Dipendenza affettiva reciproca

Gentili dottori, vi scrivo poiché da tre anni convivo con un uomo, ora mia marito, ed entrambe proveniamo da precedente relazione con figli. Lui è più giovane di me di due anni (45 e 47 anni).
Il problema è che da quando ci siamo conosciuti non abbiamo mai più potuto stare separati. Sino ad alcuni mesi fa io lavoravo solo al mattino, per cui ci vedevamo a pranzo ed anche al pomeriggio, in quanto ha un’attività autonoma vicino a casa, per cui spesso lo accompagnavo nelle sue faccende.
Ora la mia attività mi impegna tutto il giorno e viviamo entrambe molto male questo distacco, con ansie la sera ed al mattino quando si avvicina il momento nel quale staremo diverse ore senza vederci. La cosa diventa poi veramente importante la domenica, quando, dopo il week-end trascorso insieme, io inizio già ad avere l’ansia per il lunedì ed anche lui sta molto male.
La notte dormiamo vicini, perché il contatto fisico ci da una sensazione di benessere.
Abbiamo caratteri abbastanza forti e passionali che ci hanno creato problemi con le storie precedenti. Invece tra noi c’è un notevole feeling e non abbiamo mai vissuto una cosa del genere, al quale si aggiunge un profondo dispiacere per non esserci conosciuti prima e di avere un’età non più giovane per poter stare insieme molti anni.
La cosa mi sorprende sia per il malessere che trovo controproducente, ma anche per il fatto che la cosa è reciproca ed a distanza di tre anni di convivenza non accenna a diminuire, ma forse ad aumentare.
Spero in un vostro aiuto.
Grazie.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora, vorrei capire meglio le Sue paure.
E' possibile che il rapporto con quest'uomo abbia slatentizzato delle emozioni che Lei teneva profondamente conservate in se' e questo l'abbia spaventata.
Ma per ora le cose vanno bene e La invito a non colpevolizzarsi di questo.
Ci sarebbe da andare a *rileggere* nel Suo passato cosa sia accaduto. Cosa Lei abbia provato nei precedenti rapporti sentimentali e se questi ricordi le tornino alla mente in modo inconscio, per metterla in guardia ora, ma anche spaventarLa.

Ci rifletta un po' su! A volte la paura della felicita' e' peggiore della paura del dolore perche' alla felicita' siamo meno abituati!

I miei saluti e auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#2]
dopo
Utente
Utente
Non saprei. Il mio primo fidanzamento l'ho avuto per 9 anni tra i 21 ed i 30 anni. Lui non voleva sposarsi ed avere figli x cui l'ho lasciato. Quindi mi sono sposata a 32 anni sulla spinta dell'orologio biologico, ma già in viaggio di nozze mi sentivo che qualcosa non funzionava. È subito nato mio figlio, ma quando aveva 5 anni mi sono separata perché non avevamo nulla in comune. Dai 38 ai 44 anni ho avuto tre frequentazioni, ma nessuna giusta. Del resto con un figlio mette male rimettersi in gioco. Fino a quando l'incontro con il mio attuale marito tre anni fa, col quale convivo da subito. Preciso che anche lui ha gli stessi miei sentimenti di frustrazione quando ci stacchiamo e non abbiamo timori per il futuro, ma il rimpianto di aver sofferto tanto prima di incontrarci tardivamente, con la nostalgia di non esserci trovati subito. Vorremmo che i figli che abbiamo fossero nostri e stare insieme da tempo fa. Vorremmo anche essere insieme senza mai staccarci. È forse e una cosa razionalmente incomprensibile ma è cosi per entrambe ed è frustrante. Ripeto che è uguale per tutti e due.
Sottolineo che abbiamo due caratteri tendenzialmente dominanti e passionali (per chi ci crede siamo dello scorpione tutti e due), cosa che solitamente ci crea problemi, invece tra noi ci capiamo.
Come possiamo fare?
Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Come immaginavo ci sono state diverse cose nel Suo passato molto amare e che possono tornare inconsapevolmente in mente ora. A farLe paura. Ma si tratta di un meccanismo autolesionistico che non da' nulla, ma toglie bellezza a quanto sta vivendo ora.
Se non dovesse riuscire a superare da sola queste angosce sarebbe il caso che si facesse aiutare a elaborarLe perche' non tornino piu' a rattristarLa nell'oggi. Non e' gusto dare al passato la possibilita' di toglierci la serenita' che puo' esserci nel presente e se accade bisogna correre ai ripari!
Coraggio!
[#4]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio ma sinceramente non mi pare che il problema sia nel mio passato, ma nel presente perché vorrei essere sempre con lui e lui con me. Non abbiamo timore del futuro, solo tanto rammarico e rabbia per non esserci conosciuti prima. Non capisco perché ciò debba essere legato al passato. La stessa cosa la vive lui.
Grazie ancora per la sua attenzione.
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Dr.ssa Michela De Simone Psicologo, Psicoterapeuta 61
Gentile utente,
la situazione che ci descrive è correttamente riassunta nel titolo: si tratta infatti di "dipendenza affettiva".
Quello che succede nella sua storia è proprio questo: un'incapacità di vivere con serenità i propri spazi e un sentimento di vulnerabilità quando non si è con il partner.

In realtà però, la dipendenza affettiva include anche un'altra serie di manifestazioni quali gelosia ossessiva, incapacità di prendere delle decisioni in autonomia e una sorta di subordinazione totale e completa nei confronti del partner. Questi aspetti sono presenti anche nella sua coppia?

Se la risposta fosse affermativa, allora sarebbe più chiara la situazione di disagio vissuta; questo rappresenterebbe in effetti un problema in termini di autonomia.

Se così non fosse invece, la difficoltà sarebbe essenzialmente nello "staccarsi" e nel vivere nell'attesa perenne di poter nuovamente condividere degli spazi.
A tal proposito le dico che se questo dovesse rappresentare un problema o dovesse minare la stabilità della coppia, potreste intraprendere un percorso con un terapeuta per ristabilire nuovi spazi di autonomia e per vivere serenamente i momenti di "distacco".

Per quanto riguarda il rammarico di non esservi incontrati prima, provi a pensare a tutto ciò che potreste fare da oggi in avanti se solo lasciaste il passato nel passato e iniziaste ad agire di conseguenza, prendendo ciò che viene da oggi in poi, assieme. Anche perchè, avete solo 45 e 47 anni... e tanta vita davanti!

Un cordiale saluto,

Dr.ssa Michela De Simone
Psicologa
Nardò - Cutrofiano (Le)

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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Il modo in cui noi viviamo il presente e' in stretta relazione al passato. Un inconsapevole continuo confronto con cio' che costituisce la nostra *storia*.
Cio' che e' accaduto nel passato e cio' che abbiamo provato sta in noi. Non si puo' mettere un muro divisorio, chiudere una porta.
Si puo' cercare con la volonta' di non farlo tracinare nel presente, ma questo accade per cose di scarsa importanza. Per le cose rilevanti non ci si riesce!
Spero di essere riuscita a trasmetterle il mio pensiero!
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentili dott.sse De Simone ed Esposito,
escludo ci sia subordinazione tra noi, proprio perché, come dicevo prima, abbiamo caratteri piuttosto dominanti che ci hanno creato problemi nelle precedenti relazioni, tanto che i rispettivi genitori e familiari credevano in un ennesimo fallimento. Invece ci siamo trovati ad avere gli stessi pregi e difetti, stesse idee, stesse abitudini. Insomma un'affinità caratteriale, educativa e familiare la cui assenza aveva segnato le precedenti esperienze. Non c'è assolutamente uno che domina sull'altro o che ne è succube. Questa situazione non mina neppure la stabilità della coppia, anzi ci fa rendere conto di quanto sia forte il legame. Semplicemente stiamo bene quando sappiamo di poter stare insieme qualche giorno, come nei week end, e soffriamo troppo al termine di tale periodo. Cosi come va meglio nel pomeriggio, quando si avvicina il rientro dal lavoro, per rattristarci quando si va a dormire sapendo che l'indomani non ci vediamo tutta la giornata.
Quindi direi che ricadiamo nella seconda ipotesi, cioè la difficoltà essenzialmente nello "staccarsi" e nel vivere nell'attesa perenne di poter nuovamente condividere degli spazi.
In effetti c'è un po' di gelosia retroattiva, soprattutto da parte di mio marito, ma credo sia una caratteristica un po' più maschile, che comunque è indipendente dalla nostra necessità di stare insieme e di sofferenza importante per il distacco.
Per quanto.riguarda la "storia" vissuta capisco che incide sul presente, ma non avendo paure sul futuro, non comprendo la relazione con la nostra problematica.
Spero di averVi fornito elementi sufficienti.
Grazie.
[#8]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Il quadro che Lei fa della Sua vita attuale sembra privo di punti deboli.
Sembra descrivere la vita felice di due persone che stanno bene insieme, che vanno d'accordo e non vedono l'ora di ritrovarsi.

Mi chiedo allora quale sia il Suo problema. Il problema che l'ha indotta a scriverci e per il quale sente di doverci *fornire elementi*.
Ce lo puo' spiegare meglio? Forse non mi e' chiaro.

[#9]
dopo
Utente
Utente
Mi spiace di non essermi riuscita a spiegare. Il problema è che non riusciamo a stare lontani e soffriamo molto.di ansia quando la.necessita lavorativa ci tiene separati. Inoltre abbiamo una forte malinconia che ci perseguita per non esserci conosciuti prima ed aver perso tempo e che alimenta questa necessità di "recuperare" stando sempre insieme.
Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Ok questo lo aveva chiesto anche prima.
Ma si rende conto da se' che questa impossibilita' temporanea di stare separati configge in modo violento con la tranquillita' del rapporto che lei vive.
Vede, in psicologia dello sviluppo esiste un costrutto molto rilevante che si definisce *la costanza dell'oggetto". E' uno stadio dello sviluppo del bimbo nel quale lui diventa *cosciente* che l'oggetto amato (nel caso del bambino si tratta della mamma) esiste anche se non e' li' con lui. Anche se non la vede e non la tocca. Se sente fame sa che puo' contenere e tollerare questa sensazione anche se non la puo' soddisfare immediatamente. La mamma infatti da li' a poco sara' di nuovo con lui e potra' nutrirlo e accarezzarlo.
E' una tappa importante dello sviluppo del bambino che gli conferisce autonomia e capacità' di gestirsi.
Ecco, tutto questo Lei sembra averlo perso. E' come se Lei avesse sempre bisogno di una *mamma* presente a nutrirla, o si sente persa.
Si rende conto che c'e un problema?
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dopo
Utente
Utente
Capisco. Ma come mai nelle ns precedenti relazioni ciò non è successo?
Grazie ancora
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Io non penso che non sia successo.
Penso che Lei lo abbia rimosso perche' le circostanze delle relazioni non lo consentivano.
Puo' darsi che l'uomo con cui sta ora *colluda* fortemente con questo Suo bisogno, cioe' lo accetti, lo accolga. E questo fa si' che Lei lo ritenga legittimo e addirittura condiviso.
Comunque a questo punto credo di doverLe proporre di ipotizzare una psicoterapia o perlomeno una valutazione di persona, perche' tramite internet si puo' accennare qualcosa ma non si puo' lavorare davvero.
Potrebbe essere opportuno fare una analisi dei sogni che Lei fa e delle associazioni ai temi emersi.
Poi si vedra' da dove possa nascere questa sua esigenza di vivere in una simbiosi completa per sentirsi tranquilla.
Potrebbe darsi che il problema sia molto in la' con il tempo, nei rapporti con i genitori intendo.
Quindi ci pensi con tranquillita' e stabilisca i progetti che vuole seguire!
Auguri cara Signora!
[#13]
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Utente
Utente
Grazie molte. Seguirò il Suo consiglio che a questo punto riguarda specularmente mina marito.
Cordialmente
[#14]
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Utente
Utente
Volevo solo aggiungere, a proposito del passato, che una decina di anni fa mi sono ammalata di tumore al seno ed ho dovuto fare radio e chemio, per cui ho passato un periodo in cui mi sono resa conto del valore della vita. Non so se questo possa aver influito. Grazie
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signora,
Sui tumori al seno ( ma non solo al seno) esistono delle Teorie psico-biologiche. Ovvero la causa del tumore potrebbe avere una origine auto-distruttiva. Le cellule generarsi dalla neuroipofisi e diramarsi nei luoghi del corpo che la psiche ha scelto di distruggere, ritenendoli nemici. Nel suo caso e' stato colpito il seno. Simbolo della nutrizione, della madre, della volonta' della madre di nutrire il bambino.
Pensi che esiste un'intera branca della psicoanalisi, quella che fa capo a Melanie Kline che basa tutta la sua teoria sulla percezione da parte del bimbo di un *seno buono* che lo allatta e lo accoglie e di un *seno cattivo* che gli si rifiuta, gli si nega, e percio' lo avvelena e che lui inconsciamente vuole distruggere.
Mi sembra che i conti tornino!
Naturalmente l'approccio della Kline e' risevato ai bambini. Lei dovrebbe ipotizzare un approccio psicodinamico adatto agli adulti!
I miei auguri Signora, a Lei e a Suo Marito.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Gentile Utente,
Alle indicazioni già ricevute, la invito alla lettura di queste letture sulla dipendenza affettiva e fame d'amore.

dipend affettiva
http://www.valeriarandone.it/articoli/154-gli-amore-dipendenti-dipenden
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/4078-l-amore-affamato-la-dipendenza-d-amore.html
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6605-fame-d-amore-ansia-e-depressione-sono-correlate.html

E questa sulla giusta distanza in amore

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/5888-per-sempre-o-ti-odio-la-giusta-distanza-per-fare-funzionare-un-rapporto-di-coppia.html

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

[#17]
dopo
Utente
Utente
Dott.ssa Randone, ho trovato gli articoli molto interessanti.
L'unica cosa che però mi sento di escludere sono le angosce abbandoniche, perché nessuno di noi due ha paura di un naufragio del rapporto.
In effetti mio marito ha avuto un'infanzia con un po' di carenze affettive avendo avuto genitori un po' severi, specialmente il padre più educatore che genitore, che lo mettevano sempre sotto pressione.
Ma per me invece è stato l'opposto.
Ancora grazie.
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
Lieta di averla fatta riflettere.
Auguri per tutto.

Nin dimentichi la " giusta distanza" è la vera strategia per un amore longevo, tra simbiosi e separazione.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,
parto dal suo titolo:
"Dipendenza affettiva reciproca"
per risconoscerLe la possibilità che l'autodiagnosi sia corretta.

Se state bene insieme, perchè non godere del presente?
Perchè riferirsi al passato?
Perchè enfatizzare le ore in cui non siete insieme?

Siete aggrappati l'uno all'altra come due naufraghi della vita.
Qui sta il problema: nell'incapacità nel vivere il "qui e ora", e farselo bastare anche per il tempo della distanza.
La distanza (specie se di poche ore) è accettabile, soprattutto se ci si sta occupando di cose interessanti, del proprio lavoro.
Accende il desiderio.
L'altro è per noi non solo nella presenza fisica, ma anche nell'attesa serena del re-incontro.

E il bambino che fine ha fatto? con chi vive?

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Utente
Utente
Buonasera dott.ssa Brunialti.
I figli di mio marito sono con noi ogni due week end. Mio figlio invece vive con noi.
A parte ciò non ci sentiamo come due naufraghi costretti insieme, ma come due persone che si sono trovate perché non si sono volute e/o potute accontentare delle relazioni precedenti. Dopo tanto tempo e sofferenza abbiamo trovato ciò che cercavamo, la relazione che si immagina da adolescenti, e non vorremmo mai separarcene.

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
<<la relazione che si immagina da adolescenti,<<

attenzione a non avere un tipo di attaccamento adolescenziale...

D'altra parte se Lei ritenesse che va tutto bene così, non ci avrebbe scritto; non Le pare?