forte resistenza al cambiamento psicoterapia psicodinamica

Buonasera a tutti Dottori, ho gia scritto qualche mese fa, e mi ritrovo a scrivere di nuovo perchè non riesco a risolvere il mio problema, vorrei che ad intervenire fossero psicoterapeuti psicodinamici. In breve sono in terapia da 2 anni e mezzo, il problema è stato individuato 7 mesi fa ma di un cambiamento neanche l'ombra... la mia analista dice di non aver mai visto una resistenza così forte, e questo ovviamente mi preoccupa, mi fa pensare che forse non c'è soluzione per me... abbiamo parlato abbondantemente della resistenza, del perchè non voglio cambiare, delle paure ma nessun passo avanti. Mi sono chiesta: allora potrebbe essere il terapeuta il problema? ma non credo sia questo perchè c'è un buon rapporto, riesco ad aprirmi totalmente... la mia domanda è: devo avere fiducia ed andare avanti con il lavoro analitico, o devo arrendermi? la resistenza può portare al fallimento della terapia? credo che non guarirò mai, vi prego rispondete.
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Dr.ssa Patrizia Pezzella Psicologo, Psicoterapeuta 263 13 1
carissima lettrice, porti in seduta questa sua preoccupazione e l'idea "non guarirò mai" o "che forse non c'è soluzione per me".
molti auguri.
dssa patrizia pezzella

Dr.ssa Patrizia Pezzella
psicologa, psicoterapeuta
perfezionata in sessuologia clinica

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dopo
Utente
Utente
Dottoressa Pezzella,devo portarle in seduta perchè potrebbe essere così? potrebbe non esserci possibilità per me?
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Dr.ssa Michela De Simone Psicologo, Psicoterapeuta 61
Gentile utente,
per che tipo di problema sta andando in terapia?
Ciò che le consigliava la collega fa riferimento al fatto che parlare di questi dubbi in seduta è di fondamentale importanza per il rapporto con la sua terapeuta e per la terapia stessa.
Per rispondere alla sua domanda: certo che c'è speranza per lei. Probabilmente il cambiamento richiederà tempi più lunghi ed un maggiore impegno ma sia fiduciosa: arriverà!
La soluzione migliore al momento credo che sia quella di discutere con la sua terapeuta dei dubbi e delle perplessità e di trovare insieme la soluzione più appropriata.
Non smetta di crederci.
Un saluto,

Dr.ssa Michela De Simone
Psicologa
Nardò - Cutrofiano (Le)

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dopo
Utente
Utente
Innanzitutto grazie Dottoressa De Simone per la sua risposta, la mia non è una vera e propria patologia, la diagnosi all'inizio era dipendenza affettiva nei confronti dei genitori, ma col tempo abbiamo capito che non sono dipendente dal loro affetto, ma che ci sono delle problematiche per le quali io non riesco ad uscire da casa e quindi dipendo da loro... esco da casa unicamente per andare dall'analista e dallo psichiatra. Il problema è l'accettazione di alcune problematiche come ad esempio l'accettazione dei difetti miei ad altrui... questo è il problema principale... anzi direi che ruota tutto unicamente intorno a quello... il problema non è grave, ma è forte la resistenza. In tutti i casi io parlo di tutte le mie perplessità alla mia analista sempre e comunque. Di questo blocco lei dice che io inconsciamente non voglio cambiare, e che cambierò se vorrò. Ma mi chiedo.... com'è possibile che sia così fuori dal mio controllo? cioè, se razionalmente voglio cambiare com'è possibile che inconsciamente non lo voglio? è come se dipende da me ma non dipende da me.... questo mi fa confrontare ogni giorno con l'ignoto e come la domanda: ma ce la farò? inoltre, so che ogni paziente cambia con la propria tempistica, e che ogni persona è diversa, ma conosco persone per le quali la terapia ha ingranato dopo un anno, un anno e mezzo, ed io invece nessun risultato dopo 2anni e 7mesi ... com'è possibile? c'è qualcos'altro che io debba sapere sulle resistenze? grazie Dottoresse ancora una volta per le vostre risposte!