Paura dell'abbandono e del tradimento

Buongiorno, ho 25 anni e sto con un ragazzo da un anno. Per me è stato amore a prima vista e (a detta sua) anche per lui. Ci siamo conosciuti sul suo posto di lavoro; ai tempi ero sua cliente ed entrambi, spinti da una strana attrazione, abbiamo fatto in modo di conoscerci. Siamo così finiti insieme. Non avevo mai avuto vere e proprie e relazioni prima di allora, se non una durata 2 anni dove il rapporto tra me e il mio ex era più quello di 2 buoni amici che non fidanzati. Prima di me aveva avuto una breve e intensa relazione con una ragazza più giovane (siamo coetanei) da cui è uscito molto "bruciato". Qualche flirt di poche settimane con altre 2ragazze e poi arrivo io. Con lui ho scoperto una passionalità che non pensavo di avere. Fisicamente ci siamo sempre desiderati molto, anche a dispetto della mia salute cagionevole che sarebbe potuto essere un ostacolo alla nostra intimità (a volte capita che per motivi di salute non riesca ad avere sempre rapporti completi). Mi è sempre venuto incontro ed io ho fatto in modo che questo non fosse un problema per lui. C'è stata qualche litigata, scatenata da lui, più che altro per gelosia sua. CI vediamo poche ore ma tutti i giorni, più che altro perché lui lavora tutto il giorno. Quando è a casa dal lavoro cerchiamo quasi sempre di vederci e di passare del tempo assieme. E' abbastanza presente, anche solo con messaggini inviati tra una pausa e l'altra. Il problema è che io, da donna sicura e forte che ha sempre rifiutato senza problemi un sacco di pretendenti (forse per la mia paura verso i legami), sono diventata molto insicura. Ho delle paure infantili, me ne rendo conto. Mi fido ciecamente di quest'uomo ma non riesco a rimanere lucida. Ad esempio ho paura che tutti i messaggini dolci che mi invia siano diventati per lui più una routine che un gesto d'amore. Paura ogni giorno di più di diventare brutta e poco appetibile ai suoi occhi (ero sottopeso e ho riacquistato il peso forma grazie a lui che mi ha spronata a mangiare, portandomi fuori a cena spesso). Mi vedo grassa, ho il seno piccolo e sono piena di cellulite. Faccio comparazioni tra le sue ex e me, sentendomi uno sgorbio (e in passato ho fatto la modella e ho avuto parecchi ammiratori). A questo si è aggiunta la gelosia verso una sua collega , che non solo ai miei occhi sembra cotta di lui. Quando lo vado a trovare sul lavoro lo segue tipo cagnolino, ci osserva e gli parla nella loro lingua che io non capisco (lui è straniero e bilingue). Gli racconta pettegolezzi, gli offre sempre del cibo e ha fatto addirittura commenti sul sedere del mio ragazzo. Lui non da peso alla cosa, dicendo che ha occhi solo per me e lei non gli dice nulla come ragazza. Dice che sarebbe a disagio se lei flirtasse pesantemente con lui. Io vengo da una famiglia in cui il padre è sempre stato assente, pieno di amanti (e forse figli segreti) e astioso nei confronti miei e di mia madre. Lo amo da morire e ho paura immotivata di perderlo. Come fare per essere positiva?
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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Gentile utente,
Quando si è innamorati è normale avere timore di perdere la persona amata e si è spesso preoccupati dal fatto che questa possa rivolgere altrove il suo interesse. Questo tipo di gelosia è normale e bisogna solo imparare a gestirla.
Poi c'è la gelosia ossessiva ovvero quella senza fondamento, senza elementi reali se non le nostre formulazioni irreali. In questo caso si tratta di gelosia patologica.

Purtroppo è anche per fortuna non si può avere il controllo su tutto ciò che ci accade intorno. La cosa ideale sarebbe mettere in conto e imparare a convivere con un buon 20% di imprevisti, ovvero situazioni che non dipendono da noi.

Se continua a preoccuparsi anche senza motivo, viste le continue rassicurazioni del suo fidanzato, finirà per logorare lei stessa il rapporto.

E dato che in questo momento le sofferenze del passato con suo padre stanno determinando il suo comportamento di oggi, le suggerirei di rivolgersi ad uno psicologo della sua zona per affrontare una volta per tutte i suoi blocchi in modo tale che anche il suo rapporto d'amore possa beneficiarne.

Cordialmente

Dr.ssa Marta Stentella - Roma e Terni
Psicologa Clinica e Forense, Psicodiagnosta
www.martastentella.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie della gentile risposta. Immaginavo che il rapporto con mio padre potesse c'entrare. Da adolescente avevo iniziato a fare colloqui con uno psicologo proprio per cercare di risolvere la cosa (a quei tempi ne soffrivo molto, ora mi è tutto indifferente) e avevo dovuto gestire molta rabbia repressa.

Sto cercando di non far pesare troppo su di lui la mia gelosia, per fortuna. Mi limito a rare "battutine" sul mio fisico o sulle attenzioni di altre ragazze (non ho mai nominato la sua nuova collega, se non una volta sola tempo fa). Mi rendo conto che se la cosa fosse continua, potrebbe logorare il rapporto e non è quello che desidero. A volte quando gli faccio complimenti gli dico che sono molto gelosa delle occhiate delle altre, scherzando. Non sono mai andata oltre a questo. Non l'ho mai spiato o seguito né su internet né dal vivo, non ho mai letto i suoi messaggi, sbriciato il cellulare o controllato il suo profilo Facebook. Sono cose che mi danno fastidio a prescindere e non riserverei mai trattamenti simili alla persona che amo. Penso cercherò aiuto per gestire questa mia insicurezza di fondo verso il genere maschile, soprattutto visto che il mio ragazzo è l'opposto di mio padre. Speriamo di risolvere una volta questa paura dell'abbandono (così la chiamò lo psicologo, quando gli parlai della mia difficoltà nel mantenere in piedi amicizie e relazioni senza paura di perderle) che ho ereditato grazie alla mia situazione famigliare.
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Dr.ssa Marta Stentella Psicologo 355 5
Gentile utente,
È una cosa positiva il fatto che lei non metta in atto risposte compulsive di controllo, finirebbe per logorarsi anche lei.

Noi siamo oggi un prodotto di ciò che abbiamo vissuto in passato. Sicuramente come abbiamo già detto le ferite che le ha provocato suo papà stanno condizionando le sue relazioni. La paura dell'abbandono va affrontata e risolta. La paura di rimanere soli ci rende deboli, vulnerabili e dipendenti.

Bisogna imparare a stare da soli, conoscere la solitudine, abbandonarsi ad essa e imparare (sempre con l'aiuto di uno psicologo) a sopportarla.
Questo è già un grande passo verso il cambiamento.

Tanti auguri.