Poco attaccamento a mia nipote

Buongiorno, sono un ragazzo di 24 anni, quasi 25, ho una nipotina di 4 anni e nonostante le voglia bene, non riesco ad essere del tutto attaccato, ma per un motivo principale, abita (assieme alla famiglia) lontano dalla mia famiglia, quindi di conseguenza ogni giorno ci vediamo in videochiamata, ma credetemi non ho la minima voglia di salutarla, mi sento molto in difetto per questa cosa però le videochiamate le ho sempre trovare orrende, le farei massimo una volta a settimana, non di più, invece i miei genitori con loro la fanno ogni sera da anni e vogliono che ogni volta la saluti.

Ovviamente i miei vedendo il mio atteggiamento mi rimproverano dicendo che sono poco affettuoso, ma credetemi ho semplicemente molto noia nel dire sempre le solite cose, perché se fosse qui vicino potremmo giocare, ma a distanza non so proprio che dirle...
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Gentile utente,

mi spiace che lei si senta in difetto per questo. La parola difetto fa pensare ad una manchevolezza, ad un'imperfezione che diminuisce il suo valore.
Perché invece di giudicarsi non prova a comprendere l'origine di tale disagio?
La comprensione la potrebbe aiutare ad allontanarsi dal giudizio e quindi a sentirsi meno in difetto e forse anche a provare meno difficoltà nel fare queste videochiamate.

Potrebbe provare a rispondere a queste domande, per comprendere meglio.
Tale disagio lei lo prova solo con la sua nipotina?
Come mai trova le videochiamate orrende?

Ho pochi elementi per aiutarla, posso fare solo delle ipotesi.
Basandomi solo su quello che scrive, sembrerebbe che la sua difficoltà nasca dalla lontananza.
Probabilmente la videochiamata crea una distanza tra lei e la sua nipotina che la mette a disagio; la mette nell'impossibilità di esprimere il suo affetto per quest'ultima, come forse farebbe di persona, di giocare con lei, quindi di stabilire una vicinanza con la bambina e un contatto fisico, emotivo ed affettivo attraverso il corpo, obbligandolo a provare l'imbarazzo dovuto a tale distacco.
Tale imbarazzo si esprimerebbe anche nel non sapere cosa dire. Allora forse riempie i silenzi dovuti a questa mancanza di parole con parole che già conosce, che usa sempre, ma questo anziché mitigare la sua difficoltà, la fa sentire ancora più in imbarazzo, in quanto probabilmente le sembra inopportuno ripetere le stesse parole.

I bambini, ci portano a stabilire un rapporto diverso da quello che stabiliamo con gli adulti; un rapporto caratterizzato da maggior espressione di affettività, accudimento.
Pertanto anche il linguaggio è diverso; dal tono della voce spesso più carezzevole, alle parole più semplici, intrise di affetto e dolcezza.

Lo schermo, inoltre, funge da filtro, da oggetto separatore tra le persone che comunicano attraverso esso; pertanto le divide, si frappone tra di loro, pone una barriera.

I suoi genitori probabilmente non vivono questa difficoltà e forse non riescono a comprederla.
Può provare a riflettere su quanto ho scritto, a capire se si riconosce in quanto ho ipotizzato e a rispondere a tali domande, perché la risposta è in realtà dentro di lei.

Comprendendo meglio l'origine di tale difficoltà, provi a vedere se si sente meno a disagio.
Può provare a fare con sua nipote dei giochi anche attraverso la videochiamata, o se se la sente, parlare con i suoi genitori e spiegare le sue motivazioni, come ha fatto qui; magari ricevendo da loro comprensione e supporto vivrebbe meglio questa situazione, o quantomeno non si sentirebbe più in obbligo.

Ogni persona vive i legami a modo proprio; può prendere in considerazione anche l'idea di fare una videochiamata una volta alla settimana, come preferisce.
Il numero delle videochiamate non necessariamente è un indicatore dell'affetto che si nutre per una persona.

Comunque, avendo letto anche il suo precedente consulto in questa sezione, le suggerirei di prendere in considerazione l'idea di rivolgersi ad uno psicologo. In quella sede potrà ricevere l'attenzione che merita su tutte le questioni che la mettono in difficoltà.

Auguri di cuore.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it

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dopo
Utente
Utente
Buongiorno dottoressa, la ringrazio per la risposta.
Dunque le rispondo alle domande da lei poste:
>>Tale disagio lei lo prova solo con la sua nipotina?
No, trovo noiosa qualsiasi tipo di videochiamata, non ne faccio mai, mi sento proprio come se facessi una cosa fuori dal mondo, nonostante io sia una persona che ama molto la tecnologia, da questo punto di vista non mi è per niente d'aiuto alle persone a distanza, succede lo stesso con altre persone, quindi non è una cosa legata alla tecnologia, però posso dirle che in presenza sono diverso, certo sono sempre una persona un po' introversa e che non ama molto parlare, ma dal vivo lo preferisco, ed anche le chiamate normali sono cose che solitamente odio, discorso diverso è se si tratta di messaggi, lì invece sono molto più propenso a messaggiare su WhatsApp etc.

>>Come mai trova le videochiamate orrende?
Penso di averle dato le risposte nella domanda qui sopra, penso che con i bambini bisogna avere un contatto reale, bisogna esprimere affetto con i fatti e non con le solite parole che si posso scambiare in videochiamata, non si sta parlando con un datore di lavoro ma con una bambina a cui si vuole esprimere affetto e vicinanza, ma le parole per me servono a ben poco con una bambina di 4 anni, serve qualcosa di più, che evidentemente non riesco ad esprimere in videochiamata, ma non solo con lei, ma con chiunque
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Dr. Mariateresa Di Taranto Psicologo 157 17 3
Mi pare di capire quindi che si è riconosciuto abbastanza in quanto ho ipotizzato.
In effetti, la sua non sembrerebbe una difficoltà legata alla tecnologia o allo schermo del cellulare, ma alla relazione che passa attraverso di essi.
Lo schermo, come ho scritto nel precedente consulto, si frappone tra lei e l'altro, inserisce una barriera e dunque le fa percepire l'imbarazzo del distacco, forse anche dell'estraneità che percepisce, perché in fin dei conti, tra lei e l'altro c'è lo schermo.

Per i messaggi è diverso perché non ha un contatto diretto con l'altro, nel quale però si frappone lo schermo.
Inoltre, tramite messaggi non si può guardare o essere guardati, non si può sperimentare il silenzio. Anche il silenzio potrebbe accrescere la sua difficoltà.
E' difficile che due persone riescano a sentirsi a proprio agio nel silenzio, in quanto esso può comunicare loro che non hanno nulla da dirsi, mettendone dunque in discussione il legame.
Ci vuole molta sintonia con una persona per stare nel silenzio.

Forse anche la sua introversione contribuisce a generarle tale difficoltà.
Gli introversi in genere sono rivolti al proprio mondo interno, ma questa non è un'imperfezione, ma una caratteristica piena di potenzialità e ricchezze.
Gli introversi tendono a volte a ritrarsi dalle relazioni, o a viverle con difficoltà, provando imbarazzo con l'altro, spesso si espongono poco e sono più taciturni; però sanno ascoltare, guardare, percepire il mondo in maniera profonda.

Ha confermato come risposta che con sua nipote, attraverso una videochiamata, non ha la possibilità di esprimere affetto e di avere un contatto reale.
Rifletta sulle risposte che ha ricevuto e pensi a come poterle usare.

Può provare a parlare con i suoi genitori e con le persone con le quali vive questa difficoltà. E' giusto che gli altri rispettino la sua natura, all'interno dei giusti compromessi del rapporto e dell'accettazione reciproca.
Forse parlare potrebbe aiutarla anche ad avvertire meno questo peso, a non essere sollecitato nel fare qualcosa che la mette in difficoltà e a farsi conoscere meglio.

Può prendere in considerazione l'ipotesi di fare dei giochi durante la videochiamata con sua nipote, mentre con altre persone, di parlare pian piano, magari di argomenti che non hanno grandi implicazioni emotive.
Così facendo, forse poco alla volta, il disagio tenderà a diminuire.

Dopo aver preso in considerazione eventualmente l'idea di provare a smussare tali aspetti o a modificare alcuni comportamenti, potrebbe accettarsi come è, cogliendo ed apprezzando la sua bellezza e la sua particolarità.

Psicologa e Assistente Sociale
www.psicosocialmente.it