Ansia e paura di vomitare

Buongiorno,
è la prima volta che scrivo su un forum di un mio problema ma spero che questo mi possa aiutare a trovare un po' di conforto.
Mi chiamo Valentina e ho 27 anni.
E' da qualche mese che sono spesso e volentieri attanagliata dall'ansia.
In particolar modo tutto è partito circa un anno fa quando per via di un virus intestinale sono stata male, vomitando. Questa è una delle mie peggiori fobie, fin da piccola, me la porto dietro da anni ma devo dire che sono sempre riuscita a gestirla più o meno bene, ma negli ultimi mesi la cosa è diventata più acuta.

Mi spiego meglio, ogni volta che mangio, avverto nausea e poco ci manca se non arrivo a dei veri e propri attacchi di panico dovuti a questa paura.
So benissimo che la questione è solo mentale, ma come posso gestirla al meglio?

Aggiungo che è un periodo davvero stressante: convivo con il mio ragazzo da un anno e mezzo in casa dei suoi genitori (ma in ambienti separati) e a causa del loro imminente divorzio lui è sempre nervosissimo e quindi io spesso e volentieri per non pesare su di lui tengo tutto dentro, per cercare di sostenerlo.
Siamo carichi di problemi entrambi e mi rendo conto che stiamo vivendo poco serenamente entrambi, quanto meno non come dovrebbero fare due ragazzi nel fiore dei propri anni, arriviamo la sera sempre stanchi/arrabbiati e qualche volta capita che discutiamo proprio per queste tensioni (anche se, per il resto, tra di noi va davvero tutto bene).
Quando mi capita di avere questi attacchi di ansia gliene parlo, ma lui non riesce a concepire al 100% la questione e la prende con superficialità, magari mi dice "ma devi solo calmarti" finendo col farmi sentire ancora più inadeguata.
Per il lavoro è un periodo altrettanto difficile e mi sta procurando preoccupazioni su preoccupazioni, e anche a casa mia la situazione familiare non è delle più rosee, i problemi di salute di mio padre mi tengono come se fossi sempre sulle spine.
Insomma, un periodo decisamente NO, che sicuramente non ha fatto altro che alimentare questi sintomi, dato che mi sento sempre tesa, anche distratta, spesso inconcludente, non mi sento felice o quanto meno vivo di sbalzi d'umore,
e aggiungiamo che questa fobia spesso e volentieri mi costringe in casa perché ho pausa di star male fuori e sono rarissimi i casi in cui riesco ad uscire senza problemi.

E' tutto l'insieme delle cose o sto impazzendo? Vorrei tornare a vivere serenamente, con più spensieratezza.

Grazie, intanto,
già scrivere mi ha aiutato in piccola parte!

Valentina
[#1]
Dr. Magda Muscarà Fregonese Psicologo, Psicoterapeuta 3.8k 149 11
Gentile ragazza, mi sembra che davvero stiate attraversando un periodo assai difficile..Siamo sicuri che sia una cosa saggia vivere inseme nella casa di lui assorbendo tutta la negatività che gira e che puntualmente ricade su di voi ?..Potreste ripensarci, cioè continuare ad essere coppia a volervi bene, ma ad avere del tempo e degli spazi per voi da soli, e potervi anche dedicare a migliorare il vostro lavoro, ad avere momenti.. vostri..per fare delle cose insieme, da un cinema a una pizza, non vedo grandi vantaggi da tutta questa .. fusionalità.. parlatene , un distacco , solo tecnico, vi aiuterebbe a ritrovarvi e toglierebbe Lei , mia cara dalla paura di vomitare, perchè mangerebbe serena, senza paura di questo o di quello , di una parola in più o di un giudizio. Ci riscriva se vuole e prenda anche in considerazione l'idea di un percorso con un Collega, per sentirsi capita, supportata , aiutata ad avere un programma, un obiettivo a cui tendere,, il che nella vita è fondamentale..
Cari auguri.. noi restiamo in ascolto..

MAGDA MUSCARA FREGONESE
Psicologo, Psicoterapeuta psicodinamico per problemi familiari, adolescenza, depressione - magda_fregonese@libero.it

[#2]
dopo
Utente
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Buongiorno dottoressa,
innanzi tutto grazie per le sue parole. Mi hanno aiutato a riflettere.

So benissimo che aiuterebbe allontanarsi e effettuare questo distacco. Ne abbiamo parlato ma purtroppo al momento non ce lo possiamo permettere, economicamente parlando, e siamo arrivati a livelli di stress entrambi che abbiamo - perfino - pensato di tornare ognuno a casa propria (io dai miei genitori, lui dai suoi nonni, quindi lontano dai suoi)
Questa cosa la vedrei come un piccolo passo indietro, ahimè, oltre al fatto che ci starei male perché con lui convivo davvero bene ma mi rendo conto che, almeno io, non posso andare avanti così.

Ho preso in considerazione l'idea di andare da uno psicologo, soprattutto perché vorrei trovare la maniera più efficace per affrontare queste crisi di panico, molto spesso immotivate.
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