Lavoro, insoddisfazione

Salve, sinceramente non sono sicuro che questo genere di richiesta di aiuto sia idonea ad un sito come questo. Ho deciso di scrivere lo stesso tenendo in mente la figura dello "psicologo del lavoro", dato che la situazione che descrivo è causa di un forte stress e influisce anche sul benessere psichico. Io da anni pratico un'attività da libero professionista, e non ho avuto altre esperienze lavorative. Ho un cervello più portato alla creatività, mentre quello attuale è un lavoro logico e pratico. In quanto attività in proprio richiede un impiego costante che occupa gran parte delle giornate, nel momento in cui oltre a mantenere coprendo le spese a fine mese voglio guadagnare qualcosa. Devo essere sempre pronto a rispondere al telefono, a gestire il tempo e i conti, ad essere abile nella vendita e ad eseguire la manodopera. In realtà mio padre mi aiuta a gestire l'attività, che ha creato lui stesso, perchè per una sola persona sarebbe impossibile occuparsi dell'aspetto burocratico e pratico in contempo. Io mi occupo soprattutto del lato più pratico. Già questo pensiero è per me avvilente: Se lui non ci fosse più, non avrei la capacità di gestire tutto da solo. Se esistesse la possibilità di assumere persone, distribuendo i ruoli, sarebbe sostenibile. Ma i soldi per pagare più stipendi non entrano, se non dedicando letteralmente ogni energia in questo, sacrificando ogni sorta di tempo libero. Infatti ho smesso di praticare sport, non ho rapporti sociali a causa di stanchezza e stress, e ho dimenticato cosa significhi piacere. Solo dovere. L'indipendenza psicologica è ben lontana, perchè se non ci fosse mio padre l'attività fallirebbe. Questo non mi fa sentire realizzato come uomo. Per mio padre è normale "sgobbare", è cresciuto così. Io tendo a voler preservare il tempo libero, le passioni, a non voler dedicare tutta l'esistenza al dovere. Mi chiedo se sia una mia visione delle cose sbagliate, se io sia solo pigro, se i miei desideri siano da considerarsi una fortuna e non leciti. Ultimamente ho mollato la presa e gli ho manifestato il mio desiderio di cambiare, ma cambiare completamente pare impossibile. Dovrei partire da un diploma, il che significa parassitare sulla mia famiglia per un tempo indefinito. Questo mi avvilisce e mi porta a mettere in discussione la mia non voglia di accontentarmi, facendomi pensare che sia soltanto un capriccio, che in realtà dovrei lavorare sodo per sopravvivere senza lamentarmi troppo del poco tempo libero e del fatto che non ho energie per dedicarmi al piacere. Mi sento confuso e non capisco se il problema sono io, o se sono solo portato per un altro genere di lavoro per indole e carattere. In più non so a quale figura potrei rivolgermi: Esiste qualcuno che valuta le qualità di un individuo e consiglia in che attività possa usare al meglio i propri talenti? Perchè predisposizione e fatica possano combaciare.. ed essere soddisfacenti, più che necessità per sopravvivere, sacrificio e basta.. senza tempo per sè
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Dr.ssa Giselle Ferretti Psicologo, Psicoterapeuta 615 14 22
>>Esiste qualcuno che valuta le qualità di un individuo e consiglia in che attività possa usare al meglio i propri talenti?<<

Certamente, uno psicologo potrebbe aiutarla a fare chiarezza, non solo sui suoi interessi, ma soprattutto su questo

>>L'indipendenza psicologica è ben lontana, perché se non ci fosse mio padre l'attività fallirebbe.<<

Mi sembra, da quanto scrive, che lei si sia adattato alla vita condotta da suo padre. Questo è un punto fondamentale nella vita di molte persone: come coniugare la propria personalità unica e irripetibile con le aspettative dei propri genitori?

Lei è molto giovane, ha tutto il diritto di scoprire quali sono i suoi reali interessi e di investire la sua vita verso i suoi obiettivi. Se anche non fosse giovane avrebbe lo stesso diritto.

Si rivolga con fiducia ad un nostro collega dal vivo, vedrà che troverà la sua strada.

Un caro saluto,

Dott.ssa Giselle Ferretti Psicologa Psicoterapeuta
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