Psicosomatizzazione

Gentilissimi dottori,
a seguito di un’importante malattia oncologica ho riportato strascichi importanti che a distanza di quasi 10 anni continuano a procurarmi (quasi quotidianamente) dolore cronico in tutto il corpo. Negli anni ho svolto numerosi esami e seguito vari iter terapeutici, ma i risultati ottenuti sono sempre stati mediocri. Ovviamente non demordo e mi rendo conto che l’iter diagnostico è complicato, ma com’è immaginabile nel corso degli anni, ha preso sempre più piede anche un certo sconforto...che si è trasformato in vera e propria depressione associata ad episodi di ansia feroci (soprattutto quando ho più dolore).
D’accordo con il mio medico curante ho deciso di consultare uno psichiatra che, dopo diversi colloqui ha deciso d’impostarmi una terapia con Citalopram con il chiaro intento di ottenere una percezione meno acuta possibile del dolore fisico.
Su consiglio dello stesso psichiatra poi, mi è stato consigliato di seguire se possibile, anche una psicoterapia finalizzata per imparare ad accettare il dolore perché la non accettazione certamente ne amplifica anche i sintomi fisici (facile a dirsi, più difficile a farsi).
Sono quindi a chiedervi se in ambito psicologico, tra le varie correnti di pensiero, ce ne sia una più indicata di altre per la mia specifica necessità.

Cordiali saluti a tutti
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Dr.ssa Carolina Tampolli Psicologo, Psicoterapeuta 4 1
Gentile utente,

Al di là delle "correnti di pensiero" - che sono tante quanti gli abitanti sulla terra - cerchi semplicemente uno psicoterapeuta della sua zona e inizi un percorso insieme a lui. La relazione terapeutica è uno dei più importanti indicatori di efficacia della terapia, indipendentemente dall'orientamento del terapeuta.

Le faccio un in bocca al lupo per questo suo nuovo percorso.

Dr.ssa Carolina Tampolli
Psicologa Psicoterapeuta

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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

anche nella situazione oncologica
il controllo del dolore è un obiettivo primario da raggiungere, proprio dal punto di vista della qualità di vita ( https://www.medicitalia.it/minforma/terapia-del-dolore/2091-dolore-cronico-severo-disturbi-sonno-tono-umore.html ).

Ha interpellato dei medici specializzati in questa specifica branca (algologi)?

Dico questo perchè prima di passare alla Psy
è opportuno prendere in considerazione tutto quanto è possibile dal punto di vista fisico.

Riguardo allo/a Psicologo/a più adatta,
raccomando che essa sia anche Psicoterapeuta (solo così può curare)
e perfezionata in psicologia oncologica (PSICONCOLOGIA).
Vedo che nel Suo capoluogo (che non cito per privacy)
ne esistono parecchi, alcuni dei quali operanti nella équipe dei Vostri maggiori ospedali.

Se ritiene ci tenga al corrente.

Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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dopo
Utente
Utente
Gentilissima dr.ssa Tampolli, innanzitutto la ringrazio per l’augurio che mi rivolge.
Riguardo il suo suggerimento credo di comprendere che empatia e fiducia debbano esser imprescindibili, indipendentemente dalla branca.
La saluto cordialmente.
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Gentilissima dr. Brunialti,
la mia è per così dire, una situazione di mezzo : grazie a Dio oncologicamente parlando sono in remissione completa da oltre 5 anni, ma i dolori che anno dopo anno si sono fatti più intensi e frequenti, inizialmente non sono stati direttamente correlati alla terapia chemioterapica...nonostante il primo ciclo
mi avesse comunque procurato una miocardite severa in piena citopenia.
Oggi i dolori ampiamente diffusi (e che forse andavano indagati all’esordio) hanno creato tutta una serie di patologie secondarie e concatenate che francamente non possono più esser gestite solo dagli oncologi.
Mi spiegavano che sarebbe necessario la sinergia di più branche specialistiche in quanto alcuni dolori sono patologici e altri solo sintomatici...insomma, un bel rebus!
Riguardo l’algologo sinceramente non ne conoscevo neanche la specializzazione! Grazie per il suggerimento.
E grazie molte anche per l’interessantissimo link (effettivamente sono anni che dormo 3-4 ore per notte)e per le indicazioni circa lo psicoterapeuta.
Quello di escludere prima ogni possibile causa fisica mi trova pienamente d’accordo dottoressa, ma tra una visita e l’altra spesso intercorrono tempi biblici, il tempo passa, i dolori rimangono e psicologicamente ci si sente sfiniti, senza più riserve.
Mi serve un po’ di benzina per percorrere ancora qualche centinaio di km perché sono in riserva da un bel po’:-)
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Delle volte i km si accorciano individuando la strada giusta...

Il dolore inizialmente oncologico può iniziare successivamente a .. "risplendere di luce propria" (modo di dire tristemente ironico)
ed è proprio qui che il medico "specialista del dolore" offre tutta la propria professionalità, collaborando quando necessario con lo psicologo e altre figure sanitarie.

La incoraggio vivamente su questa strada.

Fra il resto purtroppo non tutti conoscono la Legge 38/2010: "Disposizioni per garantire l'accesso alle cure palliative e alla terapia del dolore", che pone l'Italia all'avanguardia nel fronteggiamento del dolore anche cronico (non solo quello terminale naturalmente).

In relazione ad essa sono stati istituiti dei Centri multiprofessionali specifici, di cui uno proprio nel Suo Capoluogo presso il Policlinico S. Oxxxxx-Myyyyyyy.
Potrà saperne di più sul portale del Ministero:
http://www.salute.gov.it/portale/temi/p2_4.jsp?lingua=italiano&area=curePalliativeTerapiaDolore .

Ci tenga al corrente, se ritiene!

Dott. Brunialti
[#5]
dopo
Utente
Utente
Gentile Dottoressa, la sua premurosa ed esaustiva risposta mi regala qualche speranza, mi creda.
In passato in tal senso, ho fatto qualche tentativo con agopuntura, meditazione e persino cannabis terapeutica, ma l’unico sollievo l’ho avuto con la morfina...poi presto abbandonata perché il mio intestino mal sopportava.
Tra l’altro il Policlinico che cita è proprio quello presso cui sono in cura, per cui non dovrebbe esser difficile acceder a questo centro (mi chiedo perché gli oncologici non me ne abbiano mai parlato).
Ad ogni modo Dottoressa, in mezzo a tutto questo ginepraio ritiene che quella degli psicofarmaci possa esser una strada che valga la pena tentare? Non vorrei metter troppa carne al fuoco e per indole tendo a sopportare piuttosto che assumere farmaci, ma ahimè debbo anche onestamente constatare uno stato psicologico oramai fragilissimo e succube di continue paure che si autoalimentano in un turbinio infernale.
Una buona notte e molte grazie per la sua preziosa consulenza.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

considerato che il dolore cronico esige un approccio terapeutico-assistenziale-psicologico-sociale globale,
non escluderei il sostegno psicologico:
nè quello della psicoterapia,
nè la farmacoterapia che - mi pare di capire - Le è stata consigliata
( https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1638-dolore-acuto-e-dolore-cronico-anche-la-testa-gioca-il-suo-ruolo.html ).

Entrambi possono essere limitati nel tempo,
ma spesso sono sufficienti a "rinforzare" una situazione psichica
resa fragile dal prolungarsi della situazione di dolore quasi costante,
come potrà leggere anche qui:
https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6285-depressione-psicoterapia-e-piu-efficace-dei-soli-farmaci-nel-lungo-periodo.html .

Ci tenga al corrente se Le va.

Dott. Brunialti
[#7]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa Brunialti,
i link che mi ha postato sono pieni di spunti davvero interessantissimi e chiarificatori: adesso comprendo per esempio, perché la mia soglia del dolore negli ultimi anni si è notevolmente ridotta o come con atteggiamenti mentali controproducenti (nei quali purtroppo mi ritrovo quasi totalmente) contribuisco a peggiorare la sintomatologia.
Mi pare di capire che la linea di confine tra oggettivo e percezione sia molto sottile, dove un’esagerata percezione del sintomo rende di fatto e oggettivamente (cioè fisicamente) più doloroso lo stesso.
Questo è comprensibile logicamente, ma più difficile da eradicare emotivamente...è come spiegare a uno che è stato azzannato da un cane che non deve temere ogni quadrupede che incrocia per strada. :-)
Ma l’ostacolo maggiore Dottoressa, a mio parere è quello di riuscire ad organizzare e pianificare un iter terapeutico complesso, laddove la caratteristica principale di questa patologia, è proprio il totale assorbimento delle proprie energie psico fisiche, della propria lucidità e a volte anche della propria umanità. Non esiste una figura di riferimento a cui affidarsi totalmente e con fiducia...anzi, spesso i sintomi (laddove siano di difficile diagnosi) sono stati spesso sminuiti con frasi banali e di circostanza e la mia persona, umiliata con frasi che lasciavano intendere (poco velatamente) una diagnosi di psicosi et simili. In questi frangenti, per il paziente che già si sente abbandonato e non compreso, è facile provare anche frequenti sentimenti di collera...che vanno a completare un quadro già abbastanza penoso.
Ad ogni modo la ringrazio per i preziosi consigli che cercherò di seguire e attuare nel migliore dei modi...e mi perdoni lo sfogo e soprattutto la logorrea.
Cordiali saluti
[#8]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

se l'ascolto e le informazioni le saranno utili,
ne siamo veramente lieti!
E' questo il senso del nostro "lavoro" su base volontaria.

Nei confronti del dolore purtroppo ancora non c'è sufficiente sensibilità (nella ns Provincia autonoma fortunatamente funzionano assai bene le équipe specifiche, che assistono anche presso il domicilio del pz.).

"Ma l’ostacolo maggiore Dottoressa, a mio parere è quello di riuscire ad organizzare e pianificare un iter terapeutico complesso..":
siccome ne va della Sua qualità di vita
per molti anni ancora vista la Sua giovane età,
ci metta il massimo dell'impegno a Lei possibile in questa fase.

Attendiamo news riguardanti l'operatività, se Le va.

Dott. Brunialti
[#9]
dopo
Utente
Utente
Non mancherò di aggiornarla, se non è di troppo disturbo.
La ringrazio di cuore per le belle parole di conforto che mi ha rivolto e per il tempo che mi ha voluto dedicare.

Grazie e buon lavoro.
[#10]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
A Lei vivi auguri.
Grazie per l'apprezzamento.

Dott. Brunialti
[#11]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima Dottoressa Brunialti,
perdoni nuovamente la scocciatura, ma in questo piacevolissimo scambio ho dimenticato di menzionare quello che forse in assoluto è ciò che mi crea più sofferenza: la mattina appena sveglio, un senso interiore di vuoto assoluto, di morte spirituale e non appartenenza a niente e nessuno. Ciò che prima mi emozionava ora mi lascia indifferente, l’iperattivita’ e l’energia che mi hanno sempre contraddistinto sono ora sostituiti da un’indolenza mortifera. Mi sento derealizzato da tutto e da tutti, confinato in un loculo crepuscolare inespugnabile. Prima della malattia non mi sono mai sentito così, anzi! Ero un fuoco d’artificio ininterrotto...ora, l’esatto opposto. Dottoressa, io amo profondamente la vita e vorrei ritrovare quel filo d’Arianna che ogni mattina mi faceva balzare giù dal letto pieno di voglia di fare, ma l’ho perduto...ho paura e non so come gestire questa situazione. Soprattutto ho tanta paura...io che ho combattuto come un leone contro il tumore...e l’ho pure sconfitto nonostante le probabilità fossero risicate...e ora? Inerme come un bambino. Non mi riconosco! E mi faccio pena da solo!
Non pretendo un consulto a distanza dottoressa, ma a suo parere, il vuoto interiore, anche solo simbolicamente, cosa potrebbe significare?
Glielo chiedo perché vorrei reagire e avere qualche elemento in più su cui riflettere.
Mille grazie!
[#12]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Gentile utente,

per Lei è risultato fisiologico "combattere come un leone contro il tumore"
ma lo è altrettanto sentirsi svuotati nel "dopo",
come succedeva dopo un esame importante e brillantemente superato.
E' una dinamica ampiamente prevista dagli studi di Psiconcologia,
quindi niente inutili preoccupazioni:
può essere una fase.

La fatica della mattina però può essere talvolta attribuita anche a tratti depressivi,
ma di questo Le ho già detto in #6.

Se nell'équipe multidisciplinare a cui abbiamo accennato dovesse esserci uno Psichiatra al quale descrivere tutto ciò
come ha fatto qui,
oltre alla diagnosi - impossibile online - potreste considerare un aiuto anche farmacologico temporaneo,
non crede?

dott. Brunialti
[#13]
dopo
Utente
Utente
Assolutamente d’accordo con lei Dottoressa, difatti è già una settimana che sono in terapia presso una psichiatra.
L’esempio dell’esame rende bene l’idea e riflettendoci mi pare abbia anche una logica oggettiva.
Ancora grazie molte per la sua attenzione.
La saluto cordialmente
[#14]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 66
Prego.
Saluti cordiali.

Dott. Brunialti
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