lutto e Sensi di colpa

buongiorno mi chiamo isabel e abito a palermo. è da pochi mesi, precisamente dal giorno di natale 2015 che ho perso mio padre. era malato da un paio di anni, aveva la demenza senile e non si è mai capito bene se è stato causato da un ictus o da una lesione causata da una caduta. mio padre dopo la morte di mia madre è venuto a vivere con me, sono sposata ho due figli e cosi per non restare da solo è venuto a stare da noi, anche se quasi ogni sera lui e mio marito litigavano. in realtà la colpa era di mio marito, che spesso di sera era beveva e quindi non era lucido. comunque sia, mio padre per molti anni si era creato degli hobby, e uno di questi era quello di andare ogni pomeriggio in un bar a bersi un bicchiere di vino. un giorno uscendo per il solito giro pomeridiano è caduto perché aveva bevuto un po' troppo. così suona il campanello di casa. erano dei vicini che avevano accompagnato mio padre a casa. ho subito capito che aveva bisogno del pronto soccorso e gli proposi di accompagnarlo, ma lui non volle sentire ragioni. un anno o poco più avanti, si sottopose all' intervento di cataratta. andò tutto bene, tranne il fatto che gli dovettero fare due volte l' anestesia e non ho mai saputo il perchè. dopo un paio di settimane mio padre incomincio a non essere in grado di contenere le feci e incominciò piano piano a perdere l' equilibrio. man mano peggiorò fino a rimanere invalido allettato. ho tanta angoscia, sensi di colpa e dolore per la perdita di mio padre, e questi sensi di colpa che non mi lasciano in pace. se lo avessi portato al pronto soccorso cosa sarebbe cambiato, forse è tutto cominciato dall' operazione? o la sua demenza senile è dipesa dal suo vizio di bere? non lo saprò mai. so solo che ogni giorno soffro e mi dispero per la perdita del mio amato papà. forse è tutta colpa mia che ho fatto di tutto per farlo venire a stare da noi, pensando per lui fosse un bene...
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dopo
Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
Gentile Signora,
la perdita di una persona significativa, porta con sé movimenti depressivi e sensi di colpa. Ci si interroga su eventuali sbagli, su cosa si sarebbe potuto fare o non fare di meglio o di più.
Lei si è occupata di suo padre rimasto solo al meglio che potesse fare, regalandogli vicinanza e affetto. La convivenza con i suoceri, poi, spesso non è semplice.
Sono passati pochi mesi dalla scomparsa del suo amato papà, occorre tempo per elaborare il dolore della perdita, chi ha vicino che la possa sostenere emotivamente?
Ha qualcuno con cui parlare, sfogarsi, esprimere il suo dolore?

Dr.ssa Laura Rinella
Psicologa Psicoterapeuta
www.psicologiabenessereonline.it

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Mi associo alle parole della dottoressa Rinella che condivido, ed al suo dolore.

La perdita di un padre è un lutto enorme, inconsolabile in tempi brevi, ancor di più se accompagnata dai sensi di colpa.

Immagino però che suo padre abbia beneficiato fino alla fine dei suoi nipoti, dell'amore della figlia e della stabilità della vostra casa.

I litigi tra parenti sono frequenti, non si dia la colpa anche di questo..

Penso che l'alcol abbia peggiorato la sua condizione clinica globale, ma dopo un lutto - come la perdita di sua mamma - è possibile che suo padre si sia consolato così...

Si assolta e conservi i momenti belli, le cene, i sorrisi e le carezze, che diventeranno un patrimonio inestimabile per la sua psiche, vedrà.

Anche un accompagnamento alla morte di chi vogliamo bene, è un'opportunità per la nostra anima.

Se può si faccia aiutare, condividere il dolore con un professionista aiuta la sua elaborazione, il che non significa dimenticare, ma attraversarlo con coraggio affinché suo padre possa vivere serenamente dentro di lei , in modo che diventerà un oggetto interno unico che le guiderà il cammino, unico per la sua futura vita.

La vita dei morti è nella memoria dei vivi, ne parli con i bambini, con chi lo ha consociato, con se stessa...l'aiutera a portarlo sempre con se.

Le faccio le mie condoglianze e le allego questa mia lettura sulla perdita di un padre.

http://www.valeriarandone.it/articoli/1297-congresso-nazionale-sia-2015/

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
per dott.ssa laura rinella: grazie dottoressa per avermi risposto. si la perdita di un padre è una cosa drammatica. pensare che quando ero ragazzina avevo già sperimentato il lutto per la perdita di mia mamma, ma posso dire che questa volta è diverso il dolore per mio padre. sto soffrendo molto di più, forse perché quando si è giovani si percepisce il dolore in un altro modo. mi aiutano i miei figli e mio marito ma non voglio essere egoista attirando l' attenzione su di me. mio marito dice che devo rassegnarmi e che ormai devo accettare la situazione ma non è colpa sua infondo il lutto è mio... grazie ancora.

per dott.ssa valeria randone: grazie ho letto la sua lettera e mi sono commossa. ho sentito le sue parole in senso spirituale, ho molto bisogno della spiritualità in questo momento di dolore. sono molto religiosa e alcune volte prego per mio padre per aiutarmi a sentirlo più vicino a me. in questo periodo non penso più a mio padre quando era malato ma solo quando stava bene ed era sempre allegro, mi viene in mente però il giorno che se ne andato via, io ero con lui non so se sia stato un bene oppure no. ho spesso la sua immagine che stava per andarsene, ma quando mi ha sentito urlare si è girato verso di me. incredibile lui mi ha sentito. papà mia anima santa... grazie dottoressa per avermi risposto.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
È stato un piacere ascoltarla.. il dolore si può condividere...
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
si certo il lutto è suo e le occorre tutto il tempo necesario per elaborarlo, suo marito fa quel che puo ma solo lei puo conoscere davvero quanto il suo dolore sia grande.
condividere sofferenza e ricordi con chi ci sa comprendere è di aiuto.
un caro saluto
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dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
si chi ci sa comprendere, ma non tutti purtroppo ci sanno comprendere e alcune volte mi fanno sentire in colpa certi parenti, per il fatto di soffrire per mio padre, dicendomi che se soffro per mio padre non rispetto la mia famiglia, e io alcune volte mi sento in colpa per soffrire cosi tanto per il mio povero papà, vecchietto dolcissimo fragile, ma forse la gente non capisce o si diverte a giudicare senza capire il dolore. lo capisce chi lo prova, gli altri non lo sanno. mi aspettavo più comprensione da zii, cugini e cognati. parenti serpenti è vero ma non mi importa di loro, solo che fa male essere sempre giudicati ingiustamente. riguardo mio marito, si lui mi aiuta cerca di capirmi ma quando mi vede piangere mi sono accorta che si mette a sbuffare, gli secca credo. lui mi dice che non si può sempre piangere e ormai sono passati quasi 4 mesi.
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Dr.ssa Laura Rinella Psicologo, Psicoterapeuta 6.3k 119 9
<lui mi dice che non si può sempre piangere e ormai sono passati quasi 4 mesi.>

La perdità è recente, occorre tempo per elaborarla, se piange è il suo dolore che parla, non è una colpa soffrire.

Se sente che intorno a lei non ha sufficiente comprensione e sostegno o percepisce giudizio e critiche, non sarebbe da scartare l'idea di incontrare un nostro collega per essere sostenuta nell'elaborazione del lutto.

Cordialità

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

sono trascorsi solo 4 mesi e la ferita è ancora aperta.
Quando muore un padre, un genitore, si passano in rassegna i giorni, le ore, le situazioni... e drequentemente non si trova tutto perfetto. O anche ci si chiede se la tal cosa poteva essere fatta in maniera differente, se i nostri (ipotetici) errori hanno pesato sulla sua fine.

Ma il realtà è il dolore che porta a fare e pensare tutto ciò.

Talvolta chi sta più vicino si sente meno importante del defunto. Per cui sbuffa e cerca di "farsi sentire" per sentire di esistere per Lei.
Ne tenga conto.

Altri si meraviglieranno che, alla Sua età, dimostri ancora tanto attaccamento per il padre.
Ma la morte del genitore, soprattutto se è l'ultimo che rimane, fa sentire orfani e fragili.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
per Dr.ssa Laura Rinella: si è vero mi sento giudicata perché soffro per mio padre. mio marito forse come mi ha scritto la sua collega cerca attenzioni da me, ma fra noi non esiste più rapporto non avendo più rapporti sessuali da moltissimo tempo, e per quanto riguarda i parenti, si sa la gente fa in fretta a giudicare, meglio che aiutare. adesso mentre sto scrivendo a lei ascolto la radio e c'è una canzone che mi riporta a pensare a mio padre anche in questo momento. basta una canzone, un profumo, una foto, ecco il mio amato papà... lui mi voleva bene sa dottoressa, lui non è mai stato un padre, fra noi il bambino era lui ed io lo proteggevo. lui era un uomo fragile dolcissimo, ogni tanto si arrabbiava ma poi finiva li. con lui avevo un rapporto un po' conflittuale ma molto profondo di grande amore, anche con i miei figli lui è stato un nonno meraviglioso, lui viveva per noi. vorrei tanto sognarlo ma non è ancora capitato. vorrei tanto averlo accanto spiritualmente.

per dott.ssa carla maria brunialti: grazie dottoressa per avermi risposto. non pensavo che si poteva essere giudicati per provare della sofferenza. è morto mio padre non un estraneo, e mi sarebbe dispiaciuto lo stesso come essere umano. la gente è egoista e poi solo chi soffre può capirmi altrimenti è difficile farsi comprendere, poi di solito i parenti non aiutano mai ma giudicano solo... sono venuti al funerale di mio padre e poi si sono defilati, non si sono fatti più sentire, solo qualcuno mi ha chiamato per attaccarmi proprio nei giorni seguenti al funerale, quindi.. la persona che mi amava se ne andata. mio marito mi aiuta a modo suo con distacco. di notte non dormo e cosi ho modo di pensare tanto a mio padre piango tanto e poi spero di sognarlo, ma ancora non è avvenuto. forse ho troppi sensi di colpa nei suoi confronti.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

e così è rimasta senza figure maschili di riferimento:
il padre è deceduto, il marito è un non-marito.
Forse la sofferenza per Suo padre è accentuata anche da ciò.

Chissà se il tempo La porterà a riprendere i contatti affettivi e intimi con un marito che, per quanto a modo proprio, La aiuta e cerca attenzioni da Lei...
Siete ancora giovani, c'è molta strada davanti.
Saluti cari.



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dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
con mio padre avevo un rapporto conflittuale profondo di amore, e si era molto profondo il nostro rapporto. con mio marito all' inizio c' era una buona attrazione fisica, ma poi è andata scemando x vari motivi al punto di portarci lontani sessualmente. ho due figli, con loro ho un buon rapporto ma non voglio fare pesare a loro la mia sofferenza per mio padre. infondo anche loro erano molto legati al nonno. non lo so se il rapporto con mio marito è ancora recuperabile siamo ormai come sorella e fratello. c'è stima perché è il padre dei miei figli. il nostro rapporto è amichevole e la morte di mio padre ci ha allontanati ancora di più, ci sono rancori da parte mia e sensi di colpa perché lui maltrattava mio padre e provo rabbia per mio marito. lui è un uomo frustrato e se la prendeva con mio padre che era una persona fragile buona.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
I rancori ed i sensi di colpa vanno analizzati, ed dove possibile, curati...

Si faccia aiutare da un nostro collega, vedrà che la morte - spesso - insegna la vita.