Tristezza, crisi di pianto ecc..

Salve a tutti, sono un ragazzo di 24 anni.
Non mi è semplice descrivere la mia situazione ma ci provo lo stesso, non sapevo se metterla in psichiatria o psicologia.
Premetto che in vita mia non ho mai avuto una ragazza, e non mi interessano delle storie da una botta e via, mi è capitato di voler stare con delle persone, ma nulla, non mi hanno mai voluto, e ne ho preso atto, anche se devo ammettere con difficoltà. Tuttavia non amo nessuno al momento e quindi non saprei dare amore dato che non lo provo. Ma specifico questa informazione perché è uno dei miei "tarli" ed la resta comunque una ferita sempre aperta. Tipo mi si dice "eh, tu pensi solo alla sfera lavorativa e ci sono anche altre cose nella vita!" Eh sì lo so ma non è mica così facile... Almeno per me.
Da un po' di tempo a questa parte ogni due mesi capitava di sentirmi molto triste. Ad agosto per esempio ho avuto una forte crisi, quando accade divento triste, e successivamente seppure me lo tengo dentro tendo a diventare aggressivo con chi mi sta intorno, in genere facendo sgarri ecc., oppure mi metto lì e non mangio. Ma questi sono solo i risvolti esterni di ciò che ho dentro, ho un forte senso di impotenza (sono molto pessimista riguardo al mio futuro, credo proprio che resterò solo per sempre) penso al suicidio, ho un forte desiderio di scappare di casa perché non sopporto più proprio la mia vita, sono stufo, poi ho crisi di pianto (per esempio se vedo una coppia, mi accade, oppure anche se penso alla mia situazione presente o al futuro, oppure anche solo al pensiero che dovrò vivere anche solo un'altra giornata in questo modo, ma mi è difficile piangere non ci riesco... Anche perché forse mi trovo quasi sempre fuori quando succede).
Non trovo un senso a nulla, sto pure per laurearmi ma non mi interessa molto di questo fatto devo dire, tanto che cambia?! Da qualche giorno le crisi si sono acuite... Davvero ho perso la bussola adesso, se fosse per me mi spengnerei adesso, non vedo alcuna prospettiva e non mi attrae nulla, ho compreso che la mia vita non vale molto e fa abbastanza pena non c'è luce o colore, penso che le mie aspettative più importanti siano rimaste deluse, e la sola idea di continuare ad inseguirle mi fa star male, sperare? a che serve? Mi sento come in faccia ad un muro, non ho stimoli e la sola idea di uno stimolo, di un obiettivo mi fa vomitare. Successivamente torno normale, come se la tristezza sparisse, è un pezzo enorme che se ne va, ma poi trova ecc. E oggi per esempio il mio umore è andato su e giù...
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Formuli una domanda/richiesta di aiuto. Cosa vorrebbe dirci o chiederci?

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.

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Utente
Utente
Le sembra normale? Cosa posso, o potrei fare?
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122

Contattare un collega della sua zona specialista in psicoterapia con cui avere uno scambio vis a vis!

Dalla sua mail traspare eccessiva tristezza, sofferenza e stanchezza di vivere. Comprensibile ma sulla quale si può lavorare bene ridandole serenità, voglia di fare ed energie

Lo faccia per il suo bene!

Per approfondire: È tristezza o depressione?

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Utente
Utente
Come posso vedere se ci sono consultori asl nella mia zona?
Non so che dirle, per esempio ora sto meglio ma magari domani torniamo da capo...

Saluti.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Cerchi sul web la ASL più vicina alla sua zona o si rechi direttamente in ospedale per chiedere informazioni.

Intanto si faccia un'idea leggendo e prendendo spunto da questo https://www.medicitalia.it/salute/psicologia/26-depressione.html

Buona serata. A disposizione per chiarimenti
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Utente
Utente
Beh il mio umore non è cronicamente depresso. Non penso di essere bipolare, non sono euforico questo mi passa la tristezza. In più non credo di non avere stimoli, semmai ho desideri frustrati!!!
Direi che ho bisogno di cambiare, la monotonia della mia vita mi sta abbattendo. E penso che la mia reazione sia fisiologica, e neanche tanto anormale!
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Caro utente, l'articolo postato non aveva lo scopo di fare diagnosi e/o valutazioni rispetto allo stato d'umore di cui ci ha parlato.

Vede, LA TRISTEZZA che lei ci ha descritto
Es: 1)"ho compreso che la mia vita non vale molto e fa abbastanza pena non c'è luce o colore, penso che le mie aspettative più importanti siano rimaste deluse, e la sola idea di continuare ad inseguirle mi fa star male, sperare? a che serve?"
2) "non vedo alcuna prospettiva e non mi attrae nulla"

ha mille sfaccettature e livelli di intensità, frequenza e durata. Noi da questa postazione non possiamo valutare

E lei qui: "Direi che ho bisogno di cambiare, la monotonia della mia vita mi sta abbattendo." ci parla nella stessa frase di un bisogno di cambiamento che avverte e nel contempo di un abbattimento del tono dell'umore.

Il "direi che ho bisogno di cambiare" è un importante tassello di forza che lei porta con se.
Probabilmente perché si è reso consapevole di quanto il momento sia invalidante per lei?

Contatti un collega in persona al quale poter confidare l'angoscia che avvertiamo. Il cambiamento inizia così!

Cari saluti
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Utente
Utente
Beh stamane la situazione non è cambiata molto... Credo che stavolta non "me la farò passare" come altre volte, che cerco di ignorarla insomma. Diciamo che continua a ripresentarsi questa situazione. Vedrò che fare anche se non vedo come un medico possa risolvere i miei problemi, lo percepisco come inutile sinceramente e poi sarebbe come un' ammissione di fallimento, è così che la percepisco purtoppo.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Caro utente, cercare un aiuto medico e/o psicoterapico non la pensi come un'ammissione di fallimento quanto piuttosto cerchi di vederla come una grande ammissione di responsabilità che lei si assume per la sua salute e quella degli altri che la contornano.

Prenda spunto se vuole da queste letture


https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/233-la-psicoterapia-che-cos-e-e-come-funziona.html

https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/153-perche-iniziare-una-psicoterapia.html


Un caro saluto
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Dr. Annarita Raschillà Psicologo 9 2
Salve,
se ci sia o meno al momento uno stato depressivo potrà essere verificato tramite il contatto diretto con un terapeuta e risolto con un lavoro congiunto tra lei ed il collega; limitandomi a leggere ciò che ha scritto sono altri gli aspetti su cui vorrei invitarla a soffermarsi.
Lei non è soddisfatto della sua vita, sente il peso di una difficoltà ad intraprendere delle relazioni sentimentali e di vivere una vita relazionale: l'idea di impossibilità che ciò accada che si è creata nella sua mente le fa sentire la sua vita come insostenibile, perché se da un lato i rifiuti subiti l'hanno portata ad una sorta di "congelamento" affettivo e a concentrasi su altro, è proprio quando vede "le coppiette", quando sente che "sarà solo per sempre", che pensa che nulla avrà uno scopo. Avere una vita affettiva, sessuale, privata è ciò che desidera, perché lei, come chiunque, desidera amore e reciprocità, intimità, e come chiunque inizia a pensare, sulla base di un'attuale realtà in cui tutto ciò ancora non è stato vissuto, che non l'avrà mai.
Questo perché la mente tende all'autoinganno. La mia zona di confort è quella in cui resto solo ed infelice, e qualcosa di inconscio mi spinge a mantenerla, a mantenere tale condizione e farla eterna, perché così non devo affrontare il mondo, le relazioni, non rischio le delusioni, insomma resto al sicuro. L'infelicità diventa quindi una comoda certezza, e viene resa assoluta conferendole la caratteristica della condizione permanente, che caratterizzerà la vita, in tal modo si resta aggrappati alla propria infelicità. Andrebbe tutto secondo i piani della sua mente, se solo non sentisse tutto questo vuoto, questo dolore, questa insoddisfazione, un moto che viene da dentro: il suo dolore psichico è una spia, si è accesa, ed è il suo desiderio di vivere quell'incertezza, quel percorso fatto di sterpaglie, di possibili delusioni, possibili rifiuti, ma anche, chissà, di felicità inaspettate, qualcosa di sano e positivo, che sta facendo barcollare il suo autoinganno... Si sta laureando, presto entrerà in un ambiente di lavoro, avrà occasione di conoscersi in un diverso ruolo, in relazione col mondo: è importante per lei questa laurea, non come traguardo, ma come start...lei deve ancora partire per il lungo viaggio delle relazioni, lei vuole partire e non sarà un intervento dall'esterno, ma lei stesso, che inizierà a muoversi per cercare ciò che vuole.

Dr. Annarita  Raschillà
Psicologa-Psicoterapeuta

[#11]
dopo
Utente
Utente
"sente il peso di una difficoltà ad intraprendere delle relazioni sentimentali e di vivere una vita relazionale"

Beh, si direi che con questa frase mi ha letto dentro. Che poi vabe... Qualcuno interessato spunta pure, ma capita pure che non "mi prende...", è un po' maledetta la cosa... Quelle che voglio non mi vogliono e viceversa. La mia ragione mi dice di provarci, ma voglio dire.. Mi accontenterei... Ha ragione, questa tristezza mi rovina i piani: mi impedisce di continuare a vivere concentrandondomi su altro, trovando il mio piacere a fare altro... Se solo riuscissi ad avere la stabilità di prima... Credo sia un desiderio minimo e legittimo... E quindi non vedo nulla davanti a me se non il deserto. Io vivo a Nocera Inferiore(Sa), non riesco a capire nella mia città dove si trovi un consultorio dell'Asl, secondo lei è necessaria una valutazione? Grazie della risposta.
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Dr. Annarita Raschillà Psicologo 9 2
Salve, "quelle che voglio non mi vogliono e viceversa" è una condizione molto più comune di quanto lei pensi, non c'è nulla di "maledetto": quando non si sta bene con se stessi è facile dare un'impressione di come si è fatti che non corrisponde al vero, quindi si può tendere ad attrarre a sé le persone non affini e viceversa attirare chi vede in noi cose che non ci sono davvero dentro e quindi non ci attirano perché non sono ciò che vogliamo. Inoltre se non ci si conosce abbastanza è anche facile orientarsi verso le persone "sbagliate", intendendo persone che non ci potrebbero realmente soddisfare ed apprezzare, ma che diventano una sfida di conquista, e chissà se una volta conquistate ci si starebbe bene insieme....Diversamente da un consulto on line una serie di incontri faccia a faccia con uno psicologo le consentirebbe di raccontarsi, di conoscersi, di parlare di sé, di lasciarsi andare e comprendere le ragioni del suo dolore. Conoscere se stessi sembra scontato, ma non lo è, ed è il primo passo per muoversi al meglio nel mondo delle relazioni. Le faccio un esempio banale: quando andiamo in gelateria solitamente abbiamo un gusto preferito: non che gli altri non siano buoni, ma abbiamo un gusto preferito. Ora il punto non è capire quale sia il suo gusto preferito, ma che gusto è lei. Quando saprà che gusto è lei la tristezza tenderà a svanire perché lei vivrà la vita che vuole vivere e sarà più facile che ad avvicinarla siano le ragazze a cui piace proprio quel gusto di gelato. Per conoscersi meglio, visto che si sente triste e questo come le dicevo è un "campanello" che le indica la necessità di un cambiamento del modo di vivere la sua vita, sarebbe un'ottima carta da giocare una consulenza diretta, a patto che non la viva come una "valutazione", ma come un'opportunità per superare questo momento di crisi che la porterà a conoscersi e farsi conoscere per quello che è. Scrive che la tristezza la blocca e non la fa concentrare su altro: le cose che le fanno piacere, e questo è il primo anello della catena che la porterà a stare bene di nuovo e ad avere quindi anche la vita di relazione che desidera. Per un consiglio sui consultori di zona senta pure il suo medico di famiglia, che le saprà fornire le informazioni sulle asl del territorio. In bocca al lupo
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