Continua confusione e alternanza di pensieri e decisioni nel rapporto di coppia

Buongiorno, chiedo il vostro aiuto per capire meglio cosa mi sta succedendo e quale soluzione posso trovare.
Vi spiego in breve la situazione, visto che il format non mi consente di dilungarmi troppo.

Ho 34 anni e sto con la mia ragazza, che ora ha 38 anni, da 11 anni.
Dopo i primi 3 anni senza problemi abbiamo avuto diverse problemi sessuali.
Lei ha infatti iniziato a soffrire di dolori durante la penetrazione per cui il rapporto poteva avvenire, ma veniva interrotto per il suo dolore.
Abbiamo sentito tutti gli esperti possibili senza successo e siamo restati insieme sperando in qualche cambiamento, con una poco frequente attività sessuale.
Non abbiamo preso decisioni importanti nè nella convivenza nè nell'avere figli, discutendo tanto.
Negli ultimi due anni in più io ho iniziato a soffrire di perdita dell'erezione (hanno escluso cause organiche) e calo del desiderio nei suoi confronti.
Ho anche seguito un percorso con un sessuologo per la disfuzione erettile e assunto dei farmaci prescrittimi da andrologo, ma non si è risolta.
In tutti questi ultimi anni sento di avere due lati di me che coesistono nella stessa persona.
Infatti, un mio lato si sente innamorato di lei e accetterebbe il problema, mentre l’altro lato non accetta il problema e mi allontanerebbe.
Questi due lati coesistono, a volte prevale uno, a volte l'altro e questo genera stallo, confusione e insicurezza in entrambi.
Sono passato, nei primi sei mesi del 2022, dal pensare al prenderci una pausa, mai presa, a chiedere alla ragazza di andare a convivere, due giorni dopo un animato litigio.
Mi sento confuso perché mi sento diviso tra l'andare avanti con lei e il sentirmi bloccato a causa della problematica sessuale.
Il mio calo di desiderio poi la ferisce e io stesso non capisco ormai più se è causato dalla problematica sessuale che abbiamo avuto o se c'è dell'altro.
Anche lei, a causa dei miei comportamenti, sta praticamente impazzendo, si sente molto insicura ad andare avanti con me ma nello stesso tempo è innamorata di me e non se la sente di lasciarmi se ci sono comunque speranze di essere felici assieme.
Siamo entrambi distrutti.
Stiamo quindi ponderando la mia richiesta di andare avanti insieme per evitare di fare ulteriori danni.
Tutto ciò la confonde e non riusciamo a prendere decisioni importanti, perchè lei teme di perdere anche l'uomo della sua vita insieme alla versione che la fa sentire "non abbastanza".
Ho notato che spesso mi dimentico le cose più dolorose che le ho detto durante alcune discussioni ed è capitato più volte in merito a frasi molto forti, difficili da dimenticare.
Questo mio alternare stati d'animo diversi in momenti diversi e comportarmi così con lei mi fa sentire molto triste perchè sento di star rovinando la vita a lei.
Ho avviato alcuni percorsi con un sessuologo e con uno psicologo, ma questa mia duplicità di pensieri rimane.
Mi chiedo quindi se è meglio che ne parli con uno psichiatra, se ho dipendenza affettiva o una doppia personalità.
Grazie.
[#1]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

per la coincidenza dei dati, suppongo che il presente consulto rifletta il punto di vista maschile della problematica presentata da persona femmina nel consulto di ieri: https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/931330-richiesta-supporto-problemi-sessuali-e-disturbo-di-personalita.html .
La invito a leggere con attenzione la risposta fornita, che contiene
. alcuni elementi riferiti a Lei che ci scrive oggi,
. qualche nostra richiesta di approfondimenti riguardanti la diagnosi inerente la patologia sessuale della signora e delle cure che sono state fatte o proposte. Particolare non secondario, dato che proprio tale problematica vulvo-vaginale sembra essere un ingrediente importante dei Suoi dubbi.
Però alla consulenza specialistica che noi abbiamo fornito (v. consulto linkato) non è stata data risposta.

Sottolineo nuovamente che risulta improduttivo insistere privilegiando il punto di vista *individuale*, facendo di Lei l'unico "ammalato oppure responsabile" del malessere di entrambi;
quando invece dalla Vostra narrazione sembrerebbe proprio che ci si trovi di fronte ad una *problematica psico-sessuale-relazionale di coppia* innescata dal dolore pelvico femminile.
E dunque in mancanza dei dati richiesti nel consulto linkato, i Suoi non risultano sufficienti.

Saluti cordiali.
dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

[#2]
Dr. Carla Maria Brunialti Psicologo, Psicoterapeuta, Sessuologo 17.7k 579 67
Gentile utente,

rispondo in contemporanea a Lei e al consulto parallelo femminile:
https://www.medicitalia.it/consulti/psicologia/931330-richiesta-supporto-problemi-sessuali-e-disturbo-di-personalita.html .

Si tratta di una vicenda complicata e che si prolunga da anni; che ha visto già l'intervento in presenza di svariati specialisti del corpo e della psiche.
La riassumo utilizzando i dati forniti dai due consulti:
- coppia insieme da 11 anni, i primi tre senza problemi sessuali
- al quarto anno insorge nella donna un *disturbo da dolore e penetrazione genito-pelvica* (la distinzione tra dipareunia e vaginismo è stata annullata nel DSM 5), che giunge ad interrompere lo svolgimento del rapporti sessuali penetrativi vaginali
- da due anni in lui insorge una carenza di desiderio e disfunzione erettile resistente al trattamento con inibitori della fosfodiesterasi-5
- nella coppia: la donna di sente inadeguata, l'uomo >>In questi 3 anni è passato più volte dal voler vivere il futuro con me al voler mettere in standby questo difficile rapporto a causa della problematica sessuale<<, in trattamento
>> da psicologi/psichiatri/sessuologi<<
- tutto ciò rende difficile operare scelte importanti e incide sulla progettualità della coppia.

Risposta.
Con tutte le limitazioni di un consulto online chiamato a tirare le fila di una vicenda di anni, segnalo quanto segue.
In assenza di patologie psichiche non menzionate nei consulti, quella del partner maschile potrebbe configurarsi come una prevedibile e *normale* ambivalenza che ogni malattia cronica del/la partner comporta; cioè la contemporanea presenza di due sentimenti che si alternano incessantemente:
- la situazione comporta troppe limitazioni (della vita sessuale) e mollo,
- se mollo perdo tutto, anche gli aspetti affettivi.
Orientamento fornito:
A fronte della malattia cronica di uno/a dei due che risulta inguaribile ai vari trattamenti e che comporta pesanti limitazioni sessuali per la coppia,
si orientano gli scriventi verso una *Terapia di coppia* con l'obiettivo di
- portare entrambi alla accettazione creativa degli evidenti limiti
- o, ove ciò non risulti raggiungibile, alla maturazione di scelte comuni condivise riguardanti la coppia e che permettano una progettualità realisticamente possibile.
(Per chi ci legge: ciò è consigliabile e necessario in tutti i casi di patologia cronica inguaribile ad es. diabete ecc., che comporti limitazioni per la coppia.)

Questo è un parere tecnico da parte nostra definitivo,
suffragato da una notevole esperienza professionale di tipo clinico riguardante la situazione specifica.
Fatene l'uso che ritenete migliore per Voi, dopo esservi presi il tempo per rifletterci adeguatamente a fronte dell'attenzione dedicataVi.

Saluti cordiali
Dott. Brunialti

Dr. Carla Maria BRUNIALTI
Psicoterapeuta, Sessuologa clinica, Psicologa europea.
https://www.centrobrunialtipsy.it/

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