Confusione mentale

Salve, sono una ragazza di 23 anni con un padre che ha sofferto in passato di esaurimento nervoso.
Da circa 4 anni convivo con la patologia della tiroide di Hashimoto, che inizialmente si era manifestata con i suoi tipici disturbi fisiologici, compresi stati di acuti tristezza, fragilità emotiva, ricorrenti incubi, sonno pesante, attacchi di panico, indifferenza e pensieri suicidi, tutto parallelo ad una nuova esperienza di vita quale l’università.
Premetto che prima di allora ero una ragazza abbastanza solare e non avevo quasi mai riscontrato queste problematiche.
Successivamente ho iniziato la cura con pastiglie apposite per il malfunzionamento della tiroide e le cose sono migliorate sotto quei punti di vista.
Ho comunque visto diversi psicologi negli ultimi due anni, ma quando mi presentavo in studio provavo sensazione di vergogna e giudizio, improvvisamente credevo che i miei problemi non fossero reali e spesso mi sembrava di parlare a vuoto.
Non avevo storie strazianti da raccontare, ma sempre e solo pensieri confusi a cui cerco tutt’ora solo una risposta e che non so spiegare, motivo per cui dopo 2-3 sedute sparivo.
Negli ultimi anni ho notato si aver adottato un comportamento passivo, mi isolo molto dal mondo esterno, provo ansia nel dover pensare di conversare con qualcuno, confondo gentilezza con il non saper dire di no.
Mi irrito molto facilmente, provo risentimento e mi piango spesso addosso, arrivo a pensare così tanto che ad un certo punto divento veramente tesa e tremo.
Non sono motivata nel fare niente e ho paura di affrontare tutto, anche semplici telefonate, e questo si ripercuote nel mondo del lavoro.
A volte mi capita di piangere tantissimo e trasformare il pianto in una risata isterica, o viceversa.
Quello che vorrei capire è: può esserci effettivamente un qualche disturbo mentale per cui posso chiedere aiuto?
La mia situazione ha veramente valore davanti ad uno specialista?
Dovrei aiutarmi o sono situazioni comuni?

Ringrazio anticipatamente.
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Dr.ssa Lara Sciscio Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 1
Buongiorno.
Parto a rispondere dalle sue domande?
Ovvero: esiste un disturbo mentale per cui chiedere aiuto?
Ebbene, la stupirò ma il cosiddetto disturbo mentale non é un ente di fatto! Con ciò voglio dire che chi ha bisogno di chiedere aiuto lo fa a prescindere da ciò che crede sia degno di richiesta. I cd disturbi mentali sono, in qualche modo, una nostra costruzione mentale. É il nostro personale modo di costruire i rapporti con noi stessi, con il mondo è con gli altri.
Quindi tutti possono potenzialmente chiedere aiuto! Non ci sono problemi di serie A e problemi di serie B per lo psicoterapeuta.
Esiste una persona che vive delle problematicità, da tanto o poco tempo, e che chiede aiuto ad un professionista per la risoluzione.
Spero di essere stata chiara!
Quindi, e vengo alla seconda domanda, la sua situazione ha certamente estremo valore davanti allo psicoterapeuta!
Infine lei chiede se sono situazioni comuni.
Le rispondo: che importanza ha alla luce di quanto le ho appena scritto?
Nessuna!
Un caro saluto
Dott Lara Sciscio

Dr.ssa Lara Sciscio