Apprendimento studio

salve a tutti sono una ragazza che frequenta il 3 anno di giurisprudenza e da a un periodo a questa parte mi trovo ad affrontare una crisi, non riesco a dare privato lo vado anche a tentare ma è già la terza volta che mi bocciano.
Da premettere che la facoltà che ho scelto è tosta si, ma mi piace tanto, rifarei altre mille volte la stessa scelta.
Il problema è che mi sono resa conto che forse è il mio metodo di studio che magari non è adatto, ma sta di fatto che non capisco perchè ripeto e ripeto e appena vado a togliere il libro, qualcosa mi ricordo e altre no e infatti quando vado all'esame e mi fanno la domanda non ricordo quasi nulla se non la parte iniziale e poi il vuoto.
eppure ho una buona memoria soprattutto visiva, ma per quest'esame niente, provo solo un odio profondo, è diventato uno scoglio insormontabile, mi sono fermata a quest'esame. proprio per non restare indietro ho deciso di prepararne anche altri, ma poi ripenso che non ce la farò mai, che sto indietro e che non riesco a memorizzare niente.
Spesso proprio per questa cosa perdo tempo sui libri, la mia mente vaga e penso ad altre cose, mi sento bloccata penso di non riuscire a fare niente di buono nella vita a non avere un futuro e che gli altri sono migliori di me che prendono voti anche più alti...
Mi sento una stupida non so che fare, voi cosa mi consigliate, quale metodo potrebbe essere adatto....
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile ragazza...

con i limiti di un consulto on line, direi che ripetere e ripetere (per quanto la facoltà di giurisprudenza richieda una buona memoria e ripetere), in realtà sortisce l'effetto opposto. Le spiego perché.

Più ripeto un concetto o una procedura, più diminuisce la salienza del ricordo, perché in realtà è sufficiente ripetere per un numero limitatissimo di volte, soprattutto se si è ansiosi.

Inoltre, vorrei che notasse dove la porta questa situazione, cioè a ritenere di non essere in grado di fare nulla... Sta davvero generalizzando, non trova?

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

[#2]
dopo
Utente
Utente
Si infatti non mi è servito a niente ripetere e ripetere, se non peggiorare la situazione, lei quindi cosa mi consiglierebbe?
si mi rendo conto che sto generalizzando forse troppo, delle volte non riesco a frenare i pensieri soprattutto quelli negativi..
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Dr.ssa Stella Di Giorgio Psicologo 34 2
Gentile ragazza, l'esame di diritto privato per gli studenti di Giurisprudenza in effetti è uno degli scogli più duri. E' tra gli esami più vasti e complessi del percorso, tende a sfidare le proprie abilità, a mettere in discussione se stessi, a sollecitare diverse domande e a provocare ansia e demotivazione.

Eppure per questo è un esame produttivo, stimola a interrogarsi, a rompete abitudini consolidate di studio e a trovarne nuove, compiendo un progresso nel tuo percorso di apprendimento.

E' una fase di travaglio che poi potrà generare un nuovo approccio allo studio, avvicinandoti alla visione critica e matura di un professionista. E' come un rito di passaggio, doloroso, ma importante, perché segna una rottura. E' come la farfalla che si sta sviluppando: per uscire dal bozzolo, fa molta fatica, perché dovrà farei dei movimenti con le ali, che quando era bruco non aveva mai fatto. I movimenti che faceva quando era bruco, era adatti per vivere dentro il bozzolo, ma diventare farfalla e volare, richiede altri movimenti dolorosi, che servono a rendere forti le ali.
Stai quindi attraversando una fase di passaggio, di rielaborazione del tuo metodo, per renderlo più forte, passando da studente della triennale a studente, poi, della magistrale. Con l'Esame di Stato, ci sarà un'altra evoluzione, da studente universitario, a professionista, riorganizzando di nuovo la propria identità di professionista che apprende e progredisce.

Il metodo di studio che funzionava prima, è vero, per questo esame non funziona e più e occorre rinnovarlo. Questo a aiuta a intendere il metodo di studio come qualcosa di vivo, che cambia continuamente, che è diverso in base alla materia, al tempo a disposizione, alla fase di crescita in cui si trova e a tanti fattori. Non è un insieme di tecniche efficaci in sé e per sé, ma richiede un'attitudine alla flessibilità.

Non è qualcosa di rigido, da applicare meccanicamente. Per questo nessuno può suggerirlo: quello che funziona per una persona, può non funzionare per un'altra. C'è anche chi supera questo esame ricorrendo ancora più intensamente al vecchio metodo di studio meccanico e mnemonico, ma che senso avrebbe? Vanificherebbe tutte le potenzialità di sviluppo insiste in questo tipo di passaggio.

Rifiutandoti di persistere in un metodo inadeguato per questo esame, anche se finora si era rivelato adeguato per ciò che hai appreso prima, si aprirà una fase di sperimentazione, in cui potrai testare diversi metodi, ampliare il tuo personale repertorio di metodi di studio, tentare diversi modi di apprendere. L'insieme di questi tentativi farà evolvere il tuo rapporto con questo corso di studi.

Il fatto che sei arrivata di fronte a questo scoglio e ti fai tante domande, vivendo criticamente questo passaggio, vuol dire che hai tutte le potenzialità per affrontarlo, sperimentando, scoprendo autonomamente altri modi di apprendere, costruendo una nuova relazione con lo studio universitario.

Lo psicologo presente negli sportelli di ascolto universitario potrà anche sostenerti in questo percorso di apprendimento e di crescita personale e nell'elaborare pensieri con cui attribuire un significato a questa esperienza.
In bocca al lupo!

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dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la risposta, è proprio quello che sto affrontando una fase di crescita, di passaggio e che mi sta rendendo consapevole di quello che ho sbagliato e che sto sbagliando, per migliorarmi e affrontare al meglio questo percorso. Le sue parole mi hanno rincuorato e dato un pò di fiducia in me stessa, che a volte tende a mancarmi.