Sono troppo sensibile e non riesco a reggere la società

Buongiorno,
vi scrivo perché sono arenato in una situazione di stallo, mantenuta da diversi fattori di cui vi parlerò.
Primo fra tutti (come da titolo) è la mia grande sensibilità, infatti quando sono in mezzo alla gente basta anche sentire una parola o una frase fuori posto per farmi stare male per giorni, persino se non è indirizzata a me, e questo penso sia dovuto anche al fatto che proprio per via di queste sensazioni che provo nel sentire le parole degli altri mi sono negli anni costruito uno "schema" che stabilisce rigorosamente cosa è "sicuro" e cosa è "ostile" quindi se sento dei discorsi che violano queste leggi sento come se mi si accendesse una fiamma dentro, perdo lucidità e cado vittima dell'agitazione.

Quando ancora cercavo di socializzare è capitato di avere a che fare con gente inizialmente simpatica, ma prima o poi arrivava sempre quell'istante in cui dicevano delle parole "proibite" e allora sono sempre fuggito da tutte le amicizie, quindi questo mi ha portato ad essere solitario, ma non sento che sia questo il problema, da solo sto bene.
Il punto è che se non so stare in mezzo alla gente non posso iniziare a lavorare, infatti io sento di avere competenze e capacità e vorrei iniziare a distribuire curriculum, ma questa paura che ho della società mi tiene fermo, anche perché so quanto sia spietata la gente con quelli come me, l'ho saputo alle medie, l'ho saputo alle superiori, l'ho saputo all'università e lo vedo anche ora dai discorsi che mi capita di sentire in giro.


So che dovrei rivolgermi a un professionista, ma io soldi non ne ho e dovrei chiedere ai miei genitori, però questo per me è troppo umiliante, perché inizierebbero a trattarmi con quell'atteggiamento compassionevole e "troppo buono" che non sopporto, anche perché loro mentalmente sono fermi agli anni 80 e non capiscono nulla dei contesti sociali di oggi, lo sento dai loro discorsi.

Cosa posso fare?
Vorrei almeno riuscire a rivolgermi a qualcuno

Grazie per l'attenzione

P.
S. Se credete di aver già visto altre mie domande simili, non sto continuando a piagnucolare, semplicemente sto riscrivendo il problema in maniera diversa, perché descrivere la mia situazione non mi è facilissimo e ci sta che le altre volte abbia sbagliato qualcosa
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Dr. Giuseppe Santonocito Psicologo, Psicoterapeuta 16.2k 372 182
Si può essere sensibili senza essere vulnerabili. Chi fa il nostro mestiere, ad esempio, deve avere un'ottima sensibilità senza però lasciarsi abbattere o influenzare dalla sofferenza di chi ci sta di fronte.

Tu invece sei entrambe le cose: sensibile <e> vulnerabile.

Dalla descrizione che fai è abbastanza evidente un'ansia sociale con sfumature sia introspettive che paranoiche. Cioè da una parte ti rendi conto che hai un problema di eccessiva vulnerabilità e che dunque il problema è dentro di te. Ma dall'altra ti viene da accusare la "gente spietata" e ritieni il mondo sociale un posto pericoloso. Quindi il problema ce l'hai tu, ma lo sono anche gli altri.

Non c'è un modo di aiutarti da qui, se non raccomandarti di rivolgerti a uno psicoterapeuta. Se ti dà fastidio chiedere aiuto ai tuoi genitori, sappi che questo potrebbe essere il primo passo per imparare a esporti. Cioè per a imparare a tollerare il fatto che gli altri possano avere di te un'idea che a te non piace. Non c'è come uscire da quest'impasse, la prima mossa devi farla tu. Infatti, qualunque psicoterapia degna di questo nome dovrà farti fare proprio questo: insegnarti a esporti gradualmente e sentire un certo disagio, fino a che non avrai imparato a tollerarlo.

Dr. G. Santonocito, Psicologo | Specialista in Psicoterapia Breve Strategica
Consulti online e in presenza
www.giuseppesantonocito.com