche perchè ad oggi ancora non hanno il divorzio e sulle carte risultano quindi ancora marito e moglie e questa è un'altra cosa che proprio non mi va giù ... Sembra che questa separazione sia la cosa più difficile del mondo ...... Avvocati che non sanno gestire la cosa, lei che non va a firmare e non vuole pagare avvocati ecc ecc.

Comunque sicuramente il vissuto da figlia incide ...
Non penso di avere tutte le colpe io peró.

In più da ieri mi sono tornati attacchi d'ansia di cui ho sofferto per vari anni ...
Non posso pensare alla mia vita senza di lui ma nemmeno così.
Sua figlia è a lavorare con noi e lui non puó giustamente dirgli di andarsene ma io non penso di poter sopportare questa situazione. Quindi non vedo soluzione ... Perchè o io ingoio ancora o c'è solo il lasciarsi.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile signora, spiace sentire come sia difficile per tutti voi continuare così..
Però rifletto e le dico che era prevedibile che a 7 anni questa figlia fosse chiusa con Lei, le ragazzine soprattutto, non vedono bene la nuova compagna del padre , la percepiscono come quella che ha sottratto il padre alla famiglia, alla madre, a loro stesse, quindi è un rifiuto in larga misura attribuibile ad un conflitto di lealtà, nemiche a priori.

Vedo succedere questo continuamente..adesso.., a 20 anni sono ancora spesso adolescenti con tutte le durezze, impuntature, giudizio tranchant.. è l'intellettualizzazione.

Questa ragazza si dà un tono , giudica, squalifica.. scomodissimo.. ma , cara signora non va presa così sul serio...
Sono ragazze insicure che si fanno coraggio, assertive per insicurezza, ma certo possono essere antipatiche.
Propendo per una psicoterapia per Lei, per chiarire tutte le dinamiche ed anche come dice giustamente
la dottoressa Esposito, il suo vissuta di figlia che ha molto sofferto per la separazione dei genitori, infatti il suo uomo ha 20 anni più di Lei.

Aggiungo un'altra cosa , la ragazza intanto, anche se lavora con voi, è una che non ne sa naturalmente niente, non c'è competizione con Lei, siete ad un diverso livello professionalmente, pagarle uno stage, un Master ??

Ultima cosa , la ragazza ha 20 anni, si farà la sua strada e la sua vita, aspetti a decidere.. non si decidono le cose importanti quando si sta male..questa è la prima regola..
Cari auguri..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, la figlia non aveva 7 anni, ma ha 7 anni meno di me. Quindi ai tempi io avevo 20 anni e lei ne aveva 13 ...

Il corso non si puó perchè i corsi li facciamo anche noi! Quindi capisce bene che non avrebbe proprio senso pagarle un corso altrove ....
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Avevo letto male la data, per cui la ragazza era nella piena adolescenza, con tutte le dinamiche del caso e meno gestibile di una bimba..
Ora sarà gelosa del vostro bambino tra l'altro.
L'idea del master o corso che sia, era un modo per rallentare l'ingresso da voi.. e per farle capire che molte cose deve imparare..Ad ogni modo rifletta con calma , orari diversificati , se si può..
Le faccio molti auguri..
[#7]
Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Gentile dottoressa, la figlia non aveva 7 anni, ma ha 7 anni meno di me. Quindi ai tempi io avevo 20 anni e lei ne aveva 13 ..."


Forse anche peggio!

Gentile utente,
Aggiungo qualche riflessione a quelle empatiche e competenti delle Colleghe.

Suddividerei la sua richiesta in tre parti:
Lei ed il suo vissuto
La ragazzina ed il suo vissuto
Le dinamiche globali, visibili e soprattutto invisibili, inconsce.

1- Una ragazzina di 13 anni, che si affaccia al mondo, agli amori, all'affettivita' con le sue seduzioni e paure, immagino che abbia vissuto la nuova compagna del padre - per di più giovanissima - veramente male.
Gelosie.
Competizioni.
Paure di perdere l'egemonia affettiva
Dolore per il sentire della mamma
E così via...

2- lei sceglie, non a caso, un uomo più grande di lei..
Mi chiedo come ha vissuto la separazione dei suoi genitori?
Che rapporto ha con suo padre?
Suo padre vive ed ama un'altra donna?

Il suo sentire di adesso non credo sia disgiunto dalla separazione dei suoi genitori

3- Non esistono regole appilicabili a tutte le coppie ed a tutti i bambini, ma certamente i figli del divorzio, avranno una fragilità psichica maggiore


C'è molta confusione e dolore che necessitano ascolti attenti e competenti.
Dinamiche visibili di conflittualità si alternano ed intersecano a dinamiche sotterranee di sofferenza, gelosia e dolore...

Un ascolto profondo andrebbe valutato.

Legga questa lettura potrebbe aiutarla a capire di più

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4944-il-divorzio-e-ereditario-i-figli-dei-divorziati-divorziano-di-piu.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#8]
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Utente
Utente
Gentile dott.ssa Randone,
la separazione dei miei genitori non è stata piacevole e molto articolata.
Mio padre vive all'estero con la sua attuale moglie e io non ho problemi con lei e nemmeno con lui anche se ovviamente non li vedo mai.
Chiaramente il nostro non è un vero rapporto di famiglia in quanto li vedo se va bene 3 gg l'anno. Ora sono quasi 2 anni che non li vedo ad esempio ...

Verso mia madre invece provo parecchia rabbia.

Mi rendo conto che per un bambino crescere con genitori sperati sia brutto e siano più fragili, per questo avrei tanto voluto evitarlo a mio figlio ... Non passa giorno che io non mi senta in colpa anche per lui. Desideravo solo una famiglia vera, quella che non avevo mai avuto ...... e invece mi ritrovo in questo gran casino dove attualmente non so dove sbattere la testa.
Io lui lo amo e se immagino la nostra vita separata mi sento senz'aria, ma non so quanto la nostra storia possa avere ,arrivati a questi punti, un lieto fine.

Ho solo tanta ansia e voglia di piangere e piangere ... perché mi sembra di non poter amare totalmente e vivere a pieno la mia storia d'amore.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Si faccia aiutare, é la sola strada da poter intraprendere
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Utente
Utente
Come posso scegliere lo psicologo adatto a noi?
Grazie
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Dopo dei colloqui preliminari, non deve trovarne uno in particolare


Forse sarebbe più indicato "più adatto a lei"

Uno che le piace, che me ispira fiducia, che sia simpatico, empatico, competente ..
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dopo
Utente
Utente
Ma quindi secondo lei non andrebbe fatta una terapia di coppia?
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Secondo me è lei che sta male e di conseguenza la sua coppia.

Ma siamo online e non è possibile esserne certi.
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dopo
Utente
Utente
Ma ci sono tante, tantissime cose che lui potrebbe fare e non fa ...
E ci sono tante cose in cui secondo me ha sbagliato, dal prendere decisioni senza mettermi al corrente, al non essere ancora divorziato dopo ben 7 anni, al'escludermi in presenza della figlia, al non riuscire a dimostrare i sentimenti se non in rare occasioni ...
Io da ignorante, ma che vive la cosa, penso che serva a entrambi ... Perchè anche se sono io che attualmente sto più male è comunque anche di conseguenza a scelte o comportamenti suoi.
Comunque grazie dei consigli ...
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
La terapia di coppia non serve a far fare cose che non sono stare fatte o a trovare il colpevole di svariate azioni o non azioni, ma a comprendere il perché di tantissime dinamiche di cui, probabilmente, non siete consci.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Il malessere di coppia è determinato dal contributo di entrambi, non da uno solo, in una serie di continue comunicazioni e feedback.
Come si suol dire, il tango si balla in due.
Infatti ciascuno porta nella coppia la propria storia di vita, la propria visione di come una coppia funzioni, bisogni, aspettative e anche eventuali problematiche personali...elementi che vengono considerati nella terapia di coppia

Dal mio punto di vista, date le dinamiche disfunzionali in atto tra voi, come detto in replica #1, sarebbe opportuno riuscire a confrontarsi costruttivamente, sotto la guida di un terapeuta, spezzando e modificando le dinamiche disfunzionali irrigidite, che vi intrappolano in un circolo vizioso che si reitera nel tempo nel quale state tutti male.
Ciò vi consentirebbe anche di non prendere decisioni azzardate, ma consapevoli e condivise, in ogni caso.

Ancora più importante recuperare il benessere relazionale e personale dato che c'è di mezzo anche il vostro bimbo che ha bisogno di vivere in un clima familiare sereno.

Ciò naturalmente non esclude che lei possa adire ad un percorso individuale. In ogni caso sarà lo specialista incontrato di persona a proporre il percorso più idoneo alla vostra situazione, alla luce di ogni elemento utile rilevabile solo durettamente. Da qui solo ipotesi

Intanto le segnalo questo articolo che la può aiutare nella scelta del professionista
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html.

Cari auguri