Abusi sessuali e sensi di colpa

Buongiorno gentili dottori, vi scrivo per avere un chiarimento su un fatto molto delicato avvenuto durante la mia infanzia, che non oserei mai confessare ad alcuno per i motivi che vado ad esporvi. Premetto che mia madre aveva un fratello affetto da sindrome di Down morto 5 anni fa all’età di 51 anni, che ha sempre vissuto con i miei nonni. Quando avevo quasi 5 anni i miei mi lasciarono per una settimana a casa dei nonni materni per un piccolo problema di salute di mia madre che richiese un breve ricovero in ospedale. Un pomeriggio, mentre giocavo nel giardino dei miei nonni lontana dai loro occhi, mi si avvicinò questo mio zio che, tenendomi ferma con le braccia, iniziò a toccarmi e baciarmi dappertutto, anche sui genitali. Disgustata ma soprattutto molto spaventata, ricordo che cercai di divincolarmi con le braccia dicendogli di lasciarmi stare perché quello che stava facendo non mi piaceva. Credo che il tutto sia durato appena qualche minuto, poi mi lasciò andare e ricordo che scappai lontano e rimasi per un bel po’ nascosta dietro un muretto. Quando mi calmai però non dissi nulla a nessuno di quello che era successo. Il giorno dopo (o forse dopo poche ore, sulla tempistica il ricordo è molto fumoso), si ripetè la stessa cosa: stessa situazione, stesso approccio, stesso spavento ed ancora io che scappo ma poi non dico nulla a nessuno. Credo si sia susseguito ancora qualche altro episodio analogo contro la mia volontà, ma poi inizio a ricordare qualcosa che per anni ho faticato pure ad ammettere a me stessa. Ricordo infatti che da un certo momento in poi iniziai io stessa a ricercare volutamente di rimanere sola con lui per continuare quel “gioco”. Sono assolutamente certa di ricordare di non aver mai provato del piacere fisico in quei momenti, neppure in quelli poi provocati, per così dire, da me. Non ricordo esattamente quanti approcci voluti anche da me ci siano stati, credo non più di un paio e sempre durati pochi minuti. Non so perché ad un certo punto iniziai a provare interesse per quel “gioco”, eppure ricordo benissimo che, seppur bambina, ero consapevole che si trattasse di qualcosa che non stava bene, da non fare. Mi chiedo allora che razza di bambina fossi, perché mi sembro un mostro, una specie di pervertita. Eppure, ogni volta che ho letto o ascoltato in tv le testimonianze di chi ha vissuto episodi analoghi al mio, non c’è mai stata una sola vittima che abbia detto di averli in qualche modo cercati e voluti. Tutto ciò mi fa sentire una mosca bianca, o meglio, una mosca "nera”, perché mi sento davvero senza dignità. Ho provato a cercare giustificazioni al mio comportamento ma non ne trovo: avrei potuto giustificarmi, infatti, se in quei momenti fossi stata del tutto inconsapevole del disvalore della cosa, e invece sono certa di ricordare che anche allora ero consapevole del fatto che quel “gioco” fosse sbagliato. Ma è normale che una bambina così piccola provi interesse per certe cose? Devo considerarmi una persona deviata?
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

la colpa e la vergogna, quando succedono queste cose, sono SOLO ed ESCLUSIVAMENTE dell'abusante e mai della vittima.

Vero è che qui parliamo di una persona con un ritardo mentale, ma preferirei che ci occupassimo di Lei che scrive.

I bambini per definizione sono vulnerabili e non sanno che cos'è la malizia nè la sessualità, quindi non hanno nessuna responsabilità.
Bisogna però dire che -anche se si tratta di abuso sessuale- può verificarsi un certo "piacere" o meglio confusione: il bambino non sa che cosa sta succedendo, non riesce a codificare l'accaduto e quindi non sa se è una cosa bella (perché comunque alcune attenzioni e carezze fisiche possono risultare piacevoli) o brutta (non piacevole e comunque segreta).

Inoltre, spesso il bambino viene minacciato: non può dirlo a nessuno, altrimenti succederà qualcosa di brutto o comunque non verrà creduto da nessuno.

Però la confusione maggiore è proprio perché il fatto è per un bambino illeggibile. Per un adulto, invece, capace di poter esprimere il proprio consenso ad un atto sessuale, il fatto è certamente leggibile. Ecco perché ad esempio lo stupro è leggibile rispetto all'abuso sessuale.

Se questa vicenda ha ancora strascichi, il mio suggerimento è di rivolgersi ad uno psicologo psicoterapeuta esperito in problematiche di questo tipo.

Cordiali saluti,

Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cara utente,
andiamo per ordine per dissipare i suoi dubbi:

1)<<Ricordo infatti che da un certo momento in poi iniziai io stessa a ricercare volutamente di rimanere sola con lui per continuare quel “gioco”.>>
Le rispondo dicendole che già all'asilo è bene che i bambini ricerchino il piacere della masturbazione e la scoperta dell'altro sesso. È una cosa assolutamente normale (non deviante) il suo comportamento da bambina. Il periodo di vita tra i 4 e i 6 anni, è assolutamente normale, che sia fortemente caratterizzato anche dall’esplorazione del proprio corpo e di quello altrui nell’ambito del gioco. Diventano frequenti, in questa fase, i “giochi a sfondo sessuale”. I bambini si fanno un’idea ben chiara e definita di “cosa fa un maschio” e di “cosa fa una femmina” (ruoli di genere).

Normale non è (ma purtroppo è comune) l'essere vittima di approcci sessuali in tenera età da parte di adulti. Nel suo caso specifico, persone con handicap mentale.


2) <<Eppure, ogni volta che ho letto o ascoltato in tv le testimonianze di chi ha vissuto episodi analoghi al mio, non c’è mai stata una sola vittima che abbia detto di averli in qualche modo cercati e voluti. Tutto ciò mi fa sentire una mosca bianca, o meglio, una mosca "nera”, perché mi sento davvero senza dignità.>>
La TV è un teatro cara utente, dove si recitano copioni di commedie. È assolutamente probabile che alcune delle testimonianze di vittime che lei ha ascoltato, fossero preparate ad hoc e che alla vittima sia stato dato anticipatamente il copione delle domande a cui rispondere o ancora, è altrettanto plausibile che la vittima non abbia fatto menzione del comportamento che lei ci ha descritto. Questo per una serie di motivi: sensi di colpa? Vergogna?. Plausibile anche che lo abbia accennato all'intervistatore e che, data l'incapacità dei mass media di affrontare certe tematiche sensibili e così delicate, abbiano preferito tagliare.

serenità


Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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dopo
Attivo dal 2016 al 2017
Ex utente
Ringrazio di cuore entrambi per le sollecite risposte, che mi hanno davvero rinfrancato molto. Non ho mai avuto il coraggio di parlare di questa cosa con nessuno, e molto probabilmente se non ne parlai nemmeno con i miei genitori quando tornai a casa nostra fu proprio perché, sentendomi in colpa per aver cercato io stessa gli ultimi approcci (che fortunatamente poi da allora non si sono ripetuti mai più), mi tenni tutto dentro per “punirmi”. Per di più, essendo mio zio affetto da sindrome di Down, avevo anche paura che pensassero che avessi io approfittato in qualche modo di lui (oggi questo pensiero mi sembra assurdo, ma da bambina lo pensai davvero). Qualche strascico in realtà credo ci sia stato, ed infatti leggendo uno degli articoli gentilmente suggeritimi dalla dott.ssa Pileci mi sono ritrovata molto laddove tra le conseguenze descritte vengono annoverate la mancanza di autostima e soprattutto l’accostare al sesso sofferenza emotiva. Per molti anni ho rifuggito l’dea di una relazione di coppia e nonappena mi accorgevo che un ragazzo si avvicinava a me con intenti sentimentali/sessuali fuggivo via. Agli altri dicevo che ero maggiormente interessata allo studio e al lavoro e non mi interessava avere un fidanzato, ma dentro di me sapevo che non era vero. Non avendo avuto altri traumi da piccola né un’educazione particolarmente rigida, penso di poter affermare che con molta probabilità la causa di tutto questo sia stata dovuta a questo mio segreto. Volevo punirmi perché mi sentivo in colpa non tanto per il non aver chiesto aiuto a nessuno all’epoca – in fondo ero solo una bambina e all’inizio ero molto spaventata – ma perché in seguito avevo io stessa provato gusto in quegli atti. Solo da qualche anno vivo in maniera molto più serena la vita sessuale (un po’ meno quella sentimentale, ma ci sono netti miglioramenti anche lì), e se ho sentito il bisogno di scrivervi è perché sento l’esigenza di liberarmi in qualche modo di questo segreto e mettere un punto definitivo a questa storia. Aver iniziato a parlarne qui mi ha aiutato molto ad allentare la tensione in vista di un mio eventuale futuro colloquio con uno psicoterapeuta qualora decidessi di parlarne anche dal vivo. Grazie ancora per le vostre risposte.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Prego gentile utente, siamo qui per questo e felici di averla rinfrancata rispetto ai suoi timori.

Un caro saluto
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

solo una precisazione: cercare direttamente degli approcci, nella mia esperienza, ha la finalità di evitare conseguenze peggiori da parte della vittima di un abuso, se non addirittura dal desiderio di cercare di poter controllare una situazione drammatica e, come dice Lei, trattandosi di una persona disabile, la probabilità di non essere creduti è ciò che un bimbo teme di più, oltre ad altre punizioni.

In ogni caso, dal momento che oggi Lei sta meglio ed inizia ad assaporare in maniera più libera la Sua vita e la sessualità, direi che sarebbe opportuno maneggiare con estrema cautela questo fatto perché è importante mettere a fuoco solo ciò in cui davvero incontra difficoltà e non ciò che funziona bene.

Ad esempio, rompersi la testa su quanto accaduto o su Sue improbabili colpe e responsabilità, a mio avviso ha poco senso.
Ha invece senso capire in che cosa fa fatica dal punto di vista sentimentale e partire da lì a trovare nuove strategie.

Poi, non è mica detto che un'attuale difficoltà sia legata a questi episodi: è sempre opportuno valutare bene caso per caso e in ogni caso, senza accanirsi su cause ma intercettando le SOLUZIONI.

In ogni caso Le auguro di risolvere presto le Sue difficoltà e una consulenza psicologica mi pare una buona idea! :-)

Cordiali saluti,
[#7]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Gentile utente,

<<Ma è normale che una bambina così piccola provi interesse per certe cose? Devo considerarmi una persona deviata?<<

Sì, è normale la curiosità dei bambini per la sessualità; ed anche per gli approcci ricevuti sia pure con sentimenti ambivalenti: disgusto e piacere contemporaneamente.

Non è stato finora forse adeguatamente sottolineato che, per una bambina di 5 o 6 anni, riuscire ad attirare ripetutamente l'attenzione sessuale di un adulto, è di per sè fonte di gratificazione e di orgoglio; sia pure mescolato alla consapevolezza infantile di essere "fuori luogo".
Questo è uno dei motivi per cui il/la minore li ricerca, condividendo un segreto con l'adulto ("normale" o Down) che è allo stesso tempo sintomo di colpa e di successo.

Questo intricato groviglio di sentimenti lo incontriamo anche di persona, quando noi psicoterapeuti accogliamo le confidenze sofferte e sofferenti di chi ha vissuto i fatti molti anni prima.
Ma decidere di parlarne - e il primo passo forse è proprio qui online - è di grande e estrema importanza.

Ci fa piacere averLa ascoltata!

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/