Psicopatofobia

Buongiorno,
prendo le mosse col ringraziare chiunque impiegherà generosamente parte del suo tempo per rispondere alla seguente domanda.
Ho intitolato il consulto "Psicopatofobia", ma, in realtà, credo che il problema sia molto meno grave di quanto questa espressione possa far apparire, perciò ritengo che anche solo qualche consiglio possa essere utile per risolverlo.
Premetto che sono sempre stato ansioso, forse perché da piccolo ho vissuto "nella bambagia" o per questioni genetiche, dato che anche mio padre ne soffre e ne ha sofferto. Quest'ansia la nutrivo ogni volta che mi confrontassi con qualcosa di nuovo, quale che che essa fosse, ma, crescendo, il problema si era decisamente attenuato.
Ciononostante, da qualche tempo, sembra essersi invece incrementato, forse anche perché da quando è iniziato il mio percorso di studi universitario mi dedico quasi esclusivamente allo studio, limitando le occasioni d'incontro con l'altro e, dunque, non scarico le energie ed il nervosismo prodotto dallo stress . Tale incremento è stato, per come l'ho avvertito, improvviso.
Tempo fa, sognai d'impazzire e, svegliatomi di soprassalto, ebbi una crisi d'ansia che sfociò in un attacco di panico. Lo riconobbi subito, nonostante non ne avessi mai avuti. Da quella notte, a momenti di serenità si alternano momenti di inquietudine, perché temo davvero di perdere il senno, malgrado continui a ripetermi che è soltanto uno scherzo dell'ansia e che non vi è alcun fondamento che possa giustificarlo. In quei momenti di turbamento, avverto, oltre i sintomi dell'ansia, un forte senso di spersonalizzazione. In pratica, è come se la mia testa si staccasse dal corpo ed io fossi spettatore della mia vita. Per inciso, riporto che soffro anche di un leggero Disturbo Ossessivo Compulsivo, anche se privo di compulsioni. Si tratta di ossessioni pure, ma di breve durata e che non influiscono negativamente sulle mie attività quotidiane. Ne riporto qualcuna (timore di avere investito qualcuno senza essermene accorto (anche se rarissima e nutrita nei periodi di maggiore stress); ossessioni aggressive nei confronti dei miei parenti e familiari (più frequenti, anche per via di litigi in famiglia, acuiti dal fatto che non se ne parla, per evitare di peggiorare la situazione. Tuttavia, ci si fa dei dispetti reciproci che a me paiono molto infantili); ossessioni legate al timore di non rendere bene nello studio unito ad un po' di perfezionismo (che poi è la causa della limitazione delle relazioni sociali e delle attività ricreative).
Detto ciò, che cosa mi consigliereste per risolvere questo piccolo problema?
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Caro Utente,

i problemi che elenca mi sembrano tutt'altro che "piccoli" e non esiste alcun consiglio che possa consentirle di curarsi da solo.
Se soffre di uno o anche più disturbi d'ansia (che da qui non possiamo diagnosticare) è necessario che si rivolga ad uno psicologo psicoterapeuta e magari anche ad un medico psichiatra per farsi aiutare.

Non sottovaluti la situazione, che senza trattamento adeguato può solo peggiorare.
Il fatto che anche suo padre soffra di un'ansia eccessiva peggiora inoltre il quadro, perchè significa che lei ha appreso da quello che è il suo modello naturale ad essere ansioso, a temere di perdere il controllo e/o ad angosciarsi se qualcosa non va come lei vorrebbe (mi riferisco al perfezionismo, che limita addirittura le sue attività sociali).

Rilegga il suo messaggio e faccia finta che sia stato scritto da qualcun altro: le sembra ancora un problema da nulla?

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Gentile utente:

Io avanzerei una ipotesi:
Lei e' molto giovane e potrebbe avere subito una *suggestione* rispetto ai disturbi di Suo padre.
Avere gli stessi suoi disturbi potrebbe attribuire a Lei una identita'. Familiare, adulta. E questo farLe onore.
Ovviamente il meccanismo sarebbe inconscio. Ma molto noto in psicologia.
Quindi il suggerimento e' cercare di discriminare la realta' rispetto ai desideri. I desideri che, se molto intensi possono strutturare *la realta'*. Dargli una struttura. Vera o no! Occorre discriminare con cura!
Si affidi ad uno psicoterapeuta per comprendersi!
Auguri!

Dott.a FRANCA ESPOSITO, Roma
Psicoterap dinamic Albo Lazio 15132

[#3]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile utente,

la vicinanza fisica ed emotiva con un genitore che soffre di qualche disturbo (ad es. ansia, depressione, ecc.) porta ad assorbire proprio quel tipo di risposta alle situazioni.

Un percorso psicologico ha lo scopo di modificare tale risposta.

Come vede, noi specialisti non riteniamo tanto piccolo il problema.
Le stiamo consigliando concordemente - anche se da punti di vista differenti - di farsi aiutare.

Saluti cordiali

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#4]
dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Buongiorno, innanzitutto vorrei ringraziare tutti Voi per le Vostre risposte. Replico a distanza di tempo dalla pubblicazione del consulto, poiché ho preferito raccogliere anche il parere del medico di famiglia, al quale ho riportato pure i Vostri consulti.
All'esito di un lungo e approfondito esame della mia condizione, abbiamo concluso che l'ansia e gli attacchi di panico dipenderebbero da numerosi atti di bullismo subiti durante l'infanzia e la prima adolescenza, le cui conseguenze furono acuite da un atteggiamento piuttosto austero da parte di mio padre, che infieriva, non avendo mai accettato la mia debolezza. Ciò costituirebbe la fonte di pensieri intrusivi durante la giornata che, soprattutto nelle fasi di studio, oltre a distrarmi, infondono rabbia ed aggressività, le quali, infine, sfociano in ansia e, a volte, in attacchi di panico. Conseguentemente, anche avallando i Vostri suggerimenti, ho deciso di intraprendere un percorso psicoterapeutico, attraverso cui rimuovere tale aggressività e lavorare sulla mia autostima.
Tuttavia, non potendomi permettere uno psicologo, ho prenotato una visita presso il consultorio, che, purtroppo, è stata fissata per il prossimo mese. Dunque, mi chiedo, se, nel frattempo, io possa fare qualcosa da me, per, quantomeno, ridurre quantitativamente questi pensieri intrusivi o attenuarne l'incisività e, così, poter studiare più serenamente.
Ringrazio tutti gli specialisti che vorranno suggerirmi qualcosa.
[#5]
Dr.ssa Franca Esposito Psicologo, Psicoterapeuta 7k 154
Guardi,
Potrebbe fare un elenco scritto dei pensieri che la turbano:
Cio' che accadde
Come Lei li visse
Che *solidarieta`* ebbe o non ebbe da compagni etc e che emozioni questa reazione Le produsse
Come parlo` a Suo padre
Che reazione ebbe lui
Che reazione Lei si aspettava da lui

Queste tematiche e le riflessioni potra' portarle al consulto. Per parlarne con consapevolezza.
Vorrei farle una precisazione: se Lei parte con il volere *ridurre* i sitomi che ha sta iniziando con il piede sbagliato. Soffocare i sintomi serve solo a lasciarli dove sono e a farli peggiorare vieppiu`.
Perche` i sintomi smettano di aggredirLa Lei deve *discriminare* le cause, elaborarle a fondo e portarle a livello cosciente. Con la forza dell'Io, un IO potenziato dal lavoro terapeutico, potra` fronteggiare tutto. Dopo di questo i sintomi miglioreranno e la lasceranno libero!
Spero di aveLe illustrato il processo che deve avvenire per stare meglio davvero!

Auguri!
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