Dipendenza affettiva, oppressione

Buon giorno,

Ho una relazione da svariati anni, che non riesco più a gestire.
Sento di essere sempre succube delle scelte del altra persona, l'unica cosa che sono riuscito a
ottenere è che almeno quando lavoro non venga disturbato, per il resto ogni cosa è posta sotto
il veto dell'altro. La mia ragazza è sempre in perenne crisi, mi dice che io non ho niente da lamentarmi
e lei ha sempre una situazione in cui dovrei capirla e assecondarla.
In più ha dei grandissimi sfoghi di rabbia se non faccio o mi comporto come lei vuole.
Io le voglio un gran bene, ma sento dentro di me, che ribolle una grossa insoddisfazione,
non sto facendo la vita che voglio. Ma allo stesso tempo mi sento in colpa a pretendere
qualcosa di diverso.

E proprio non riesco, è come se fossi bloccato, sono nella condizione che devo sempre mediare.
Poi vengo portato all'insoddisfazione, esplodo, e creo delle situazioni che poi ricadono su di me.
Vengo accusato di non saper gestire le cose, di essere infantile, di non avere controllo sulle mie azioni
e di non pensare.
E' vero in quei momenti non riesco a controllarmi, ma è come se non potessi mai esprimermi,
non potessi mai dire quello che penso ed essere chi sono.

Però le situazioni che si vengono a creare mi intrappolano ancora di piu,
come se dovessi riabilitarmi per correggere quell'errore, per farmi perdonare.
Dicono che manco di ironia e di intelligenza, ma non me la prendevo mai fino a
prima di questa relazione.
Per tutti ero molto equilibrato, non riesco a capire cosa devo fare,
come mi devo comportare, come fare a slegare questo peso interiore
che mi porta affondo.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

da quanto dice la sua fidanzata la sta tiranneggiando in nome di un presunto diritto a prendere decisioni per entrambi, quasi come se questo fosse un risarcimento per quello che non va nella sua vita.

Lei scrive:

"La mia ragazza è sempre in perenne crisi, mi dice che io non ho niente da lamentarmi e lei ha sempre una situazione in cui dovrei capirla e assecondarla."

e vorrei chiederle quali sono i seri motivi per i quali la ragazza ritiene di poter avere l'ultima parola su tutto .
Oltre a lamentarsene, ha chiesto aiuto per risolvere i problemi che sta vivendo?

Vorrei anche sapere in cosa la sua fidanzata la sta limitando e come la sta portando ad un'insoddisfazione che fa esplodere ciclicamente la sua rabbia.
Può fare degli esempi?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Buonasera,


Allora,
Mi delega molti suoi impegni, come fossero impegni miei, sgridandomi a volte se non li compio nel modo giusto(
Quando è presente a casa, vuole comunque che io la segua in quello che fa.
Anche quello che penso se è diverso da come la pensa lei, è sbagliato e non un pensiero intelligente, e non c'è modo di discussione.Posso tenermi quel idea a patto di essere consapevole che è sbagliata.

Le limitazioni a volte sono pure sulle parole che posso o non posso usare, o sui modi atteggiamenti e posizioni che devo o non devo avere.

Ad ogni modo, i motivi suoi sono un po' i problemi di tutti i giorni, il lavoro, le amicizia, la mancanza di soldi.
Però siccome io non navigo nel oro ma non sono povero e faccio un lavoro che mi piace, devo essere sempre a suo sostegno.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Come mai lei ha accettato tutto questo?
[#4]
dopo
Utente
Utente
In realtà, all' inizio non era così. Mi faceva sentire speciale, non c'erano limitazioni di nessun tipo. Poi c'è stata una leggera sbandata in un periodo che ero via, mascherato da momento di gelosia, ha baciato un tipo, da li in avanti ogni volta che io la lasciavo succedeva qualcosa che non andava bene, e mi incolpava di lasciarla proprio in quel momento in cui aveva più bisogno.(Io mi allontanavo solo per motivi di lavoro)
Le prime volte non ci feci caso, pensavo che magari effettivamente era in un momento stressante.
E in quel momento ho cominciato a provare dei sensi di colpa.
La cosa si è intensificata, io ho cominciato a lamentarmi della mia mancanza di libertà, o semplicemente di tranquillità nel prendere delle decisioni, e mi è stato risposto che io sono sempre libero di farlo, ma non lo faccio.
Poi però vengono programmate cose a lungo termine, che mi imprigionano, e se dico che io non sono d'accordo, ecco che allora sono palloso, che non so come si vive, che sono una persona triste.

Allora, come ho accettato tutto questo esattamente non lo capisco. So che non riesco a farlo smettere, perchè non volgio ferire l'altra persona, e in un certo caso mi sento colpevole se certe cose non vanno come dovrebbero. E mi sento sbagliato a pretendere certe cose, perchè sembra siano gesti egoistici che non vanno a favore della coppia, e che di conseguenza mi rendono una persona non capace ed immatura.
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Si è trattato quindi di un processo graduale, del quale lei si è reso conto solo nel momento in cui la misura è stata colma e il disagio per lo stato di cose che si è venuto a creare non più minimizzabile.

Potreste chiedere una consulenza psicologica di coppia, che vi farebbe bene ma che dubito la ragazza possa accettare, se proietta su di Lei tutte le colpe per quello che non va.
Se immagino bene, sara più realistica la possibilità che sia Lei a rivolgersi ad uno psicologo e farsi aiutare a uscire da questa situazione.
Se tiene ancora alla sua fidanzata ed è interessato a cercare di risolvere i problemi che avete glielo consiglio, mentre se si è reso conto che la storia in realtà si è esaurita, e che fa controvoglia tutte una serie di cose anche perchè non ha più un grande interesse a stare con lei, può provare ad allontanarsi per un periodo o a chiudere direttamente la relazione.

In ogni caso le suggerisco di riflettere su quale sia il ruolo del senso di colpa nel tenerLa legata alla ragazza e di assicurarsi che non sia rimasto solo quello a tenervi uniti.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

Lei dice che la Sua ragazza ha dei problemi in diversi ambiti della propria vita.
Ma Lei che scrive che ruolo ha in tutto ciò e come mai si lascia condizionare dal disagio di questa ragazza?
Forse Lei confonde l'idea di poter aiutare/cambiare questa persona con l'idea dell'amore o della coppia, ma nessuno ha il potere di cambiare nessuno.
Soprattutto, ritengo che il senso di colpa sia del tutto incongruo in questa circostanza che Lei descrive.
Noi veniamo trattati come permettiamo agli altri di trattarci.
Come mai accetta di essere trattato in questa maniera?
Io credo sia questo il nocciolo della questione e Le suggerisco vivamente una consulenza individuale con uno psicologo psicoterapeuta per comprendere e distanziarsi da questa Sua modalità relazionale.
I problemi della Sua ragazza dovranno essere affrontati dalla Sua ragazza separatamente.

Cordiali saluti,
Angela Pileci
Psicologa e Psicoterapeuta

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#7]
dopo
Utente
Utente
La realtà dei fatti è che a volte proprio non capisco perchè mi comporto cosi. Mi ricorda un comportamento di mia madre che odiavo, quando lei preparava da mangiare la sera per tutti e mio padre non curante del fatto che mia madre avesse preparato continuava a fare le sue cose nonostante mia madre lo chiamasse a tavola.
Ma nonostante questo trattamento mia madre non era in grado di sedersi a tavola e cominciare a mangiare fino a quando lui non arrivava, e magari lui criticava pure la cena. Ma la sera dopo la situazione era la stessa.

Io faccio la stessa cosa, e non riesco a non farla. In piu man mano che ci sto assieme ho la mente sempre meno lucida, le mie energie vengono assorbite, e quello che succede è che magari mi chiede di fare 3 cose in poco tempo, in contemporanea e poi succede che magari mi dimentico una cosa e li scatta il rimprovero, e il dire che sono stupido e che non so mettere attenzione alle cose, e io le dico che se mi lasciasse tranquillo io non sbaglierei, e lei mi risponde che sono giustificazioni, che devo imparare a fare le cose anche sotto stress, se no sarei un fallito, ecc...

Ho provato già ad andare io personalmente dall'analista, ma arrivavo ad un blocco dove lui mi diceva semplicemente di lasciarla io ripetevo che non riuscivo, ripetevo sempre le stesse cose e cosi di settimana in settimana.. fino a quando per impegni e mancanza di soldi ho deciso di smettere
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Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Se lei è imbrigliato nella ripetizione di uno schema comportamentale che ha interiorizzato negli anni in famiglia non è possibile che riesca a cambiare da solo quel complesso di azioni, emozioni e atteggiamenti che emergono automaticamente, tanto che non sa dire perchè si comporta così.

Da un punto di vista psicodinamico si può ipotizzare che lei si identifichi inconsciamente con sua madre e che per questo motivo senta che la sua condotta prescinde dalla sua volontà, nascendo per l'appunto da moventi inconsci da approfondire ed elaborare.

Se il primo percorso psicologico che ha intrapreso e abbandonato non ha dato i frutti sperati non significa che non sia quella la strada per uscirne, ma solo che quello specifico trattamento non ha funzionato.
Le suggerisco perciò di rivolgersi ad un altro psicologo psicoterapeuta con fiducia, senza pensare che quella strada è già stata tentata e che non darà alcun risultato.