Problemi omosessualità.

Buongiorno
Mi chiamo Andrea il mio problema che anche a 30 anni non riesco ad avere una visione di me se sia etero o omosessuale, fino ad ora non ho mai avuto nessuna esperienza da entrambi i sessi. Da piccolo fino ad oggi ho avuto problemi con l'altro sesso a causa dell'eritrofobia soprattutto con le ragazze, la vita sociale pochi amici , sono stato fidanzato poche volte per non più di 2-3 mesi, da piccolo non ho mai giocato con bambole e mi sembra di avere una voce piuttosto maschile.
Il calvario è iniziato da molti anni andavo a lavorare e le persone mi guardavano e ridevano e parlavano di nascosto ed io credevo che era per colpa del mio rossore, invece loro credevono che io ero gay, per strada le persone dicono la stessa cosa ,un altro mi disse ma ancora devi capire che sei gay sveglia ragazzo, a casa non mi hanno detto mai niente o fanno finta di niente , non ho una persona di fiducia per capire se lo sono o meno. Da adolescente ho avuto dubbi sulla mia eterosessualità mi toccavo spesso per vedere se ero gay mi piaceva insomma , oggi mi considero massimo un bisex ma non gay. Il fatto che mi fa piu male e che a volte mi ritrovo nei bar e con tutto il disagio del eritrofobia ,le ragazze mi danno del gay mi dicono si vede dal tuo viso e inutile che fai finta tanto lo sappiamo.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Buongiorno Andrea,

comunica una sofferenza e dei dubbi per il suo orientamento sessuale. Purtroppo nella società il peso del giudizio può incidere in modo grave sui propri vissuti legati alla sessualità.

Mi sembra parlare lei stesso di giudizio, sente un senso di vergogna, parla di calvario. Il titolo stesso del consulto testimonia un vissuto problematico legato all'omosessualità.

Già saprà che l'omosessualità è un orientamento sessuale diverso dall'eterosessualità, ma sano. È mia opinione che giocare con le bambole e avere una voce dai toni più alti e dolci non siano necessariamente indice di omosessualità maschile.

Leggendo il consulto precedente, ho visto che ha effettuato un percorso psicoterapeutico. Posso chiederle, se avesse voglia di parlarne, se ha affrontato questo importante tema che riguarda la sua vita? Inoltre lei parla della paura di arrossire, avete dato senso a questa manifestazione, che cosa pensa a riguardo?

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis

Dr. Enrico de Sanctis - Roma
Psicologo e Psicoterapeuta a orientamento psicoanalitico
www.enricodesanctis.it

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dopo
Utente
Utente
Grazie della risposta.
Si ho fatto un percorso psicoterapeutico quasi 5 anni andavo quasi 4 volte al mese, dove mi ha curato un po di eritrofobia dato che da piccolo i bambini mi prendevamo in giro del mio problema ,e durante gli anni successivi che mi sono diplomato scherzavano sul rossore ma mai nessuno mi ha chiamato gay o ha detto altre cose su di me. Non ho mai preso farmaci per l'eritrofobia, peró ultimamente ho pensato all'operazione peró dato che non ho nessuno come guida perchè ho perso fiducia con il mio psicologo, non se farla o meno perchè ho letto su internet che porta sudorazione compensatoria.
Comunque parlai allo psicoterapetua anche della situazione del gay , lui mi fece delle domande ad esempio se stavo con una donna anche senza avere rapporti se si alzava ecc.. ed io risposi di (Si), se mi piaceva la vagina e io risposi a volte quando guardo materiale pornografico ci sono vagine che non mi piacciono, e avvolte quando guardo video ci sono scene in cui ho fantasie femminili come quelle di fare cose con la bocca ma lui mi rispose che io non avevo la faccia da gay e non ero gay , ma che dovevo stare piu vicino alle ragazze e che non dovevo avere timore dell'eritrofobia che erano fantasie dato il distacco con le donne.
E quindi io fino a 2-3 anni fa sono stato sempre con il pensiero di essere etero anche perchè avevo parlato con una persona più grande e più esperta di me ,invece ora mi ritrovo persone che mi vengono vicino e dicono è inutile che fai la parte tanto lo sappiamo tutti, vado al bar e le ragazze dicono questo è gay si vede , la cosa più brutta è non sapere a chi credere oltre al fatto che io mi senta dentro etero ma le persone mi reputano il contrario. Non posso avere confronti con le ragazze a causa della mia timidezza appena vedono che mi faccio rosso , (scappano) inventano scuse per non vedermi.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Grazie a lei, Andrea.

In questa sede mi sento di lasciarle due mie suggestioni, evocata in me dalle sue parole.

La prima è questa: credo che sia importante che possa confrontarsi con gli altri, tuttavia è fondamentale che lei possa riconoscere ciò che sente e dare ascolto e valore a se stesso.

Le dico questo mio pensiero in relazione al discorso che propone circa l'orientamento sessuale. Nessuno può sostituirsi al suo sentire o dirle quali siano i suoi desideri.
In questo senso potremmo anche sposare l'attenzione dall'orientamento sessuale e chiederci come mai non riesce ad avere una visione di sé.

La seconda suggestione riguarda l'arrossire. Dal punto di vista psicologico può essere legato a diversi aspetti. Al timore di esporsi e di sentirsi visti ad esempio. Alla paura del giudizio o a un senso di vergogna. Ad alcune insicurezze personali.

Non sono in grado di dirle in queste sede in che modo
l'arrossire possa riguardare la sua persona nello specifico, tuttavia voglio suggerire che a livello emotivo l'arrossire possa essere l'espressione di una profonda ricchezza interiore. Allora diventa importante poterla utilizzare e gestirla come preziosa risorsa di sé, da spendere nella relazione con gli altri.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis
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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dr enrico
Grazie per le risposte voi siete veramente una brava persona mi avete un po tirato su con il vostro appoggio.
Diciamo che il rossore dipende dal fatto che io in determinati momenti penso di arrossire e quindi finisco sempre per arrossire , ad esempio le cose piu semplici mi diventano difficili come andare in posta ,supermercati , pizzeria ,bar ecc il psicologo mi disse che era un ansia da prestazione,questo mi capita con il lato femminile non posso avere dialoghi che come vedono che mi faccio rosso dicono che ho problemi (io c'ho parecchi argomenti per parlare peró vengo frenato dal mio problema non riesco ad espormi alle ragazze), man mano mi allontanano, perció avevo pensato all'operazione , diciamo che invece i ragazzi quando divento rosso hanno sempre cercato di aiutarmi, le ragazze invece o ridono o dicono povero ragazzo tiene qualche problema sarà come soffre e io non riesco ad accettare questa cosa, soprattutto ad uscire con una donna deve essere meno timida di me, quindi io faccio fatica , io non dico che i maschi non devono essere timidi, la timidezza è bella ma nella norma.
Per quanto riguarda il lato sessuale, io sono confuso ma so cosa voglio, io vorrei una ragazza al mio fianco ma mi risulta difficile a causa del mio problema e avendo la pressione delle persone in strada che pensano il contrario, al lavoro la stessa cosa mi pesa di più sto pensiero del gay che il lavoro (muratore) in se per sè, 2-3 anni fa non sapendo questo pensiero delle persone mi risultava più facile affrontare, adesso lotto con due problemi.
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Dr. Enrico De Sanctis Psicologo, Psicoterapeuta 1.3k 66
Il suo racconto si arricchisce di ulteriori elementi importanti, su cui poter riflettere. Intanto il fatto che lei riconosca di avere parecchi argomenti di dialogo è un segno particolarmente positivo. Certo un vissuto complesso di ansia e timori, da come dice, sembrerebbe costituirsi come freno per la sua espressività.

Se con i ragazzi si sente più compreso e rasserenato, sente invece che le ragazze non apprezzano questa sua caratteristica e immagino che non sia facile riuscire a sentirsi a suo agio in questa situazione.

Penso sia importante che possa approfondire il suo malessere, a partire dalle riflessioni che stiamo facendo insieme. Riuscendo a dare valore a se stesso, potrà essere più libero di esprimersi in modo meno preoccupato con gli altri, sentendo di avere la vita nelle sue mani.

Un saluto cordiale,
Enrico de Sanctis