Trascinata in una relazione rovinosa per me stessa

Buongiorno, è da tempo che cercavo risposte su questo sito e oggi ho avuto il coraggio di fare io stessa un consulto per ricevere delle risposte che cerco da molto tempo.
Partendo dal presupposto che sono giovane, 20 anni, e che quindi mi aspetta molto per crescere, sono un persona molta insicura di me ma anche molto matura per la mia età e ció gioca un ruolo difficile nelle mie relazioni.
Sto con un ragazzo da tre anni, fin dal principio mi ha sempre tradita e lo fa tutt’ora, ció ha reso la mia insicurezza ancora più acuta, i tradimenti, quindi la preferenza di altre rispetto a me, il fatto che avremo forse due rapporti sessuali al mese e penso che lui preferisca masturbarsi su una delle mille ragazze che cerca sui social, messaggi a ragazze con cui ha avuti rapporti e non, mi stanno spingendo in un baratro profondo da cui non riesco ad uscire. Questo ragazzo, anch’egli di 20 anni, mi sta distruggendo psicologicamente. Non riesco più a piacermi, a stare bene con me stessa, non riesco a capire come possa dire di amarmi quando preferisce sempre un’altra a me, non capisco se sia io il problema, se in fondo fisicamente possa non piacergli, non capisco come si possa amare una persona tradendola di continuo, non credo che cuore e piacere si possano scindere completamente. Non riesco a lasciare questo ragazzo, forse perché ho avuto un brutto rapporto con mio padre, fatto di silenzi e botte, forse ho cercato una figura maschile di riferimento, trovandola in un’altra persona che comunque mi tratta molto male, vorrei uscire da questo circolo vizioso e stare bene ma non riesco ad allontanarmi da questo ragazzo che nonostante tutto continuo ad amare. Perché non riesco a lasciarlo? Perché continuo a farmi del male? Spero in una qualche risposta perché davvero non so più come fare, grazie.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66

Gentile utente,

sul "Perché non riesco a lasciarlo? perchè continuo a farmi del male?"
le risposte stanno dentro la Sua storia,
che noi non conosciamo se non da una manciata di parole.

Noi possiamo riflettere assieme a Lei sull'oggi,
ma non chiedendoci di lui, che neanche conosciamo.

Bensì chiedendoci di LEI,
che - avendoci scritto - ha deciso di esternare il disagio e la sofferenza.
E chiederLe se Le piacerebbe ri-prendersi la propria vita,
liberarsi da questo legame (= che lega)
che la mette in dubbio
- come donna,
- come s/oggetto sessuale,
- come persona che "vale",
e altro.

Se non ce la fa,
se si sente "dipendente" da tale legame
e "Trascinata in una relazione rovinosa per me stessa",
chieda aiuto di persona per una consulenza psicologica.

Non attenda altro inutile tempo.


Saluti cordiali.

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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Dr.ssa Eleonora Bergeretto Psicologo, Psicoterapeuta 3
Gentile Utente

Per inquadrare le proprie difficoltà, siano pure relazionali, è necessario partire da sé, come giustamente scritto anche dalla dott.ssa Brunialti.

Nonostante sia apparentemente la scelta preferibile e più immediata, interrogarsi sulle motivazioni che spingono un'altra persona ad agire è una strada senza uscita, in cui le domande sarebbero mal poste e le risposte difficilmente veritiere.
Già conoscere se stessi non è una facile impresa, ritenere di possedere la chiave di lettura dell’inconscio dell’altro quasi impossibile.

Quindi, la invito a interrogarsi profondamente sui suoi sentimenti, le aspettative, la storia familiare, la sua soddisfazione personale e molto altro, come, in parte, sta già cercando di fare. Iniziando, così, a fare ordine dentro di sé.

La conoscenza di se stessi è una ricerca complessa, rivolgersi a un professionista della sua zona – psicologo o psicoterapeuta – renderebbe tale studio più efficace e comprensibile.

Spero di esserle stata utile.
Cordiali saluti,

Dr.ssa Eleonora Bergeretto
psicologa, psicoterapeuta
http://www.eleonorabergeretto.it