Confusione sull’orientamento sessuale

Salve gentili Dottori.
È da tantissimi anni che sono dietro a diversi fallimenti terapeutici, la maggior parte di cui di tipo cognitivo comportamentale e poi psicodinamico e ora psicanalitico. Da 11 anni che tento di capire chi sono dal punto di vista sessuale. Al momento, fantastico molto sessualmente sui ragazzi. Basta questo a identificarmi come gay? O è possibile che stia proiettando su questo ragazzo mancanze di affetto di mio rapporto con mio padre? Mi sono state dette cose da psicologi e psicoterapeuti tra le più disparate: dal fatto che io sia bloccato a un complesso di Edipo, al fatto che io idealizzo gli uomini ma non sono gay, al fatto che io sono stato bullizzato in classe perché sono più effemminato di modi e che dovrei cercare una ragazza più morigerata, al fatto che in genere chi cerca la compagnia di una persona del suo stesso sesso abbia un rapporto assente con il genitore del proprio sesso e di cercare ispirazione da uno zio o un’altra figura maschile, al fatto che ci siano ragioni biologiche, ormonali, di arresto dello sviluppo e cose simili. Non riesco davvero veramente a capire. In passato mi è capitato di amare una ragazza, ora sento più attrazione verso gli uomini. Sono sempre più confuso e questa cosa mi blocca non poco nelle relazioni. Sono una persona fortemente condizionata da una morale cattolica, come si può conciliare l’essere gay con questa situazione? In questo momento ho tanta sfiducia nel processo terapeutico. Vi ringrazio per la pazienza.
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Se ha molta sfiducia nel processo terapeutico, potrebbe essere fonamentalmente per due ragioni: o perché finora ha trovato terapeuti che non hanno potuto risolverle il proboema, o perché il problema che sta portando in terapia non può essere risolto. Non se fosse formulato in modo inattaccabile.

Il suo appare più come un problema di ossessività che di sessualità. Cioè sembra predominante l'aspetto di fissazione sul non riuscire a capire "chi è" rispetto alla <reale> importanza di saperlo (chi può dire di sapere veramente "chi è"? E non mi riferisco solo all'aspetto sessuale; eppure non tutti soffrono di ossessioni).

Potrebbe trattarsi di un disturbo d'ansia e, inquadrato in questo modo, sarebbe certamente possibile curarlo.

Resterebbe tuttavia da capire se lei fosse disposto a rinunciare a capire "chi è", dato che in questo caso ci sarebbe probabilmente poco da fare.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
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