Disperazione

Buonasera,
provo a raccontarvi la mia storia cercando solo un po' di conforto.
Provengo da una famiglia piena di tensione con una madre ansiosa e depressa con personalita' evitante. Appena sono nata lei ha cercato di isolarmi il piu' possibile dal mondo non mandandomi all'asilo e riempiendomi di iperprotezione facendomi frequentare come uniche persone i miei nonni materni. Ho stabilito sempre piu' con lei un rapporto fortemente simbiotico, non avendo contatti con coetanei ( eccetto a scuola),non confidandomi con nessuno se non con mia madre.Mio padre ha sempre avuto un atteggiamento di rifiuto e quasi di fastidio nei miei confronti. Ad undici anni ho avuto un forte attacco di panico, iniziai a soffrire sempre di piu', ero fortemente depressa,a 14 anni iniziai ad avere delle forti vertigini ogni volta che uscivo al punto tale da non uscire piu'. Lamentavo ogni giorno i miei disagi con i miei genitori ma nessuno si preoccupava. Sono stata addirittura dai 14 ai 18 anni chiusa in casa con atroci dolori alle gambe, senza contatti salvo la scuola sotto gli occhi di mia madre che nella sua follia non vedeva niente. La mia unica speranza era diplomarmi poi finalmente cambiare vita, sognavo ogni giorno i miei tempi universitari dove avrei conosciuto tante persone e finalmente sarei stata spensierata come non ero mai stata neanche da bambina. Ero anche una bellissima ragazza e questo mi dava molta forza. Scelsi di partire per l'universita' con un'amica, il mio sogno era Roma ma sapevo che mio padre mi avrebbe aiutato a cercare casa solo se andavo a Perugia per una sua fissazione per quella citta' dove erano stati i miei fratelli. Cosi' andai li'. Non ero felice purtroppo,piangevo ogni giorno ( come se mi mancasse la simbiosi in cui ero vissuta) anche se uscivo da sola abituata a farlo da sempre con mia madre. Tornai dopo pochissimo nella mia citta'.Fu una vergogna grandissima per me. Passai un anno nella mia citta' disperata e l'anno seguente ritentai. Presi una casa con altre 4 ragazze ma continuavo a stare malissimo quindi decisi di tornare e non provarci piu'. Distrutta per il fallimento ebbi un crollo enorme, mio padre mi insultava ogni giorno ed io mi sentivo inutile. Mi sono iscritta all'universita' in una cittadina vicino alla mia con la morte nel cuore e tornando a casa ogni giovedi oppressa da mia madre. Ho passato dai 20 anni fino ad oggi che ne ho 31 continue visite da psichiatri e psicologi, non ho vissuto neanche un giorno la mia giovinezza per lo sconforto in cui sono piombata. Tutti i giorni con mia madre,tutti i fine settimana e tutte le estati io e lei in un mondo a parte. Da tre anni ho perso tutti i capelli, le ciglia e le sopracciglia per una malattia autoimmune aumentando anche di peso per i farmaci. Non mi riconosco piu', sono invecchiata e imbruttita. Ho 30 anni e invidio ogni adolescente e ventenne, non riesco ad avere questa eta'. Odio tutti e li invidio moltissimo.Sono completamente impazzita per tutto quello che ho vissuto.
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Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, spiace leggere quanto dolore, quanto spreco ha attraversato la sua vita, tuttavia vorrei incitarla a reagire e a trovare , cercare aiuto.. credo che dal suo medico, o dai suoi medici sia possibile avere indicazioni per trovare il percorso giusto a cui rivolgersi, non ci dice niente delle cure che fa, di come è seguita .. tecnicamente.. Trentanni sono pochi per darsi per vinta, Lei è giovane e se era una bellissima ragazza , come ci ha detto, la struttura ossea permane al di là elle oscillazioni di peso..e si può ripartire, usi la rabbia che l'ha fatta ammalare per fare ogni giorno una cosa che le piace, per arrischiarsi a vivere oggi un pò , domani ....un pò di più, senza precludersi nessuna strada..
Non ammiri , non guardi gli altri , le altre , a stare insieme si impara come tutto e anche ad avere ogni giorno un pò di coraggio in più si impara.. Ci riscriva , se crede, si racconti,ci parli delle sue conquiste , di un pezzettino di coraggio ritrovato..
Auguri davvero per la sua vita.. buona notte..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Non ce la faccio, non voglio piu' vivere. Dieci anni fa nella disperazione chiedendo aiuto mi avevano detto che mia madre avrebbe dovuto farsi subito curare o comunque dovevamo farlo insieme. Io a 20 anni ero logorata da tutto quello che avevo passato e con fatica immensa ho provato a fare ogni cosa per potermi salvare ma da sola con una situazione troppo pesante non ce l'ho fatta. Tornavo nel malessere ogni singolo giorno perche' contornata da familiari malati. Ora invecchiata e con la malattia sopraggiunta non ho piu' scopi e sono scioccata dall'avere 30 anni. Allo specchio vedo un mostro pelata e senza piu' neanche ciglia. Vecchia senza essere mai stata giovane. Mi manca come l'aria la giovinezza di un tempo, come l'ossigeno. Non riesco a non odiare i miei coetanei, non sono come loro, ci ho provato ma mi spengo quando sono con loro, c'e' un abisso incolmabile,troppa distanza..vengo dal buio. Ci ho provato ad esserlo ma niente, non riesco ad indossare una maschera. Sono troppo in uno stadio infantile. Sto scoppiando, mi dispero gridando tutto il mio dolore che ormai e' al suo limite, sto piangendo anche ora. Sono costretta a mascherarmi ogni giorno che esco dietro una parrucca e non posso vedere un futuro cosi'. Rivedo la ragazza che ero a 20 anni dietro ad una finestra ad osservare il mondo, con i suoi capelli e il suo bel viso e mi dispero perche' non c'era nulla allora da nascondere, pur essendo molto malata almeno non avevo nessun difetto fisico. Ero depressa e disperata ma ero, come dicevo,bella come tutte le giovani di quella eta'. Purtroppo vivevo troppo lontana e sconosciuta al mondo e cosi' per anni e anni. Sono troppo logorata, grazie per le parole di conforto e per i consigli ma non sono piu' nella condizione di fare niente. Ho fatto tutto quello che potevo. Tutto.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Se mi permette vorrei *disturbare * un istante l'intimita' del dolore che Lei sta provando e che sento infinito!
Il sistema immunitario che Lei ha mobilitato per questa patologia autoimmune Le sta inviando un segnale possente. Ho usato volontariame questo termine per colpire la Sua attenzione.
Lei ha vissuto tutta la vita rifugiandosi fra le severe braccia della Sua famiglia e ora forse il Suo inconscio Le sta dicendo "basta* .
Il Sistema Immunitario e' il Sistema organico che media i rapporti con la psiche e il fatto che abbia colpito i capelli e le ciglia mi fa pensare. Non ad un intento di *imbruttirla* come Lei pensa, ma di *scoprirla*.
Toglierle i capelli, simbolo femminile che copre la testa e la rende *donna* come sua madre.
Sa, questo suo sintomo lo indivduo molto potente. In quanto rivolto a Lei *persona*: le dice di ribellarsi. Di smettere di essere conforme ai dettami depressivi imposti dalla Sua famiglia. Di iniziare ad essere se' stessa e non solo una *figlia*
Sa, la sua tematica mi ha fatto venire in mente una giornalista televisiva molto in gamba, che va in onda da sempre, e con grande audience, con un turbante, molto elegante e adatto al ruolo che svolge in TV.
Mi sono spesso chiesta quale patologia la costringa all'uso del turbante ma al contempo ho provato per lei grande stima e ammirazione: in TV occorre grande personalita' per indossarlo con disinvoltura e stile trasformandolo in un accessorio trendy! Non pensa?
Non vede una correlazione fra la Sua tematica e questa giornalista? Un invito forse? Un suggerimento?

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

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dopo
Attivo dal 2016 al 2018
Ex utente
Non so se sia giusta o meno come chiave di lettura ma dopo 30 anni la situazione e' diventata troppo grave sia internamente che esternamente il mio corpo. Non riesco ad accettare l'eta' e il fisico, a pensare addirittura di dover convivere con questo drammatico disagio estetico dopo una vita che gia' e' stata disperata, non ho le forze. Non accetto troppe cose, e' passato tutto. Io non ho inoltre 30 anni, solo anagraficamente, ma credo di esser cosi' malata che farei cose da bambina, da adolescente...per tutto quello che non ho fatto mai. Mi manca il crescere con un'amica, insieme, alla pari. Cose tipiche esattamente di una persona piu' piccola:La formazione di una personalita' ,anche la dimensione banale del gioco che si vive nell'infanzia, far cose stupide, il divertimento tipico solo di un certo periodo di vita, la spensieratezza e la follia salutare solo dei vent'anni. Questo vuoto so che e' incolmabile. Ho tentato disperatamente di allinearmi ai coetanei trentenni di adesso ma non riesco a vivere come loro.
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Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile Signorina,
Mi sembra che oramai la *depressione* si sia stabilità in Lei. E Le consiglio di chiedere un consulto per fronteggiarla o le togliera' la forza di combattere. Forza che non si puo' perdere!
Mi faccia sapere!