Amicizie impossibili

Buongiorno,
vi scrivo in quanto la mia situazione relazionale in amicizia mi sta portando un numero sempre più crescente di dubbi e conseguente insicurezza.
Chiarisco in primo luogo che per me amicizia è condivisione di attimi di vita, necessariamente fondata sulla sincerità e sul reciproco rispetto, è aiutarsi l’un l’altro per il solo piacere di farlo senza aver nulla in cambio.
Detto ciò, attualmente la mia unica amica è la mia gatta con cui ho instaurato un legame profondo anche perché arrivata in un periodo buio della mia vita; ma ovviamente non é una persona in grado di supportarmi fornendomi consigli.
Nel corso della mia vita più volte ho creduto di aver trovato amici coetanei, i quali però con il tempo non si sono rivelati tali per varie ragioni; ciò mi ha portata a nutrire un certo senso di sfiducia nei loro confronti, tanto da quasi evitare le relazioni con altri coetanei per paura di rimanere nuovamente delusa.
Così fin dall’adolescenza mi è spesso capitato di uscire con i miei genitori e i loro amici e mi sono in un certo senso abituata ad essere “la piccola del gruppo”. Inoltre, avendo iniziato ad allenarmi a tennis da pochi anni, sono stata inserita in un gruppo di adulti; mi sono subito sentita a mio agio a parlare con loro anche al di fuori degli allenamenti, come ad esempio a pizzate di gruppo. Ma non posso negare che, seppur mi diano supporto, il rapporto è in un certo senso sbilanciato: non è vera amicizia (perché ho come l’impressione di essere considerata troppo “piccola”), né semplice conoscenza.
Ma arriviamo al punto: purtroppo la mia gatta ha problemi di salute, fortunatamente non gravi, e così sono costretta ad andare dalla veterinaria 1/2 volte a settimana, a seconda della cura. Durante la terapia si parla come succede con i compagni di tennis ed è capitato che lei confidasse problemi familiari che io personalmente non direi ad un conoscente. Devo ammettere che la stimo molto come medico e ho piena fiducia in lei, dal momento che ha salvato per ben 2 volte la vita alla mia gatta. Il problema però è che mi piacerebbe conoscerla meglio, cercare di far nascere quell’amicizia che fino ad ora è stata impossibile; allo stesso tempo però mi sono fermata a riflettere se ciò fosse opportuno. Non condividiamo attimi di svago, ma c’è una relazione puramente professionale; spesso sento dire che un’amicizia tra medico e paziente potrebbe compromettere la relazione professionale e non vorrei mai che ciò accadesse.
In questo periodo sono stata coinvolta da una compagna di tennis nell’organizzazione di un evento che si terrà a metà settembre in cui i cani saranno protagonisti; avrei voluto invitarla, ma anche in questo caso mi sono fatta mille domande e non ho detto nulla.
È come se dentro di me ci fosse un’unica grande contraddizione: vorrei un’amicizia e sento che forse in qualche modo potrebbe funzionare, ma allo stesso tempo la ragione mi dice che è un’assurdità.
Nel mezzo della mia confusione, chiedo a voi come riflettere ancora…
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

ci dice che per Lei amicizia è
"condivisione di attimi di vita,
necessariamente fondata sulla sincerità e sul reciproco rispetto,
è aiutarsi l’un l’altro per il solo piacere di farlo
senza aver nulla in cambio."

Alla luce di ciò risulta evidente che nel rapporto con la Sua veterinaria
manca l'ultimo punto,
come del resto tutti i rapporti ASIMMETRICI (= non paritari),
tra i quali quelli con gli amici dei Suoi genitori.
Ed inoltre con la Veterinaria la condivione di "attimi di vita" è basata NON sul piacere, bensì sulla necessità (ha salvato due volte la gatta),
ricambiata attraverso una transazione economica di pagamento della prestazione (e NON "senza aver nulla in cambio").

Dalla Sua mail traspare la Sua solitudine rispetto ai coetanei,
forse perchè lì si sente meno protetta che nel rapporto con i più grandi.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
La ringrazio per la Sua risposta.
Vorrei porLe se possibile un'ulteriore domanda. In questi giorni allenandomi a tennis continuavo a pormi una domanda: può esistere un'amicizia con una notevole differenza di età? Sono sempre rapporti asimmetrici, così come Lei li ha descritti?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Non trovo alcun riferimento alla differenza di età bensì:
"nel rapporto con la Sua veterinaria manca .. l'aiutarsi l’un l’altro per il solo piacere di farlo
senza aver nulla in cambio.", come troverà rileggendo la #1.

Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Rileggendo la mia risposta mi sono resa conto di essermi espressa male. Ciò che intendevo chiedere era questo: Lei, nella sua risposta precedente, ha definito come asimmetrici i rapporti non paritari. Ciò che io mi domando è se i rapporti in cui vi è una notevole differenza di età sono spesso asimmetrici; detto in altre parole, la differenza di età è causa di influenza su un possibile rapporto di amicizia?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66


Può essere,
ma non determinante.


Saluti cordiali.
Carla Maria Brunialti
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dopo
Utente
Utente
La ringrazio. É stata gentilissima a rispondere alle mie domande.
Cordiali saluti
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
E' stato un piacere.

Buoni giorni a Lei.