Ansia e pensieri ossessivi quando devo viaggiare

Buongiorno,
vi scrivo per un aiuto a capire cosa mi succede.
Il problema è il seguente: ogni volta che devo partire, anche per due o tre giorni, e anche se si tratta di viaggi di piacere, dal momento in cui prenoto il treno/l'aereo ed inizio ad organizzare il tutto, mi assale una fortissima ansia che si incentra su aspetti ben definiti. In particolare, l'ansia è scatenata dai seguenti pensieri, che diventato vere e proprie ossessioni:
- e se quando arrivo in stazione/aeroporto fanno un attentato e muoio?
- e se l'attentato colpisce la persona che mi ha accompagnato in stazione/aeroporto? (nel 90% dei casi si tratta di mio padre)
- e se mentre sono lontana da casa mi succede qualcosa? (mi sento male, finisco in ospedale, ho un incidente, muoio)
- e se mentre sono lontana da casa succede qualcosa ai miei cari?

Questi sono i principali pensieri che mi ossessionano dal momento in cui prenoto al momento in cui non metto piede dentro casa al rientro dal viaggio.
Ovviamente non mi godo neanche un momento del viaggio, sono sempre incentrata sulla possibilità che possa succedere qualcosa, sono sempre in allerta. Un esempio: tra qualche giorno partirò per un weekend a Milano e sto già in ansia. Inoltre in questi giorni a lavoro ci sono colleghi che hanno o hanno avuto una gastroenterite virale e ora ho il terrore che una volta a Milano mi colpirà questo virus e starò male tutto il tempo.

Il problema si è sviluppato nel corso degli ultimi 4-5 anni, forse in coincidenza con il fatto di "diventare grande/indipendente/iniziare a vivere e a costruire la mia vita". Vorrei sentirmi libera e il grado di stare lontana dai miei "luoghi sicuri", e invece ogni volta che se ne presenta l'occasione, la vivo in modo terribile, come se fosse una tortura.
Ci sono esercizi che posso fare per provare a pensare ad altro? Delle indicazioni da seguire per vivere questo momento un po' più serenamente?

Potete aiutarmi a schiarirmi le idee?

Grazie infinite
[#1]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Cara Utente,

è in effetti è possibile che crescere e rendersi autonoma l'abbia mesa in crisi e fatta sentire insicura e sola nell'affrontare il mondo, le novità, i luoghi "non sicuri" in quanto non familiari:

"Il problema si è sviluppato nel corso degli ultimi 4-5 anni, forse in coincidenza con il fatto di "diventare grande/indipendente/iniziare a vivere e a costruire la mia vita". Vorrei sentirmi libera e il grado di stare lontana dai miei "luoghi sicuri".

Esistono esercizi e tecniche di rilassamento come il Training Autogeno, la PNL, l'auto-ipnosi, ma deve essere uno psicologo a dire quali sono adatti a lei e ad insegnarglieli, non prima di aver valutato attentamente tutta la situazione e stabilito se la sua auto-diagnosi è corretta.

Le consiglio quindi di rivolgesi di persona ad uno psicologo della sua zona per non vivere più con tutta quest'angoscia e prevenire un futuro peggioramento dell'ansia.

Un caro saluto,

Dr.ssa Flavia Massaro, psicologa a Milano e Mariano C.se
www.serviziodipsicologia.it

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie mille delle indicazioni, Dottoressa.
Ho già preso contatti per iniziare una terapia cognitivo-comportamentale, ho il primo appuntamento a fine mese.
Nel frattempo, ci sono dei consigli "immediati" di cui posso usufruire? Dovrò partire venerdì e non riesco a fermare questi pensieri così insidiosi. So che è impossibile trovare soluzioni in due giorni, ma magari c'è qualcosa che posso iniziare a fare da sola per cercare di distrarmi/concentrarmi su altro.

Grazie ancora.
[#3]
Dr.ssa Flavia Massaro Psicologo 12.5k 233 114
Mi spiace, ma se esistessero dei "consigli immediati" che le fossero utili per risolvere il problema significherebbe che il suo non è neanche un problema e che non ha bisogno di alcun aiuto.

Si concentri sull'idea che ha già preso appuntamento e che quindi sta per iniziare a lavorare per risolvere quello che non va: questo significa che ha fatto un'ottima cosa per sé stessa e che magari questo sarà l'ultimo viaggio "a rischio ansia".
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