Sentire ex

Buonasera sono una ragazza di 34 anni,
Cercherò di spiegare brevemente la mia storia.
Sono stata per quasi 10 anni con il mio ormai ex compagno mio cotaneo.
Da circa un anno è entrato in comunità per via di dipendenza ad uso molto elevato (cocaina).
Abbiamo convissuto per 7 anni insieme con mio figlio si può dire che gli ha fatto da padre anche se ha il suo papà biologico.
Mi ha fatto passare l'infermo tra giudici avvocati assistenti sociali alla fine tutto si è risolto.
Premetto che io non ho mai fatto uso di droghe (ho dovuto dare prova per ben due anni al Sert da innocente ma dovevo dimostrare di essere un buon genitore solo perché stavo con lui) è stato straziante... ci lasciamo ma anche nel male continuano a vederci... il mio ex sempre più pazzo e delirante allucinato nei miei confronti (mi vedeva in tutti i film erotici... diceva che io stavo con suo fratello che addirittura avevo avuto una figlia con lui) robe da matti... ci lasciamo e dopo 3 anni va in comunità.
I genitori piuttosto di aiutarci aiutano solo il figlio, i rapporti con loro finiscono in malo modo basti pensare che la madre arrivò al punto di mettermi le mani addosso... arrivo al dunque... Lui ora sta in comunità da un anno... Non l ho più visto né sentito... Tra poco sarà il suo compleanno e io vorrei mandargli i miei auguri... Sto sbagliando vero?
Io lo amo ancora... grazie a chi mi risponderà... anche perché non vorrei affrontare di nuovo la famiglia e magari farmi insultare perché ho scritto al figlio
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Dr.ssa Francesca Carubbi Psicologo, Psicoterapeuta 20 1 3
Gentilissima. Ho letto con attenzione ciò che ha scritto e cerco di risponderle nel modo più empatico che mi consente questa modalità di risposta, con tutti i suoi naturali limiti. Lavorando con utenti dipendenti e familiari, ascolto spesso questo conflitto tra il "restare" o "l'andare oltre"; tra "cosa poter accettare" e "cosa no"; tra l'"aiutare l'altro" (spesso, con modalità salvifiche) e/o "aiutare se stessi ", che caratterizza, sovente, le dinamiche relazionali tra la persona dipendente e le persone che gli stanno accanto; tanto più quando la storia sembra avere preso una piega diversa. Scrivo "sembra" non a caso: come riporta anche Lei, il dolore - profondamente conflittuale e, talvolta, lacerante - sta proprio nella difficoltà (sempre che si voglia e che si possa) di voltare pagina o, perlomeno, di trovare una modalità relazionale, sempre che sia possibile, che non precluda il proprio diritto al benessere personale. In tal senso, percepisco proprio questa impasse: "cosa è giusto?", "Cosa dovrei fare?". Perché, se da un lato appare consapevole di ciò che ha vissuto, dall'altro c'è una parte di lei che, nonostante tutto, vorrebbe riprovare a instaurare (forse?) nuovamente un rapporto. Non so, a questo punto, se la vera domanda sia sulla giustezza o meno di fargli gli auguri (se ci pensa bene, nessuno glielo vieta, da come scrive), ma cosa comporta, soprattutto dentro di Lei, questo passo; cosa, ancora, mi lega a lui? Provo ancora qualcosa? Sarebbe giusto se fosse così? I miei tentativi di darle voce, naturalmente, vogliono essere ipotesi che le offro in punta di piedi. Magari, sto sbagliando. Però ci rifletta su. E riflettere, se me lo consente, su un possibile giovamento che potrebbe trarre da un percorso personale, che le consentirebbe, sempre che lo desideri, di interrogarsi su ciò che vuole per se stessa. Come vede, non posso darle una risposta giusta o sbagliata, ma, con etica, posso suggerirle cosa potrebbe aiutarla per dare voce alla sua esperienza
Buona vita
Cordialità
Dr. Francesca Carubbi

Dr.ssa Francesca Carubbi
Psicologa - Psicoterapeuta Centrata sul Cliente
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dopo
Utente
Utente
Buonasera dottoressa,
Ho provato a voltare pagina ma sento di amarlo purtroppo ancora ...senza di lui mi sento sola e vuota.. vorrei che tutto tornasse come allora prima della sua tossicodipendenza... Vorrei tante cose .. lui la nostra casa con mio figlio e il nostro cane ... So che tutto questo non tornerà più... Ma è un pensiero automatico.. io vorrei solo essere felice nella mia vita ma non riesco a stare con un altro ragazzo che non sia lui ...
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Dr.ssa Francesca Carubbi Psicologo, Psicoterapeuta 20 1 3
Buongiorno. Ciò che prova è proprio ciò che mi è arrivato dalle sue parole.
Non mi piace generalizzare ma è un sentimento molto comune in chi ama persone con dipendenza. Spero davvero che possa trovare la sua strada verso la felicità ed in tal senso, come da mio ruolo, vorrei farla riflettere, possibilmente senza giudizio, su una frase che ha scritto: "Senza di lui mi sentirei vuota e sola"... Da qui, l'amore, secondo Lei, serve per colmare un vuoto? Fromm, in tal senso, aveva una massima molto profonda ed, allo stesso tempo, che ci interroga: "L' amore immaturo dice: ti amo perché ho bisogno di te. L'amore maturo dice: ho bisogno di te perché ti amo". Come a dire: per amare l'altro occorre, in primis, amare se stessi; solo così posso amare, senza sentirmi troppo dipendente dal mio amato. Amare è figlio dell'amarsi.
Un caro saluto
Dr. Francesca Carubbi

Dr.ssa Francesca Carubbi
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