28 anni, confusione e paure

Ave medici, qui è un ventottenne fallito che vi scrive. Sono un ragazzo ignorante e stupido. Da ragazzino amavo stare in contatto con gente più matura di me, forse perchè coi miei coetanei avevo spesso problemi a socializzare, venivo preso in giro da alcuni, questo mi convinse a lasciare gli studi, quindi mi trovai un lavoro, con l'aiuto di mio padre. Il primo lavoro l'ho lasciato dopo un mese perchè litigavo spesso col datore per come mi trattava. Nulla di grave a quel tempo, cambiato lavoro e tutto andava nel verso giusto. Nel corso degli anni ho avuto vari impieghi, non mi è mai piaciuto fare un lavoro fisso per troppo tempo. Tutti lavori umili, o come vengono definiti volgarmente: da ignoranti. Quattro anni fa, però, è cambiato qualcosa in me, non voglio più fare la classica vita "normale", voglio qualcosa di diverso, qualcosa che mi faccia cambiare totalmente livello e stile di vita. Quel qualcosa che non riesco a trovare e che insieme alla depressione, mi tiene chiuso in casa da 3 anni.(Non esco perchè temo il giudizio della gente, provo vergogna a farmi vedere e provo vergogna ad essere un figlio inutile, ed anche un essere umano che consuma solo ossigeno, oltre che essere brutto) Recentemente si è smosso anche qualcos'altro, mi piacerebbe tornare tra i banchi di scuola, prendere un diploma e poi una laurea, ma non l'ho ancora fatto, la causa di ciò mi fa provare rabbia e frustrazione. Sono caduto in quel vortice da me tanto odiato... io la chiamo la "sindrome dell'ormai è troppo tardi". Quella bestia contro la quale ho sempre lottato e vinto, in passato. Ho aiutato anche dei vecchi amici a liberarsene quando subivano dei fallimenti, solo che adesso ha preso possesso di me. Per questi motivi, spesso mi trovo a fare ricerche in rete, del tipo "persone che sono diventate famose/che hanno raggiunto il successo in età adulta", e che mi deprimono sempre più perchè leggo spesso quella frase bastarda, ormai è troppo tardi. E' possibile che per aspirare a qualcosa di PIU', bisogna per forza iniziare da piccoli? Io non voglio pensare ad aspirare solo ad una vita lavorativa di "basso rilievo" (attenzione alle virgolette, non voglio assolutamente declassare alcun lavoro) Io non ci voglio credere, o meglio, non vorrei crederci. Purtroppo sono stato contagiato, quindi non mi do pace, mi abbatto. Ho pensato al suicidio, ma ho troppa paura di soffrire, in quel caso penso che l'unica via d'uscita sia l'eutanasia, per non soffrire più. Nei rari momenti di pace, provo ad immaginare la mia vita che cambia, prendendo quel foglio di carta e magari studiando qualcosa che possa aiutarmi a trovare una professione che mi piacerebbe fare come ad esempio, una vecchia passione ormai abbandonata, i videogiochi, magari scegliendo un indirizzo che mi formi in quel settore. Oppure, una scuola di recitazione, viste le mie "doti" passate, quando riuscivo a fingere in maniera perfetta, anche un litigio. Però non ci riesco, mi dico che ormai sono vecchio. Aiutatemi voi.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
Gentile Utente,

fino a quando tutto ciò resterà un'idea o meglio un pensiero dietro al quale buttarsi giù e autocommiserarsi, è chiaro che non solo non ci sarà una soluzione ma il Suo umore peggiorerà sempre più alimentando la sensazione di essere un fallimento, di essere poco efficace e di doversi vergognare.

Invece potrebbe mettere a fuoco con l'aiuto di qualcuno se da solo non riesce (e non c'è nulla di male in tutto ciò, perché tutti abbiamo bisogno degli altri, non per questo siamo meno intelligenti!) un progetto mirato, percorribile, sensato per raggiungere i Suoi obiettivi.

28 anni non sono tanti per una progettualità di questo tipo, e non significa che Lei fin qui non abbia imparato nulla. Forse dovrebbe solo focalizzarsi su tutti i Suoi aspetti positivi, perché quando si descrive come un fallito è poco rispettoso verso se stesso.

Cordiali saluti,








Dott.ssa Angela Pileci
Psicologa,Psicoterapeuta Cognitivo-Comportamentale
Perfezionata in Sessuologia Clinica

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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
"Però non ci riesco, mi dico che ormai sono vecchio. Aiutatemi voi."

Più che noi online, un nostro collega de visu potrebbe aiutarla davvero.
Se sente questo bisogno, se questa voglia di una nuova vita, e di un possibile cambiamento sta serpeggiando dentro di lei, la prenda per mano.

Si faccia aiutare però, cambiare, spesso, non è facile.

È più facile e comodo ripetere lo stesso modus operandi, immodificato e rassicurante.

Auguri per tutto.

Cordialmente.
Dr.ssa Valeria Randone,perfezionata in sessuologia clinica.
https://www.valeriarandone.it

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile uente,

Lei ha XX anni e ci dice che, a causa della Sua infelicità ed altro, sta tutto il giorno in casa.

Domande apparentemente banali:
di che vive?
Con chi vive?
Lavora da casa?
Chi va a fare la spesa?
Chi cambia le lenzuola?
...?

Intendo dire che talvolta anche i genitori colludono con le situazioni patologiche dei figli, evitando di spingerli a passare dalle intenzioni ai fatti.

E' apprezzabile l'intenzione di riprendere gli studi,
(non è mai troppo tardi, il cervello rimane plastico fino a tarda età se sano),
purchè non preveda il mantenimento da parte dei genitori:
in questo caso la mancata assunzione delle Sue responsabilità di adulto la infantilizzerebbe maggiormente.


Se invece Lei ritiene di essere caduto in una spirale depressiva da cui non riesce ad uscire da solo, chieda aiuto al più presto.
Basta chiedere un appuntamento allo Psicologo del Consultorio della Sua città.

Cordiali saluti.





Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Grazie per le vostre risposte
@Dottoressa Pileci E' esattamente quello che vorrei fare, progettare un nuovo futuro, del tutto diverso dal passato, per tornare ad essere una persona felice. Ho, però, troppa paura che per me sia troppo tardi, mi sento come se dovessi rassegnarmi per via della mia età. E quindi mi faccio sempre la stessa domanda: Sono io a sbagliare pensando in questo modo, è la società con la quale il mio pensiero si è, ormai, fuso oppure è tutto vero, e che quindi dovrei arrendermi, abbandonare il cambiamento che cerco o scappare via usando la via più "semplice": dire addio a questo mondo? Una domanda che, per me, è senza risposta, e che mi porta a fare quelle ricerche.
@Dottoressa Randone Ha ragione, anche perchè da solo non ci riesco, solo che provo troppa vergogna ad esternare i miei problemi e fallimenti ad una persona, anche se specializzata, temo persino che possa giudicarmi male anche lo psicologo, così da abbattermi maggiormente.
"È più facile e comodo ripetere lo stesso modus operandi, immodificato e rassicurante."
Non ho ben capito, ma se intende dire che, potrebbe, essere più semplice proseguire con la mia vecchia vita, non ci penso nemmeno, io voglio fare altro, voglio evolvermi sia come persona sia professionalmente. E poi, non ho nemmeno intenzione di continuare a vendermi, lavorando in nero solo perchè non ho una qualifica di alto potenziale.
@Dottoressa Brunialti Domande che mi mettono a disagio.
Purtroppo vivo ancora coi miei, non lavoro, sono un figlio inutile mantenuto dal padre. Mi sono pure dimenticato cosa significa fare la spesa, troppa gente, troppo disagio. Le lenzuola le cambio da solo, ed inoltre aiuto mia madre con le faccende domestiche. Nel primo pomeriggio, ovvero nella parte della giornata dove regna il silenzio, dedico un po' di tempo nello studio, da autodidatta, della lingua inglese. Mi piacerebbe imparare almeno una lingua, anche se mi piacerebbe impararne due. Purtroppo non dedico molto tempo a questa attività per via del mio stato d'animo, sono sempre preoccupato a prevenire, neanche se ne avessi il potere, il mio futuro da persona inutile, senza alcun valore. Il tutto mi toglie parecchie energie e voglia di vivere.
Se devo essere sincero, non so se sono malato di depressione, però sono sicuro su una cosa, non riesco a uscirne da solo, ho bisogno di aiuto. Purtroppo non ho più amicizie, sono solo in cerca di un "maestro di vita" che mi aiuti a realizzarmi e che mi segua e insegni a vivere.
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Dr.ssa Angela Pileci Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 19.7k 506 41
"Ho, però, troppa paura che per me sia troppo tardi, mi sento come se dovessi rassegnarmi per via della mia età"

Gentile Utente,

le paure si affrontano e si superano, altrimenti resterà con la Sua paura e non combinerà nulla. Ne vale la pena?
Anche tutte le emozioni che descrive (es vergogna) a me sembrano frutto proprio del Suo modo di vivere e di essere: la vergogna non è un'emozione innata (un neonato non sa cosa sia la vergogna) ma è culturalmente determinata. Probabilmente lei vive in un ambiente estremamente guidicante e si sente da questo giudicato, oppure teme tanto il giudizio altrui...

Per questa ragione sarebbe opportuna una consulenza psicologica diretta, presso l'ASL della Sua zona.

Può ricominciare, se vuole! :-)
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66



Consideri le proposte che Le abbiamo fatto qui, convergenti verso la richiesta di un aiuto psicologico di persona.
Ma senza attendere troppo.


<<Sono solo in cerca di un "maestro di vita" che mi aiuti a realizzarmi e che mi segua e insegni a vivere.<<
Forse ognuno di noi lo trova dentro di sè, se sta sufficientemente bene.


[#7]
dopo
Utente
Utente
Buon giorno dottoresse. Rispondo ad entrambe con un unico messaggio.
Già, è così, me lo sono detto spesso anch'io che è inutile rimuginare se poi non faccio nulla, con la conseguenza di un peggioramento crescente. Forse il mio problema maggiore è proprio quello, il pensiero fisso "ormai è troppo tardi", senza affrontarlo, perdo già in partenza, o meglio, non posso neanche vincerlo, visto che nemmeno lo combatto. Se solo avessi la certezza che l'età non conta nulla (laddove è possibile), sono sicuro che farei di tutto per provarci. Devo provare a mettere da parte, anzi, eliminare questi pensieri negativi e mutarli in "non è mai troppo tardi", che era anche il mio cavallo di battaglia, quando ero un instancabile ottimista.
Proverò a seguire i vostri consigli, mi dovrò sforzare ma, voglio assolutamente cambiare. Quindi il mio primo passo sarà quello di togliermi la paura della folla, e smetterla anche di pensare che tutti guardino e giudichino me, poi come consigliato da voi, andare da uno psicologo, anche se, come detto, temo anche il loro giudizio. Per la scuola credo sia troppo tardi per quest'anno, per cui devo sfruttare il tempo che mi resta per trasformarlo in un primo progetto serio.
E poi, restando in tema di giudizi, tra amici, se non per goliardia, non ci giudicavamo mai, in famiglia nemmeno, tranne su alcuni punti che non so se rientrino in questo tema, però diciamo che mi sfiduciavano parecchio (e c'è tutt'oggi una cicatrice...), sopratutto quando avevo in mente dei progetti importanti per me, importanti e che avrebbero richiesto un impegno serio attraverso lo studio.

Ho omesso una parte nel messaggio precedente, era una risposta alla Dottoressa Brunialti:
"purchè non preveda il mantenimento da parte dei genitori:
in questo caso la mancata assunzione delle Sue responsabilità di adulto la infantilizzerebbe maggiormente." Assolutamente, se riesco a tornare la persona di prima, i miei studi saranno prettamente finanziati da me lavorando, o usando i miei risparmi. Anche perchè ero, e voglio tornare ad esserlo, una persona a cui piace la sfida, sudare per vincere, e lo studio in un certo senso sarà una competizione contro me stesso.
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dopo
Utente
Utente
Buon giorno, vi scrivo ancora per un dubbio. Vorrei fare una domanda alla Dottoressa Randone.
Mi perdoni l'ossessione, ma come detto mi è rimasto un dubbio. Quando mi ha scritto "cambiare, spesso, non è facile.
È più facile e comodo ripetere lo stesso modus operandi, immodificato e rassicurante" voleva intendere, scrivendolo con parole diverse, magari per non farmi preoccupare maggiormente, che cambiare a quest'età e nelle mie condizioni è "impossibile"?
Ripeto, è solo un dubbio personale, la prego di capirmi,è che ho molta confusione nei miei pensieri.
Poi, ci tenevo a scusarmi per non avervi fatto gli auguri. Non volevo essere maleducato, perdonate. Buon anno nuovo!
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Dr.ssa Valeria Randone Psicologo, Sessuologo 17.4k 317 528
No.
Intendevo dire che cambiare obbliga a mettersi in discussione profondamente.
Per lei e per tutti.
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dopo
Utente
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Grazie Dottoressa.