Mia figlia di 18 anni è ossessionata dal peso e dal cibo

Buongiorno gentili dottori, approfitto ancora della vostra disponibilità per richiedere un parere sulla situazione di mia figlia.
All'età di 12 anni (già sviluppata da 1) è in sovrappeso.
Inizia a ridurre le dosi di cibo e questo a noi genitori sembra sensato.
Finché la situazione nel giro di 3 mesi ci sfugge di mano e la ragazza arriva a perdere più di 10 chili con blocco del ciclo mestruale.
Dopo tanto dialogo finalmente ricomincia con una alimentazione corretta aiutata da una nutrizionista.
Ad oggi a 18 anni ed è normopeso ma la sua ossessione di ingrassare continua.
Si pesa ogni mattina e s più volte al giorno.
Non vuole essere guardata quando mangia (spesso mangia da sola in camera sua).
Ogni tanto digiuna ma si vede che non ha più il controllo sul cibo come una volta.
Praticamente siamo in un limbo perché la ragazza non è anoressica ma si comporta come tale.
Ha fatto un anno di psicoterapia ma l'argomento non ha mai voluto affrontarlo con dottore.
Alla fine ha lasciato.
Ad oggi dopo una breve vacanza fatta con lei mi sono resa conto che la situazione è grave.
Invece di godersi il soggiorno pensava ossessivamente alla dieta che avrebbe fatto al ritorno (visti i pochi sgarri concessi).
Ho pensato di proporle un centro ospedaliero per i disturbi alimentari ma se vado a leggere sui siti dei suddetti centri si parla di anoressia o bulimia.
Lei all'apperanza non è né l'una né l'altra ma dentro di lei c'è una grande sofferenza.
Come posso aiutare nel modo corretto questa ragazza?
In passato ho pensato di poterlo fare solo io poi mi sono rivolta ad uno psicoterapeuta e ad oggi non so più che fare ma voglio aiutarla.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Gentile mamma,

capisco la Sua preoccupazione e il senso di impotenza che prende i genitori di fronte ai disturbi dei comportamenti alimentari nei figli.

Per situazioni come la Vostra,
probabilmente complessa,
il Servizio Sanitario Nazionale ha creato una rete di "Centri per i Disturbi alimentari" (gratuiti o solo ticket)
nei quali tutti gli specialisti - nutrizionista, psicologo, psichiatra, endocrinologo, ecc. - sono a disposizione in forma "integrata"
cioè coordinati tra loro,
come potrà leggere qui:

https://www.medicitalia.it/blog/psicologia/6999-anoressia-bulimia-binge-eating-sconfiggere-dca.html .

La terapia attuata presso i Centri garantisce anche la possibilità di ricovero quando necessario e in accordo con il paziente
sempre a carico del Servizio Pubblico, in modo che non sia l'elemento economico a scoraggiare il curarsi; non è il caso Vostro, ma lo segnalo per completezza di informazione.
La mappa nazionale dei Centri la troverà nel link sopra, regione per regione.

Riguardo ai comportamenti che i famigliari sono indirizzati ad assumere,
potrà trovare qui le linee guida del Ministero della Salute:
"DISTURBI DELLA NUTRIZIONE E DELL'ALIMENTAZIONE: RACCOMANDAZIONI per FAMILIARI
http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_pubblicazioni_2774_allegato.pdf "

La incoraggio vivamente a parlarne con decisione a Sua figlia,
magari con l'aiuto del medico di base.

Per ulteriori info
scriva pure.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima dottoressa Brunialti, innanzitutto la ringrazio con tutto il cuore per aver risposto alla mia richiesta d'aiuto. Ho letto.con attenzione il suo articolo ed ho ripercorso con la memoria gli anni della crescita di mia figlia. Effettivamente ci sono stati da parte nostra comportamenti che potrebbero aver portato ad una visione distorta del cibo. Ricordo che tra i 2 e i 3 anni usavo il cibo per farla stare calma. Era infatti ingrassata e il pediatra mi disse che non doveva prendere peso fino ai 6 anni. Le maestre dell'asilo mi raccontarono che la bambina rifiutava il succo di frutta perché diceva che la mamma non glielo dava più. Io stessa ho sempre usato il cibo come sfogo arrivando a pesare quasi 100 chili. Mio marito ha sempre avuto la passione per la cucina ed ora che è in pensione anticipata è diventato il suo unico sfogo. Ad oggi dopo tre anni di psicoterapia sono una donna più consapevole e non ho paura ad ammettere che indubbiamente il problema nasce nelle dinamiche familiari. Ma questo è inevitabilmente il passato ed ora più che mai sono decisa a prendere in mano la situazione di mia figlia ed aiutarla nel miglior modo possibile. Io e lei abbiamo un rapporto meraviglioso fatto di dialogo ma anche di rispetto reciproco per le nostre personalità differenti. L'unica cosa che ci "divide" nasce proprio nei momenti riguardanti cibo e corpo. Lei mi ha dato un'ulteriore spinta a prendere provvedimenti in una struttura specifica. Penso che mi rivolgerò all'ospedale Niguarda per la prima visita. Ovviamente ne parleremo insieme ma sono certa che non rifuterà anzi forse non aspetta altro che qualcuno prenda in seria considerazione il suo problema. Grazie e ancora grazie.
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 576 66
Sono felice dell'aiuto fornitoLe.

Se ritiene, ci tenga al corrente,
fa piacere.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti
[#4]
dopo
Utente
Utente
Buongiorno, vorrei aggiornarvi sulla situazione di mia figlia chiedendovi consiglio su una particolare situazione che non so come gestire. Ho parlato con lei a proposito dell'affrontare il suo evidente problema col cibo. Purtroppo mi ha detto di non voler affrontare, in questo momento della sua vita , la problematica. Si è innamorata per la prima volta , ha la maturità e praticamente non se la sente di prendere questo impegno. Ci sono rimasta male ma non ho insistito ovviamente. Il problema in questo momento è però anche di tipo pratico e non so come risolverlo al meglio: mia mamma (per la quale avevo già richiesto un consulto a voi gentili dottori ) vive con noi da settembre. Ad oggi la diagnosi è :moderato decadimento celebrale ma consigliata visita da un neurologo a causa di disturbo paranoide con allucinazioni audiovisive. Infatti vede insetti, pensa che le parliamo dietro etc. Ora tornando a mia figlia il.problema è questo : tornando da scuola si trova a mangiare quasi sempre con mio marito e mia mamma. Purtroppo, sua nonna, mentre la ragazza mangiava con già delle difficoltà, continuava a fare commenti sul cibo che stava mangiando ( quantità, tipologia etc ). Le è stato detto più di una volta e spiegato a chiare lettere di non adottare questo comportamento a tavola. Tra l'altro mia madre si è sempre vantata del suo sapersi controllare col cibo e del.suo.essere stata sempre magra. Comunque nonostante i nostri accorati appelli ha continuato imperterrita finché mia figlia ha deciso all'inzio di mangiare in camera sua e ultimamente di saltare proprio il pasto. Per motivi pratici non riusciamo a farla mangiare prima e comunque rimarrebbe a tavola a guardare i suoi programmi televisivi preferiti ( abbiamo un sono televisiore). Mia figlia piange ,è davvero arrabbiata e vede sua nonna come ulteriore causa di malessere. Addirittura la accusa (ovviamente non di fronte a lei ) di aver fatto ammalare la gatta di depressione con conseguente comparsa di epatite. Mia mamma, per la sua ossessione verso gli insetti inesistenti,ha praticamente limitato gli spazi a cui la gatta era abituata da 13 anni. Io mi trovo tra l'incudine e il martello : non posso non occuparmi personalmente di mia madre ( non ci possiamo permettere terze persone ) ma voglio salvaguardare la salute psicologica di mia figlia . L'unica cosa che io e mio marito abbiamo pensato di fare è quella di chiedere a mia mamma di andare in un'altra stanza per il tempo necessario alla ragazza di consumare il pasto. Il nostro dubbio è che si senta "cacciata via" e relegata nella stanza. Non gliene abbiamo ancora parlato. Chiedo a voi ,gentili dottori, consiglio su come affrontare al meglio questa ulteriore difficoltà. Un'ultima cosa : ieri il veterinario ci ha detto che praticamente la gatta si sta lasciando morire , non soffre fortunatamente e ci ha consigliato di lasciarla spegnere in pace. Mia figlia, attaccatissima come tutti noi alla gattina, è disperata e convinta che la presenza della nonna le abbia fatto saltar fuori la malattia che sennò, a suo dire , sarebbe rimasta latente se la gatta non fosse precedente caduta in depressione a causa della sua presenza. A volte mi sembra parli si se stessa. ...
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