Situazione psicologia infantile di bambino di due anni. urgente.

Buonasera dottori, sono qui per chiedere consigli riguardo la storia di mio nipote (figlio di mia cugina) di 2 anni e mezzo. La vicenda inizia a fine Gennaio del 2014 quando mio zio (nonno del bambino) non sto qui a raccontarvi le ragioni viene arrestato. Successivamente nell’aprile dello stesso anno la moglie ovvero mia zia (nonna del bambino) subisce un ictus che la porta quasi alla morte e poi a invalidità permanente e non capace più poter badare ai sui figli. Mio zio e mia zia hanno avuto due figli, mia cugina (mamma del bambino) e mio cugino. Mia cugina già dal 2013 aveva una relazione con un ragazzo (padre del bambino). La situazione in famiglia dei mie zii è andata allo sbaraglio, mia cugina con il passare del tempo ha iniziato ad assumere alcool e droghe. A marzo 2017 mia cugina ha partorito il bambino in questione. Fino a giugno 2018 mia cugina con la nascita di suo figlio sembrava aver messo la testa apposto, idem il fidanzato, e la situazione familiare andava migliorando, dopodiché anche il padre del bambino è finito in galera per fatti antecedenti. Da quel momento mia cugina ha ripreso ad assumere alcool e droghe, ad uscire la sera tardi e tornare al mattino, ad essere aggressiva verso mia zia e mio cugino trascurando e non badando non solo al figlio ma anche la casa che risultava sempre sottosopra e sporca. A quel punto mia zia, sorella di mia mamma, ci ha implorato di prendere in custodia il bambino temporaneamente fino a quando mio zio non sarebbe uscito di galera. Abbiamo preso in custodia il bambino verso la fine dell’estate scorsa, nel frattempo mia cugina ha rotto la relazione con il padre del bambino. Abbiamo provveduto in questi mesi a fargli tutti i vaccini, a curarlo quando era malato, a nutrirlo come si deve e a farlo crescere in un ambiente familiare sereno. Il bambino si è completamente integrato nel nostro nucleo familiare. Ormai lui chiama mia madre mamma e mio padre papà, ha iniziato a dire anche il mio nome e quello delle mie sorelle. Ci tengo a precisare che il bambino a settimane alterne va in carcere a trovare una volta il padre e una volta il nonno. I familiari del padre non lo hanno voluto prendere in custodia in quanto non godevano di buona situazione economica. Ora mio zio abbiamo saputo è prossimo ad uscire dal carcere forse con i domiciliari e finalmente potrà prendere in mano la situazione ormai grave del suo nucleo familiare e in particolare a far ritornare il bambino da loro. Ora io sono ignaro delle questioni psicologiche soprattuto infantili ma c’è un modo per far tornare il bambino in quel nucleo familiare senza fargli prendere nessun trauma in particolare dal distacco con mia mamma, in quanto per lui è diventata la sua vera mamma visto che dorme con lei e quando piange e prende capricci vuole soltanto lei? Non nascondo che col tempo ci siamo affezionati tantissimo anche noi e ormai sia i miei genitori che io e le mie sorelle lo trattiamo come figlio/fratello. Grazie mille per l’attenzione spero vivamente in una vostra risposta.
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Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo Psicologo, Psicoterapeuta 2.4k 122
Gentile utente,

Il bambino è in uno stato di sofferenza psicologica verosimilmente causata dal fatto che non ha mai avuto una madre e un padre che si occupassero emotivamente e fisicamente di lui. Un plauso alla vostra famiglia che si sta prendendo cura del piccolo come può e come riesce e, mi sbilancio dicendole, per fortuna che ci siete stati voi.
Tuttavia, attualmente la situazione psicologica entra in secondo piano. Urge contattare i servizi sociali del comune di appartenenza per una valutazione e presa in carico del problema. Insomma, mi pare di capire che ci sono estremi per procedere giuridicamente.
Una volta risolti i problemi legali del minore, si inizierà a pensare a quelli psico-sociali.

Un caro saluto
Un bacio al piccolo

Dr. Francesco Emanuele Pizzoleo. Psicoterapia cognitiva e cognitivo comportamentale.