Smarrimento

Buongiorno a tutti,
Mi chiamo Silvia e vi scrivo perché in questo periodo mi sento un po' persa.

Qualche anno fa ho iniziato un percorso con una terapeuta davvero in gamba perché vivevo un periodo chiamiamolo come ora, di smarrimento generale in cui non sapevo bene in che direzione far andare la mia vita.
ho concluso il percorso questo settembre, ero riuscita a trovare un mio equilibrio personale e a stare finalmente serena con me e con il mondo.
Arriviamo ora al punto: ho concluso il percorso in modo un po' brusco perché sono partita per l'Erasmus, ho scelto io di farlo e ne ero entusiasta.
Un po' preoccupata ma comunque entusiasta.
fin da subito le cose non sono andate bene, il senso di smarrimento della nuova città e del cambio di lingua si è fatto sentire prepotentemente ed è da quanto sono tornata che mi ritrovo un po' nella situazione del pre terapia.
Persa e senza un equilibrio, ultimamente come due anni fa mi sono tornati gli attacchi di panico.
E chiaramente non voglio tornare nella nuova città per l'Erasmus.
Ho chiesto alla terapeuta con cui ho lavorato fino ad ora un nuovo appuntamento perché mi sembrava opportuno visto che praticamente mi rendo conto di vegetare tutto il giorno in preda ad uno stato di estraniamento dal mondo reale.
Mi sento un po' bloccata e allo stesso tempo mi rendo conto di sbagliare, anche perché mi rendo conto di non riuscire a parlare con nessuno perché sono irritabile al massimo e completamente pazza.
Non so nemmeno che consigli potrete darmi, se non quello di cercare di ricordare perché avevo scelto un erasmus e chi ero riuscita a diventare.
Penso che forse il sapere di avere ancora la terapia aperta mi desse sicurezza, e ora che si è chiusa davanti non c'è più qualcosa di conosciuto e quindi un'altra seduta. Mi sento un po' di nuovo in quella fase di dipendenza totale dalla mia terapeuta che avevo brillantemente superato fino a qualche mese fa. Questo mi chiedo: perché ora? Può uno scenario nuovo come quello di una partenza erasmus e la fine di una terapia farmi perdere così tanto la bussola e il senso di me fin da non volermi più neanche alzare al mattino? Contando che allo stesso tempo mi prenderei a calci nel sedere perché sto prendendo la mia vita e la sto buttando nel cesso? Penso di essere spaventata dalla nuova esperienza che mi si presenta davanti, visto che i primi mesi li ho passati davvero male, con attacchi di panico e senso di derealizzazione e depersonalizzazione senza davvero riuscire a combinare nulla.
Mi sento una bambina. Sostanzialmente stanno tornando un po' fuori tutte quelle insicurezza che mi avevano portata a seguire un percorso terapeutico, ovvero la paura di affrontare la vita da sola. E sto iniziando ad evitare tutte quelle situazioni in cui sarei da sola, mi rendo conto che non riesco più a ritrovare il mio solito equilibrio. E mi sto fregando da sola, perché con tutte queste paranoie mi sto rovinando.

Vi ringrazio comunque per l'attenzione,
Saluti
Silvia
[#1]
Dr.ssa Eleonora Arduino Psicologo, Psicoterapeuta 62
Cara Silvia, invece un consiglio sicuro c'è: lei è la verifica del perchè molti di noi psy "impongono" al paziente un periodo di elaborazione prima della chiusura. È difficile per i non addetti ai lavori rendersi conto di quanto sia importante, perchè nelle conclusioni brusche ci sono molte insidie consce e inconsce (questo vale anche per tutti i casi della vita). Le chiusure (tutte) vanno quindi elaborate accuratamente, in questo caso col terapeuta. Certo non significa rinunciare a vivere e viaggiare, ma bisogna concordare un modo per restare in contatto per lavorare. Internet oggi ci aiuta, e anche se non è la stessa cosa, almeno evita problemi peggiori. Per fortuna ha deciso di rivedere la sua terapeuta e avrete modo di affrontare tutto. Auguri e non si scoraggi! A volte sembra di essere tornati indietro azzerando tutto, ma il lavoro è lavoro e produce qualcosa per forza, anche se non pare.

Dr.ssa Eleonora Arduino
psicologa-psicoterapeuta

[#2]
dopo
Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
La ringrazio davvero per la risposta.
Penso di essere entrata in una sorta di loop di paura e ansie di non riuscire a ritrovare il mio equilibrio che effettivamente mi fa perdere l'equilibrio perché mi faccio venire fuori altre 200 ansie e mi frego da sola.
All'appuntamento comunque sono andata, lei è davvero la migliore terapeuta che potessi trovare e ancora una volta me ne ha dato la conferma, perché c'è sempre.
Penso di aver solo bisogno di un attimo di tempo per ritornare alla realtà.
Un caro saluto e auguri di buon anno

Silvia
[#3]
dopo
Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Dottoressa, scusi se la disturbo ancora.
Mi rendo conto che non ho granché tratto giovamento da questi giorni a casa, non sono serena. La partenza è imminente e io non voglio proprio partire. So che questo significherebbe una totale regressione per me, mi sto chiudendo in casa e non esco più con nessuno.
So che dovrei partire. Ma al momento non mi sento psicologicamente pronta a farlo.
Avevo pensato di posticipare il volo di una settimana e richiedere un altro colloquio con la mia terapeuta per la prossima settimana.
Ha qualche consiglio da darmi? A parte il sempreverde "signorina, ha 24 anni. Tiri fuori i denti e viva?"
[#4]
Dr.ssa Eleonora Arduino Psicologo, Psicoterapeuta 62
No, il consiglio non è quello.... :) ne parli con la terapeuta, ma davvero è un consiglio
[#5]
dopo
Attivo dal 2018 al 2020
Ex utente
Alla fine vista la situazione covid-19 sono rientrata a casa,
ho scritto ancora tempo fa alla mia terapeuta dicendole che non sapevo che cosa ci fosse che non andava ma che non stavo bene. E sta un po' continuando questa cosa ora, solo che io da un lato non voglio scriverle. Non voglio che mi veda così, non voglio che si senta inutile dopo tutto il tempo che abbiamo girato intorno a questa storia, non voglio dirle che mi manca così tanto che non ho più fame e che mi sembra di morire al pensiero di non vederla più perché so che lei ci tiene a me e non voglio fare l'ingrata e la bambina viziata per poi chiederle cosa? Cosa dovrei dirle? Scaricarle addosso il fatto che sto di merda perché non la vedo a fare che? Non so, mi rendo conto che più vado avanti nei giorni e più non trovo un senso alle cose che faccio e questo senso di ansia e schifo diventa sempre più forte. Sarà sicuramente anche lo stare in quarantena. E mi scusi, al suo consiglio le ho risposto dicendole che anche se voglio contattare la mia terapeuta lo farei solo per vederla perché mi manca e la penso ogni minuto di ogni cavolo di giorno e questo mi spinge a non volerla chiamare.