Troppi sogni spiacevoli, perche?

Salve,
vorrei sapere le possibili cause del perché mi capita di sognare molto con tanti sogni misti, di contesti diversi.


Di solito è mia abitudine in tarda serata
guardare serie tv sul tablet, e prendere sonno intorno le 02:00 circa, di mattina mi sveglio verso le 10/10e30, ma spesso resto ancora a letto poiché avverto sonno e stanchezza/apatia (pur avendo dormito quasi 8 ore).


Durante il sonno faccio quasi sempre un risveglio notturno, a volte due, con
numerosi sogni misti, passo da contesti differenti molto rapidamente, e quando mi sveglio al mattino verso le 10 circa, non che ricordi gran che, ma ricordo benissimo di aver fatto molti sogni diversi, non piacevoli, molto impegnativi, tipo discussioni accese, arrabbiature e cose simili.



Attualmente assumo paroxetina 20mg verso mezzoggiorno.


(Causa Dap e fobia sociale).


Avevo già fatto questa terapia diverse volte e mi sono sempre trovato abbastanza bene tranne sporadicamente difficoltà a dormire, cosa che non è quella che ho descritto prima.



Mentalmente mi sento tranquillo senza particolari disturbi legati ad ansia, zero eventi particolari o rilevanti che possano avermi stressato o disturbato.



Spero di aver dato un quadro abbastanza chiaro per avere un riscontro su possibili cause su questi ripetuti e molteplici sogni, e se la stanchezza/apatia che segue sia correlata in qualche modo...

grazie per il supporto
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
dal momento che lei sta certamente seguendo una psicoterapia per gli attacchi di panico e soprattutto per la fobia sociale, il destinatario d'elezione della sua richiesta è il suo curante.
Anche il fatto che lei non ricordi nulla dei sogni, se non una generica impressione sgradevole, dovrebbe essere affrontato in terapia.
I suoi orari di sonno/veglia fanno pensare che non svolga un lavoro regolare, oppure che sia in smart working. In ogni caso cercare di alzarsi più presto la mattina, con l'aiuto di una sveglia, potrebbe avere due effetti: quello di farle ricordare almeno il sogno interrotto dalla sveglia e quello di farla sentire meno stanco/apatico, che potrebbe essere proprio l'effetto di un troppo prolungato dormiveglia.
La paroxetina è l'unico farmaco che assume, o prende anche delle benzodiazepine?
Ci tenga al corrente.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Gentilissima dott.ssa Potenza,
Grazie mille per la risposta.

Sono in terapia da circa 3 anni, con la paroxetina associato alla psicoterapia, ho avuto molti miglioramenti.

Come le dicevo attualmente non ho problemi legati ad ansia,
Vivo uno stato di apatia, umore basso, stanchezza e sensazione di non riposare bene di notte. E vorrei capire se è normale fare troppi sogni diversi ogni notte, ed anche spiacevoli insomma.

Non so se può essere una fase transitoria, legato all’aumento della dose del farmaco, poiché per molti mesi gia assumevo 20mg,(e stavo bene ) poi l’abbiamo abbassata perché avevo problemi con erezione e piacere, e da qualche settimana abbiamo riportato la dose a 20mg, provando anche ad aggiungere il trittico con 6 gocce la sera, (per aiutarmi a riposare meglio e migliorare l’aspetto sessuale) seppur con miglioramenti su erezione, l’ho dovuto sospendere per troppi problemi intestinali e con la sensazione che mi spegnesse ancor di piu.

Ripeto quando assumevo per mesi la dose di 20 di paroxetina stavo benissimo ero attivo con buon umore e voglioso di fare , voglia di uscire ecc.

Attualmente non lavoro, ma sono circa 10 anni , e diciamo che la mia giornata è abbastanza vuota , però quando stavo bene, uscivo, oppure mi trovavo impegni a casa, e sentivo piacere anche facendo le cose piu banali. In effetti fino a 1 mese e mezzo fa stavo bene.

Grazie per la sua attenzione
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Prego, gentile utente.
Le ripeto due osservazioni già fatte: il troppo tempo a letto, alzandosi nella tarda mattinata, e la giornata "vuota" possono disturbare l'umore e indurre una stanchezza paradossa, per così dire: meno ci si muove e meno l'organismo si sveglia. Si trovi un'occupazione, sia pure di volontariato. Meglio un lavoro vero e proprio, anche se è benestante.
L'altra osservazione che ripeto è questa: il suo terapeuta deve essere informato dei suoi sogni, quale che sia il suo orientamento (a proposito: che tipo di psicoterapia segue?).
Infine le ripeto che i sogni si possono ricordare se vengono interrotti dal suono della sveglia.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#4]
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Utente
Utente
Gentile Dott.ssa,
La psicoterapia che faccio è basata molto semplicemente sul racconto e di come posso affrontare, le principali difficoltà che mi porto dietro da anni, una su tutte la difficoltà a ricollocarsi in ambito lavorativo, dovuta anche allo spostamento;
ma.anche esperienze sessuali che mancano da altrettanto.. ...
Eventi particolari che possono accadere nel quotidiano li affrontiamo in seduta.
[#5]
dopo
Utente
Utente
Volevo aggiungere, che in passato ho fatto la cognitivo comportamentale, ma senza ottenere dei miglioramenti.

Solo con l'associazione farmacologica e psicoterapia, mi ha dato dei risultati più che buoni.

Aggiungo ancora che nell'attuale terapia non è stato mai approfondito il tema sognare spesso e non ricordare.
[#6]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
gli argomenti in terapia li porta lei -i sogni, per esempio-. Il metodo invece lo propone lo specialista, che può adottare anche metodi integrati, ma certo la terapia non può consistere nel semplice racconto di eventi quotidiani, altrimenti basterebbe sfogarsi con un amico.
La psicoterapia cognitivo-comportamentale, anche integrata con elementi psicodinamici, va sempre abbinata ai farmaci, in caso di depressione. Lei scrive: "in passato ho fatto la cognitivo comportamentale, ma senza ottenere dei miglioramenti". Ma i farmaci li prendeva?
I due gravi problemi della mancanza di lavoro e della solitudine sessuale non possono protrarsi senza soluzione per dieci anni, a meno che lei si trovi in una condizione di invalidità certificata, e se questo è il caso, per completezza di informazione dovrebbe dirlo.
Lei qui è protetto dall'anonimato, quindi la sua privacy è al sicuro, ma questo blog è pubblico e si propone di essere utile a tutti quelli che ci leggono. Molti si sentirebbero scoraggiati leggendo che una terapia consiste in un semplice racconto di disagi quotidiani e non sta risolvendo dei problemi gravi come la mancanza di lavoro e la solitudine sentimental/sessuale.
Per esempio cosa intende con "difficoltà a ricollocarsi in ambito lavorativo, dovuta anche allo spostamento"?
La prego di essere più preciso, per permettere a noi specialisti di aiutare lei, e per non fuorviare altri utenti.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#7]
dopo
Utente
Utente
Salve Dottssa,

Col racconto intendevo l'analisi dettagliata di eventi che possono scatenare emozioni, panico, ansia, argomenti di ogni tipo, ecc, dove lo specialista dà anche indicazioni.
Premesso che, almeno per me è sempre stato quasi impossibile "raccontare" ad un amico. Si cerca di essere produttivi in seduta, non so che metodi vuol sapere, ma sicuro non è limitato solo ad un "racconto" che comunque per chi ha avuto dei "traumi", non è mai banale.
Non sono in nessuna condizione di invalidità certificata.
Quando ho fatto la cognitivo C. in passato, non assumevo farmaci, (non per mia scelta).

Tornando ad oggi, vorrei sapere quali possono essere i fattori che portano a sognare cosi tanto tutte le notti, di certo lo farò presente anche in seduta,
la ringrazio per la sua attenzione.
[#8]
Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
lei ci ripete di nuovo la domanda: "vorrei sapere quali possono essere i fattori che portano a sognare cosi tanto tutte le notti".
Si è osservato in molte prove di laboratorio su numerosi individui addormentati, anche attraverso elettroencefalografi e altri strumenti di rilevazione dell'attività cerebrale, che tutti sognano sempre in una delle fasi del sonno, e precisamente la REM (Rapid Eye Movement), ossia si sogna tutte le notti in un certo periodo di tempo, ma non per tutta la notte.
Trova notizie su questo in rete e non occorre che le indichi io l'uno o l'altro link per avere queste informazioni generali.
Lei del resto sembra interessato a conoscere i suoi sogni, a ricordarli meglio e a connetterli al suo disturbo, infatti aggiunge: "di certo lo farò presente anche in seduta".
E perché ancora non l'ha fatto?
Ci sono diversi orientamenti terapeutici e alcuni si avvalgono principalmente dell'analisi dei sogni. Lei ha conosciuto il modello cognitivo-comportamentale: quale terapia sta praticando al momento?
Visto che trova tanta difficoltà nel rispondere a questa domanda, allego i link di due nostri articoli informativi sulle varie terapie:
https://www.medicitalia.it/minforma/psicoterapia/533-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico.html
https://www.medicitalia.it/minforma/psicologia/1333-mini-guida-per-la-scelta-dell-orientamento-psicoterapeutico-parte-ii.html
Ma è sicuro di essere in cura presso uno psicoterapeuta?
Accerti sull'albo nazionale degli Psicologi o su quello dei Medici se il suo curante è davvero uno psicoterapeuta e gli rivolga queste semplici domande: "Dottore, lei è uno psicoterapeuta?" e l'altra: "Quale modello di psicoterapia sta praticando con me?".
Tutto il resto può solo confonderla; forse cerca di dirci qualcosa qui su Medicitalia, che non riesce a dire al suo curante?
A un certo punto lei parla di "trauma". Che tipo di trauma le è stato diagnosticato? Sta affrontandolo con le opportune tecniche?
Dire "Non sono in nessuna condizione di invalidità certificata" e insieme affermare "non lavoro, ma sono circa 10 anni , e diciamo che la mia giornata è abbastanza vuota" è contraddittorio.
Se le è stata diagnosticata una malattia psichiatrica per la quale al momento lei ottiene farmaci e terapie gratuite dallo Stato, questa è una condizione di invalidità o di inabilità, sia pure temporanee. Oppure non lavora perché non ne ha bisogno e non ne ha voglia?
Capisco la sua difficoltà ad esporre la sua condizione di sofferenza, ma solo facendo lo sforzo di parlare al suo terapeuta, e se vuole anche a noi, ma prendendo in considerazione le nostre domande, potrà orientarsi verso la guarigione.
Auguri

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

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