Non riesco a capire cosa voglio fare nella vita e non riesco a capire chi sono

Ho 23 anni e di professione faccio il dentista.
Mi sono laureato da qualche mese.

Il mio problema è che non ho mai saputo davvero cosa fare nella vita.
Mio padre, anch'egli dentista, è stato lui, insieme a mia madre, a spingermi in tutti i modi a percorrere questa strada.
Io non mi sono mai visto come un dentista eppure adesso mi ritrovo nello studio con mio padre a lavorare come tale.

I miei sogni, non so perchè, in qualche modo sono sempre stati di grandezza.
Nel senso che mi vedevo a ricoprire ruoli importanti o idealizzare situazioni in maniera estrema.
I miei idoli sono da sempre persone che sono riusciti a fare grandi cose nella vita e che poi hanno lasciato il segno sulla terra.
Spesso mi ritrovo quasi ad invidiare queste persone e cerco di provare ad imitarle in qualche modo.

Alla fine comunque io adesso non trovo un significato a quello che faccio e non ho passione per il lavoro che svolgo.
Quando mi ritrovo a stare a casa durante i weekend o nei giorni festivi, penso in continuazione a cosa potrei fare.
Ho mille idee.
Un giorno vorrei fare il fisico, un altro giorno l'ingegnere o l'imprenditore.
Insomma mi ritrovo a casa senza fare niente e perdere tempo, senza riuscire a trovare davvero quello che penso mi possa piacere.

Quando leggo qualcosa che penso mi possa piacere, mi ritrovo in realtà senza stimoli, annoiato e spesso con un senso di vuoto.
Nonostante tutto continuo a fare la solita vita giorno dopo giorno, come se dovessi farlo spinto da un non so che senso del dovere.
La verità è che mi vorrei sentire appassionato e vorrei godere del mio lavoro.
Ma questo non succede mai.
Anche quando mi sono laureato non mi sono sentito contento.
Semplicemente un peso che avevo rimosso.

Tutto questo mi ha portato a riflettere su chi sono davvero e per quanto ci rifletta, non riesco a capirlo più.
Pensavo di essere una persona determinata e che sapesse cosa vuole dalla vita, ma forse è solo l'immagine di chi io penso voglia essere.
L'unico tratto che credo davvero di possedere è la testardaggine.

Comunque adesso vivo in un limbo dove rimurgino sempre le stesse cose senza trovare una soluzione, in quanto penso che questa sia da trovare in me stesso.
Il fatto di non sentire alcun reale desiderio verso qualcosa mi turba e non so cosa voglia dire.

Quello che adesso vorrei capire è se ho bisogno di una consulenza specialistica ed effettivamente cosa ho che non va.
Sinceramente non vorrei rivolgermi ad un analista perché mi piacerebbe risolvere da me il problema.
Ma visto che oramai è tanto tempo che sto cosi forse è il momento di farlo.

Vi ringrazio anticipatamente per i vostri consigli.
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6 11
Caro utente,

Intanto congratulazioni per la laurea di qualche mese fa e devo ammettere che quando ho letto che di professione fa il dentista e la sua età come incipit ho pensato "caspita che bravo!".

Partendo dal dato finale, al volersi rivolgere o meno ad un professionista, io direi che affidarsi ad uno psicologo fa sempre bene. Lei dice "vorrei risolvere da solo" ma é come nel famoso esempio del giornale, se lo leggiamo da troppo vicino (provi a mettere un giornale ad un centimetro dal suo occhio) non potrá leggerlo. Un professionista, con la giusta distanza (non essendo un amico né un familiare) e con i giusti strumenti potrebbe davvero aiutarla a riorganizzare alcune sue narrazioni.

Nonostante la sua determinazione nel laurearsi giovane e il conseguente immediato accesso nel mondo del lavoro, non dimentichi che ha 23 anni e che é ragionevole non sapere bene quale strada prendere o avere dei ripensamenti. Le confesso che capita anche a persone di molto più grandi di lei. Ci sono persone che a 40/50 anni ricominciano una nuova vita e/o che capiscano tardivamente cosa davvero li appassiona. Inoltre le passioni qualche volta arrivano come un fulmine a ciel sereno oppure cambiano come cambiamo noi negli anni. Le comunico inoltre che l'insoddisfazione nel fare un lavoro che non piace o che non era quello immaginato arriva a statistiche allarmanti.

In un altro consulto feci l'esempio di Melanie Klein che sulla soglia dei 40 anni, dopo essere stata in terapia da un famoso psicoanalista per via della depressione causata dalla morte della madre, decide lei stessa di perseguire la strada della psicoanalisi iniziando a studiarla per poi pochi anni dopo rivoluzionare il mondo della psicoanalisi infantile e divenendo dopo Freud una delle maggiori figure di spicco della psicoanalisi.

Sia orgogioso per quello che ha già raggiunto così giovane con la sua determinazione, provi a coltivare delle attivitá e vedere come procedono e se se ne appassiona. Non perda tempo facendo nulla, affini qualche conoscenza e ne inizi di nuove tramite la sua "testardaggine" (studiare una lingua nuova, specializzarsi sulla realizzazione di siti, video su youtube, scacchi, films, arti marziali, cinematografia) potrebbe darsi che proseguendo in un'attività se ne innamori. Inoltre sono tutte skills che si ritroverá in futuro. Adesso lei sta costruendo il se stesso 30 enne. La costruzione del se stesso 30 enne e poi 40 enne etc non segue solo la logica del lavoro e del successo ma di tante sfaccettature che devono stare in armonia e in equilibrio (salute fisica, mentale, rapporti sociali, hobbies, vita sentimentale, etc.)

Spero di averle dato spunti interessanti,
Tanti cari auguri,
Cordialmente

Dott. Mauro Bruzzese,
Psicologo clinico presso il Newham University Hospital di Londra, Fondatore e CEO di PsicologON.
www.psicologon.com

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dopo
Utente
Utente
Prima di tutto la ringrazio tantissimo per la sua gentile risposta. I suoi spunti mi piacciono, ma molte cose che lei per esempio ha scritto in parte già le faccio.
Per esempio sono un appassionato di cinema (conosco a memoria i nomi degli attori e alle volte battute di film visti e rivisti), gioco spesso a scacchi, pratico la boxe 3 volte a settimana (da premettere pre lockdown), parlo fluentemente spagnolo e sto facendo un corso di inglese per passare l'esame di B2. Adesso vorrei leggermi una collezione di libri di fisica che ho intenzione di comprare. Eppure tutto questo non mi fa sentire soddisfatto, anzi in realtà mi frusta perché potrei sfruttare queste energie per fare una e una sola cosa che mi porti davvero soddisfazione. Io vorrei sentirmi ossessionato, come se la prima cosa che mi venisse in mente quando mi alzo la mattina fosse quella. Questo vorrei.
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Dr. Mauro Bruzzese Psicologo 126 6 11
Sono i limiti di un consulto via chat, quelli cioè di perdersi molte informazioni e il non poter indagare alcuni tratti più a fondo. Mi stupisce molto che delle 6 attivitá da me elencate, completamente random e senza alcun indizio, lei mette il segno di spunta su 4 attività su 6.

A questo punto secondo me andrebbero indagati meglio alcuni tratti: ossessività, ansia, fantasie di grandezza, ambizione e successo, perfezionismo, relazioni e comunicazione delle emozioni. Alcuni tratti espressi da lei, altri invece per derivazione. Inoltre bisognerebbe indagare meglio il perché. Perché vorrebbe avere questo "sacro fuoco" della passione da poter dedicare su una sola cosa? Perché questo bisogno incessante. Perché questa insoddisfazione e autocritica? Perché adesso?

Per consulto tramite chat sarebbe molto difficile riuscire a seguire una condotta e una strada terapeutica precisa. Ci sono troppe cose inespresse che non possono essere banalizzate in chat.

Secondo me una serie di sessioni (in videocam) dati i tempi, con uno psicologo-psicoterapeuta potrebbero darle beneficio. Riorganizzazione di alcune narrazioni, espressione e riconoscimento delle emozioni sarebbero ad esempio un tassello su cui iniziare a lavorare.

Trovo che questa non sia la sede adatta per lei, perché credo ci sia molto di inespresso e che soltanto parlandone (a voce), ascoltando quindi la sua voce e rinarrando alcuni eventi possa iniziare ad esserci una direzione chiara.


Cordialmente,