Sintomi fisici invalidanti da molto tempo

Salve sono una ragazza di 19 anni.
Arrivo al dunque, due anni fa ho fatto uso di cannabis (forse hashish) per la prima volta e mi sono ritrovata completamente devastata, ho avuto un attacco di panico pesante, mi era salito un nodo alla gola, tremori, vista e udito accentuato, derealizzazione.
Gran parte dei sintomi sono svaniti il giorno dopo ma uno solo è rimasto cioè il nodo alla gola, accompagnato da fatica a deglutire, tensione ai muscoli del collo e a volte conati di vomito con respiro corto.
Questo fastidio mi ha destabilizzata mentalmente e sono stata chiusa in casa per molti mesi nel panico più totale perché non capivo cosa avessi.
Ho fatto vari accertamenti tra cui quattro visite dall’otorino (nell’arco di questi due anni) risultate negative, esami del sangue tutto OK, rx torace negativa ed ecografia tiroide e del collo negativa.
Sono stata indirizzata dallo psichiatra ma mi sono sempre rifiutata di iniziare una terapia farmacologica, assumevo solo per brevi periodi Xanax e altre benzodiazepine con cui non ho MAI riscontrato nessun beneficio, mi stordivano e mi facevano dormire.
Ho fatto anche varie sedute di psicoterapia ma le interrompevo per motivi economici, essendo che i miei genitori erano impegnati a finir di ristrutturare la casa.
In sostanza non ho mai concluso niente ma ormai mi ero resa conto che mi stavo piano piano rialzando, avevo ripreso in mano la mia vita e il fastidio era sopportabile, credo di aver fatto abitudine essendo che ce l’ho h24 senza mai andarsene via.
Avevo imparato da sola a conoscere il sintomo, a farmelo amico e mi ero resa conto che era fattibile vivere.
Avevo solo qualche ricaduta (solitamente una volta ogni 2/3 mesi per qualche settimana) in cui il sintomo si faceva più acuto e invalidante.
In tal caso mi chiudevo a casa, dovevo assentarmi da scuola e aspettare che da solo migliorasse.
Per tutto il mese di settembre decido di assumere lo xanax, minime dosi e senza prenderlo tutti i giorni.
Ad ottobre ho avuto un peggioramento significativo del sintomo che perdura tutt’ora e sono completamente invalidata.
Mi sento perennemente uno stringimento alla gola che a momenti mi fa impazzire e mi fa desiderare la morte.
Avevo scatti d’ira, impulsività, urlavo in casa, piangevo tutti i giorni per il malessere e mi sono autolesionata per la prima volta.
Un giorno mi sono recata al pronto soccorso, erano le 2 di notte, perché a casa sarei stata capace di fare qualcosa di avventato, mi hanno dato una dose di Delorazepam e mi hanno mandata a casa.

Arrivo ad oggi: passo tutti i giorni in casa a piangere, senza aver la possibilità di vivere e svolgere le normali attività quotidiane.
Mangio poco per il troppo fastidio, a stento riesco ad alzarmi per lavarmi.
Questo fastidio mi ha debilitata.
Ho paura degli psicofarmaci, specialmente degli ssri, ma forse mi toccherà prenderli (consiglio di uno psichiatra).

Vorrei un vostro parere, in casa non c’è più felicità, io ho rinunciato a tutto perché non mi sento all’altezza.
[#1]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile utente, in questa sua richiesta di aiuto in realtà elenca diversi sintomi che le rendono impossibile vivere in maniera serena la sua quotidianità.
credo che per lei sia fortemente consigliato un percorso psicoterapeutico che le consenta di riprendere in mano la sua vita, di dare un senso ai disturbi fisici che lei lamenta e che le consenta anche di accettare a 360 le cure che le sono state consigliate, compreso il supporto psichiatrico e farmacologico.
Le suggerisco di iniziare il percorso quando sarà in grado di portarlo avanti continuativamente, altrimenti rischia di ritrovarsi in una situazione di maggiore fragilità rispetto ad ora.

La saluto cordialmente,
Dott.ssa Federica Meriggioli

Dr.ssa Federica Meriggioli - Psicologa Psicoterapeuta
Via Roma 131, Spinea Ve
Tel. 3498534295 www.federicameriggioli.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentile dottoressa, grazie mille intanto per la sua risposta.
Diciamo che condivido in pieno tutto quello che ha suggerito, ormai sono arrivata a toccare un po il fondo e sia io che i miei genitori stiamo tenendo in considerazione l’idea di fare un percorso di terapia duraturo e mirato.
L’unica cosa che mi spaventa maggiormente della cura con gli antidepressivi è il calo della libido e delle prestazioni sessuali che possono dare, anche vari effetti complicati come la Disfunzione Sessuale post ssri, che mi ha terrorizzata e non poco.
Questa preoccupazione mi attanaglia per il semplice fatto che è già da un po di tempo che avverto mancanza di sensibilità nell’area genitale e un piacere meno intenso rispetto ad anni fa, quindi di conseguenza ho paura che tali farmaci possano peggiorare la situazione essendo che mi sto anche frequentando con un ragazzo. Insomma ho paura che per risolvere un problema mi debba beccare ulteriori problemi. Ne parlerò approfonditamente con lo psichiatra.
Inoltre ho molta paura di non uscirne più da questa situazione, e che i sintomi fisici acuti non migliorino.
Ho rinunciato all’università, alle uscite con gli amici e a tutte le attività perché mi sento disabile, non è una situazione per niente facile.
Facendo varie ricerche su internet per quanto riguarda il Disturbo da conversione o Disturbo da somatizzazione ho letto che non esistono cure effettive per tali problemi ma solo palliative, il che mi destabilizza ancora di più e mi riempie di sensi di colpa e preoccupazioni.
Spaccherei il mondo se solo potessi sentirmi un minimo bene.
[#3]
Dr.ssa Federica Meriggioli Psicologo, Psicoterapeuta 354 3 9
Gentile utente,
le suggerisco di prendere in considerazione un aspetto problematico alla volta, altrimenti rischia di ritrovarsi preda di una ulteriore confusione che non farebbe altro che continuare a bloccarla.
In un buon percorso terapeutico è possibile prendere in mano i vari aspetti che la preoccupano e dare ad ognuno di loro nel tempo giusto una giusta risposta e una giusta collocazione.

Arrivederci
Dott.ssa Federica Meriggioli
Cure palliative

Cosa sono le cure palliative? Una raccolta di video-pillole sui farmaci palliativi e la cura del dolore nei malati terminali.

Leggi tutto