Deludere i propri genitori o rinunciare ai nostri sogni?

Salve.
Sono una ragazza di 26 anni.

Sono laureata in infermieristica pediatrica, ma ho deciso di proseguire gli studi e, attualmente, sono al secondo anno di infermieristica (generale).
C'è un concorso per infermieri pediatrici nella mia regione, ma in un paese comunque abbastanza lontano da casa (ci vogliono almeno 4/5 ore per arrivarci).
I miei genitori vogliono assolutamente che io partecipi, ma il fatto è che non è quello che desidero io.
Il lavoro di infermiere non lascia molto tempo libero quindi non avrei la possibilità si tornare spesso a casa.
Il mio sogno è, inveve, quello di rimanere vicino al luogo in cui vivo in modo da poter rientrare a casa nei giorni di riposo.
Questo desiderio è aumentato da quando mia madre ha iniziato a stare male.
So che i miei genitori desiderano solo il meglio per e che, un posto pubblico, rappresenta la stabilità... Ma se questo non è quello che voglio?
L'ultima volta un cui ho rinunciato ad un concorso mio padre non mi na parlato per diverso tempo ed io temo una sua reazione impetuosa.
Cosa fare dunque?
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

Il dilemma in cui Lei si dibatte è sintetizzato nel titolo:

1. "Deludere i propri genitori
...... o ......
2. rinunciare ai nostri sogni?"

dove il primo consiste nel partecipare o meno ad un concorso, il cui esito è ovviamente imprevedibile;
e nel secondo il "sogno" è quello di "..poter rientrare a casa nei giorni di riposo.." posto che vincesse il concorso.


A distanza di tre anni si rivolge nuovamente a noi su problematiche che coinvolgono al tempo stesso lavoro e famiglia d'origine.

Nel consulto precedente ("preoccupazione-per-il-futuro") sembrava assodato che Lei avesse bisogno di un aiuto psicologico di persona, come del resto anche la Sua mamma Le aveva proposto, pure in considerazione degli attacchi di panico di cui aveva sofferto.
Alla luce del Consulto odierno credo di poter dubitare che ciò sia avvenuto, considerato che il Suo "sogno"
- quello di "..poter rientrare a casa nei giorni di riposo.." -
alla Sua età può essere considerato di tipo regressivo.

Sarebbe come dire che:
"se il concorso mi dovesse andare bene, non posso rientrare ecc.,
e dunque per evitare ogni tipo di difficoltà evito direttamente di fare il concorso". Ma questo non mi pare un "sogno", bensì una resa alla dura realtà della paura, che La costringe e rimanere nel nido quando i Suoi stessi genitori Le mostrano che è pronta per volare.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
dopo
Utente
Utente
Innanzitutto la ringrazio per la risposta.
E se non fosse una paura, ma davvero quello che desidero? Per me non si tratta di "paura di lasciare il nido" (cosa che ho fatto tempo addietro), ma di voler rimanere nel proprio luogo di origine.
A questo punto io mi chiedo: è così sbagliato mettere al primo posto la famiglia e la propria terra? Io qui sono molto felice. Non mi interessa fare carriera. Mi accontenterei di un posto nel privato per mantenermi. Desidero solo una vita semplice con le persone che mi vogliono bene accanto.
È vero, non sono andata dallo psicologo.
Come vi dicevo la volta scorsa, non sto ancora lavorando quindi preferei farlo quando potrei gestire le spese da sola.
Ho anche sciolto i dubbi riguardo al mio futuro. Ho ben chiaro cosa desidero
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Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
"...Ho anche sciolto i dubbi riguardo al mio futuro. Ho ben chiaro cosa desidero.."

E dunque abbiamo chiarito insieme che non ha alcun bisogno di noi.

Saluti cordiali.
Dott. Brunialti