Non voler andar via di casa

Buongiorno, scrivo per chiedere un opinione in merito a quello che mi sta succedendo.

Ho 33 anni e da 4 anni sono assieme ad una persona che poco tempo fa mi ha chiesto di andare a vivere assieme.
abitiamo a circa un ora di strada quindi si sceglie una località circa a metà dai rispettivi posti di lavoro.

A differenza sua da molti anni sono in un piano della casa a mia completa disposizione che gestisco, oltre a lavori di mantenimento della casa in generale dato che sono in aperta campagna.

Questa (giustificata) richiesta di convivenza però non la sto vivendo bene dato che sebbene ho accettato, continuo a sentirla come una scelta obbligata dalle circostanze e mi crea preoccupazioni su vari fronti:

-Amo la vita in campagna e la zona in cui sono è tranquilla, un buon vicinato, terreno di mia proprietà, spazio e tranquillità dopo lavoro per dedicarmi alle cose che mi piacciono...tutto questo viene a svanire ritrovandomi in un appartamento con pochissimo spazio a disposizione per me
-Non poter più tornare indietro mi crea profondo disagio, dato che anche proponendole di venire da me non ha accettato (lontananza da posto di lavoro e varie motivazioni personali).
Quindi c'è anche un sacco di potenziale che non viene sfruttato.

-La mia situazione familiare non è serena: mio padre è malato e accusa problemi mentali dovuti probabilmente alla malattia e ai farmaci.
rifiuta però di farsi aiutare psicologicamente e mia mamma si trova con un carico molto gravoso senza un sostegno costante.


Ne ho parlato con la compagna della situazione in generale e la comprende ma non si è pronunciata in merito.
Non le sto facendo percepire il mio disagio perchè non è giusto e la richiesta di convivenza è più che legittima.
Per me sarà sicuramente un esperienza nuova che mi metterà a contatto con aspetti della vita e della vita di coppia che non conosco ma per ora la vivo come un punto di non ritorno e sono più gli svantaggi che i vantaggi.


Per questo chiedo: è una fase "comprensibile" che si affronta quando si va via di casa o delle considerazioni che non ho considerato, oppure questo profondo disagio richiede un intervento da parte di uno specialista?
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Caro utente,
a me sembra che iniziare un'esperienza di convivenza con la donna che si ama non dovrebbe configurarsi così: "per ora la vivo come un punto di non ritorno e sono più gli svantaggi che i vantaggi".
Provi a chiedersi se valuterebbe diversamente la cosa se la sua compagna accettasse di convivere nel suo attuale alloggio.
Se non avverte un senso di appagamento, di accresciuto benessere, nemmeno così, be'... rifletta sul fatto che il vivere in coppia non è una prescrizione medica.
Devo aggiungere che la convivenza ha il vantaggio di essere una prova, non un matrimonio. Forse ricordare questo può aiutarla.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com

[#2]
dopo
Utente
Utente
Grazie per la risposta,iniziando una convivenza ci deve essere l'impegno di proseguirla,va da se che nel momento in cui si intraprende questa strada tornare indietro non fa parte del percorso.da qui il "punto di non ritorno"
Sarei molto felice se la compagna accettasse di convivere dove sono ora,sarebbe anche un vantaggio economico...purtroppo la distanza da lavoro non è e non le sarà sostenibile.

Quindi la convivenza da un lato aggiunge un livello alla vita di coppia ma dall'altro mi toglie ambiente e spazi personali sempre avuti e che fisicamente in un appartamento non riesco ad avere;
e il problema è quì: trovarmi in futuro a dover scegliere tra la compagna a cui tengo e la mia situazione attuale,non potendo far combaciare le due cose.

Essendo la convivenza una prova come giustamente mi fa notare,non mi rimane che iniziarla e se il peso di non avere i miei spazi e il verde si fa insostenibile prenderò decisioni diverse
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.8k 185
Gentile utente,
mi sembra che lei non prenda in considerazione le vie di mezzo: per lei al momento tutto è bianco o nero.
Ma la vita, quando si esce dall'adolescenza, richiede capacità di sfumare i colori e di mediare tra le varie esigenze.
Certa che se vuole saprà farlo, le auguro di scegliere per il meglio e di continuare a trovare sempre accomodamenti, non fratture brusche, come prescriveva il grande Aristotele.
Buone cose.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com