Depressione e ansia: mi sto autodistruggendo la vita

Buongiorno,

sono un ragazzo di 26 anni che sulla carta avrebbe tutte le ragioni per essere felice.
Sto per laurearmi in tempo e con massimi voti, ho una famiglia pronta a tutto pur di rendermi felice, una ragazza splendida che mi adora e mi sostiene in tutto, un bell'aspetto fisico; non ho problemi economici nè eventi che abbiano in qualche modo turbato la mia infanzia, la mia vita è stata sempre molto semplice. Probabilmente troppo semplice.

Da qualche mese sto letteralmente distruggendo la mia vita. Da vari mesi ho un'apatia, una paura di vivere e un senso di inferiorità che mi portano a chiudermi ed isolarmi in un ozio protetto dai problemi esterni, ad abbandonare qualsiasi proposito, vivere tutto come un peso e senza interesse, a fuggire gli impegni e le persone perché fonte di estremo disagio; sempre meno persone mi cercano, sto perdendo quelli che ritenevo essere amici e quelle certezze di me stesso che mi avevano fatto sempre vivere felice. Non riesco ad alzarmi la mattina, non ho voglia di cucinarmi, non riesco a guardami una serie tv o fare una corsa, tutto mi sembra inutile e mi sento senza speranza, senza energia vitale.

E' come se avessi realizzato che il mio passato sia stato un'enorme illusione, un appagarsi di grandi apparenze (amicizie inesistenti basate sul concedere la mia presenza una volta a settimana e fare 4 battute per risultare simpatico, interessi che vedevo come passioni della mia vita ma mai davvero approfonditi, intelligenza testimoniata da buoni votazioni). Mi sono giustificato con l'attesa di un me ideale che si sarebbe prima o poi realizzato: era questione di tempo, poi maturando quegli interessi e quelle amicizie le avrei approfondite, avrei avuto un sacco di cose da dire al posto di quelle 4 stupide battute. Ora all'improvviso realizzo di essere una persona vuota, di non imparare se non a memoria e non essere in grado di seguire un ragionamento complesso, non aver nulla da dire perché di nulla mi sono mai davvero interessato e nulla mi è rimasto dentro, perché mi stufo di tutto, mentre quelle cose che mi hanno fatto provare emozioni le ho rimosse per scarsa memoria.
Mi scopro stupido, vuoto, pigro, estremamente egoista e soprattutto debole.
Nè psicofarmaci, nè percorsi psicologici, nè quotidiani pianti e confronti con i miei cari stanno riuscendo a fermare questo processo, che ho paura di vedere fino a dove potrà portarmi.
Non so più cosa fare.
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Dr.ssa Sabrina Camplone Psicologo, Psicoterapeuta 4.9k 86 75
"Mi scopro stupido, vuoto, pigro, estremamente egoista e soprattutto debole. "

Non so cosa intendi per percorsi psicologici ma qui c'è un aspetto evidente un atteggiamento giudicante spietato che rivolgi verso te stesso e che non ti consente di rispettare e ascoltare la tua sofferenza.
Credo che tu abbia bisogno di avere un interlocutore qualificato (psicologo-psicoterapeuta) che ti consenta di fare esperienza concreta di un approccio diverso verso te stesso.
Questo disagio non è una colpa da espiare ma un'opportunità da cogliere per avviare un processo di cambiamento che non necessariamente implica la presenza di un disturbo psicopatologico.

"la mia vita è stata sempre molto semplice. Probabilmente troppo semplice."

Può darsi ma ora c'è una sfida da affrontare quindi sta te scegliere se autocommiserarti o utilizzare il tuo disagio per scoprire le tue risorse interiori.

Dr.ssa SABRINA CAMPLONE
Psicologa-Psicoterapeuta Individuale e di Coppia a Pescara
www.psicologaapescara.it

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