Depressione o solo solitudine?

Buongiorno.

Da 4 anni ho lasciato mia madre, vedova da 13 anni, per esigenze di lavoro e mi sono trasferita in una città vicina.
Dopo poco tempo, essendo mia madre priva di patente e con diverse patologie (ha avuto un principio di infarto, uno pneumotorace e una bronchite cronica ostruttiva) ed essendo io figlia unica, abbiamo deciso che fosse meglio che si trasferisse anche lei vicino a me per avermi sempre accanto.

Parallelamente sono andata a convivere e mi sono sposata.
Il rapporto con mia madre è sempre stato molto ossessivo da parte sua, anche in seguito alla perdita di mio padre, ha sempre cercato di controllarmi nelle decisioni.
Purtroppo però dal mio allontanamento da casa, la situazione è molto peggiorata, in quanto non riesce a gestire il fatto di stare da sola a casa e vive malissimo questa solitudine, tanto da rimproverarmi di non passare del tempo con lei, nonostante vada a farle visita praticamente tutti i giorni.

Non ha hobby, non vuole cercare di conoscere persone, esce mal volentieri di casa.
Sostanzialmente, vorrebbe che io le dedicassi molto del mio tempo libero (giusto ieri mi ha rimproverato perchè nel fine settimana si aspetta che le dedichi qualche ora).

Ho provato a parlare con il medico di base anche in sua presenza per farla andare da uno psicologo, in quanto temo non abbia mai superato la scomparsa di mio padre ne il fatto che io non sia più con lei.
Purtroppo però si ostina a non voler vedere uno specialista, fa solo ricorso a un ansiolitico prescrittole anni fa per l'ansia.

Questa situazione è diventata insostenibile anche per me, in quanto non so più come gestirla, perchè periodicamente vengo accusata di non dedicarle abbastanza tempo e mi vengono "vomitate" addosso accuse di abbandono, con frasi del tipo "meglio se muoio almeno non soffro e non do più problemi a nessuno".
Per di più la continua solitudine le ha portato una sorta di "scollegamento" dalla realtà, pensa sempre negativamente e malignamente degli altri, talune volte facendo anche inopportune gaff.

Potete consigliarmi su cosa è meglio fare?
grazie mille in anticipo per il vostro aiuto.
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Dr.ssa Paola Dei Psicologo, Psicoterapeuta 305 27 9
Gentile signora
Il suo accorato post conferma quanto il legame fra una madre e una figlia sia delicatissimo e sostenuto da equilibri labili che possono dare adito a relazioni molto problematiche da gestire.
Anche involontariamente le madri possono spesso sottoporre le figlie ad esami continui anche invertendo i ruoli. La figlia si ritrova in questo modo ad essere la custode della madre e la madre ne rivendica la presenza e il bisogno in virtù d problemi di salute. Queste madri di solito amano le figlie ma non sono capaci di trasformare in azione i loro sentimenti. Vale a dire che non riescono a fare ció che anche lei le prospetta per autonomizzarsi; cercare interessi, amicizie, hobbyes.
La figlia, a sua volta resta invischiata in un rapporto dove le dinamiche innescatesi non le consentono di vivere serenamente e autonomamente la propria vita soprattutto a causa dei sensi di colpa che, nel suo caso, ben si intuiscono dalle sue parole.
Attraverso questa collusione siete inevitabilmente connesse l’una all’altra. Vedo che anche lei é molto magra e di questo non ci dice molto ma ció che posso consigliarle é una psicoterapia de visu per imparare a gestire le dinamiche con sua madre e trovare una modalità più funzionale per vivere serenamente la sua vita. Potrebbe anche andar bene una psicoterapia familiare con sua madre, ma al momento colei che necessità di spezzare queste dinamiche e staccarsi emotivamente da questo legame diventato troppo stretto é lei. Ci rifletta in un momento e in un luogo giusto ma non aspetti troppo, lei è giovane e merita di vivere una quotidianità serena.
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