Non voler avere figli

Gentili dottori,
voglio parlarvi del mio disagio.
Ho quasi trent'anni, sono sposata, ho un lavoro fisso e una casa di proprietà.
Avrei tutte le carte in regola per avere un figlio, ma l'idea al momento mi fa inorridire.
Da ragazzina desideravo tantissimo avere un bambino, ma negli ultimi anni questo desiderio è sparito.
Amo molto i bambini e sono con loro sempre a contatto per lavoro, ma l'idea di mettere al mondo un bambino in questa società meschina e senza possibilità per le nuove generazioni mi tortura.
Oltre a questo pensiero, temo di perdere la mia identità di donna e di essere inghiottita in quella di madre, mentre io mi sento tanto altro: una donna in primis, ma anche una moglie, una professionista, una figlia, un'amica, etc.
Vedo molte colleghe e amiche inghiottite dai loro neonati, trascurate, sfatte, sempre di corsa, centrate completamente verso il loro figlio e dimentiche del resto.
In ultima istanza, anche l'idea di vedere il mio corpo cambiare completamente per accogliere una nuova vita mi fa davvero molta paura.
Anni fa ho perso una decina di kg e rivedermeli addosso non mi piacerebbe.
Mi chiedo se sia normale e se sia possibile superare questa paura.

Non ho pressioni da parte di mio marito, mentre mia madre insiste dicendo che avere un figlio è fondamentale.
Le credo, ma quello che per tanto tempo per me era un sogno oggi ha tutt'altro sapore...
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Dr.ssa Anna Potenza Psicologo 3.9k 186
Gentile utente,
estrapolo dalla sua lettera uno stralcio che testimonia l'equivoco in cui si dibatte: "mia madre insiste dicendo che avere un figlio è fondamentale. Le credo".
Ecco l'errore che può renderle difficile guardare dentro di sé, alle sue reali possibilità e ai suoi reali desideri: non è la madre che può chiedere ad un individuo, uomo o donna che sia, di mettere al mondo un figlio.
Questa esperienza delicatissima, che oggi tra l'altro può essere evitata con mezzi semplici (dal preservativo alla pillola all'anello contraccettivo etc.) deve nascere dalle aspirazioni della persona che sarà modificata nel corpo, nei sentimenti, nell'uso del proprio spazio e del proprio tempo dalla nascita di un figlio.
Unico a poter partecipare alla decisione è il partner, se ha il ruolo di marito, con la consapevolezza che la coppia, le sue priorità affettive, la sua gestione del tempo non saranno più le stesse.
Accogliere un figlio vuol dire disporsi a rinunce e preoccupazioni, oltre che a gioie che potrebbero anche mancare; vuol dire accoglierlo anche se nasce malformato, malato o semplicemente diverso dal modello ideale che possiamo averne costruito.
Provi a far notare a sua madre tutto questo e la distolga dall'idea di poter mettere bocca su una scelta esclusiva della coppia.
Le faccia notare soprattutto che "avere un figlio è fondamentale" è un'affermazione che sminuisce la persona a cui viene rivolta, quasi fosse un animale da riproduzione.
A completare il quadro, le ricordi che questo viene detto solo alle donne, mai agli uomini, come se le donne, in assenza di figli, fossero qualcosa meno di un essere umano completo.
Detto questo, scelga poi con la sua testa e assieme a suo marito.
Se vorrà ancora parlarci delle sue idee al riguardo, siamo qui.
Auguri.

Prof.ssa Anna Potenza (RM) gairos1971@gmail.com