Versamento pericardico e carcinoma

Mia madre ha 77 anni ed è stata operata in una città del Nord Italia due volte per carcinoma mammario sempre alla mammella sx, nel 2001 (quadrantectomia infero esterna con successiva radioterapia e terapia ormonale) e nel 2007 (mastectomia con successiva sola terapia ormonale tuttora in corso. Entrambe le volte i senologi che l'hanno operata hanno assai vivamente sconsigliato di praticare esami radiologici di controllo (fatta eccezione per la sola mammografia) quali TAC, scintigrafie ecc. perché ritenute assai pericolose per lei essendo potenzialmente cancerogene. Viceversa nella nostra città di Napoli vari oncologi medici ritengono doveroso praticare periodicamente la PET e la scintigrafia ossea. A questa situazione di base si è aggiunto da almeno quattro o cinque anni un battito cardiaco al minuto superiore a 90 e, da due mesi, una tosse secca persistente con affanno e grande stanchezza appena si muove. In seguito a recentissimo ecocardiocolordoppler è stata riscontrata una falda di versamento pericardico in sede posteriore con separazione max 11 mm in base a cui un primo cardiologo ha consigliato di praticare una TC con liquido di contrasto ed un secondo cardiologo una TC senza liquido di contrasto.
Mia madre teme che fare questi esami possa farle prendere troppe radiazioni potenzialmente cancerogene perché le è stato detto che una TC corrisponde a ben 400 radiazioni al torace e perchè fra pochi mesi è prevista la mammografia di controllo. Domando:
1)Esistono esami radiologici e macchinari che limitano fortemente le radiazioni assorbite e come possiamo sapere eventualmente dove praticarli a Napoli?
2) Ha ragione il cardiologo che consiglia l'uso del liquido di contrasto o quello che lo ritiene non necessario?
3) Qualora mia madre si convinca a sottoporsi all'esame radiologico ne esiste uno che permetta di indagare sia il versamento pericardico e le eventuali sue conseguenze su cuore e/o polmoni sia eventuali e malaugurate insorgenze di tumore osseo o altro?
4) Che differenza di resa e di radiazioni c'è fra TC, TAC, PET, scintigrafia e mammografia?
Ringrazio fin d'ora della cortese risposta che ci darebbe quella chiarezza che ci manca.
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Dr. Rodolfo Lanocita Radiologo interventista, Radiologo 343 14 5
gentile Utente, le consiglierei di affidarsi ad un oncologo che la guidi con decisione nel percorso necessario ad approfondire i problemi oncologici di sua madre.
La TAC è strumento diagnostico prezioso indipendentemente dalle radiazioni che eroga, a queste non ci si deve esporre immotivatamente ma la potenziale cancerogenicità è inferiore al rischio che sua madre corre a non sottoporsi all'esame.

Il mezzo di contrasto è indispensabile perchè l'esame sia utile allo specifico caso di sua madre.

Dr. Rodolfo Lanocita, Fondazione Istituto Nazionale Tumori - Milano

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dopo
Utente
Utente
Gentile Dr. Lanocita,
La ringrazio molto della Sua disponibilità e della Sua cortese risposta, soprattutto per aver sciolto il dubbio sull'uso o meno del liquido di contrasto.
Inoltre, dal Suo consiglio di rivolgerci a un oncologo si può evincere che purtroppo - ma speriamo davvero di no !!! - il versamento pericardico potrebbe essere legato al precedente tumore al seno.
La annotazione sullo specialista competente è infatti meno scontata di quello che apparentemente potrebbe sembrare, perché il medico di base ha indirizzato al cardiologo e quest'ultimo (come pure l'altro cardiologo cui ci siamo rivolti) ha sì richiesto la TAC ma senza spiegarci assolutamente che cosa si deve indagare ed inoltre uno dei due cardiologici ha demandato la scelta sull'uso del liquido di contrasto al radiologo, ragion per cui io mi stavo orientando a rivolgermisemmai a un oncologo radiologo e non a un oncologo medico. Capisco che i cardiologi non abbiano voluto allarmare, ma forse una maggiore informazione ci avrebbe fatto perdere meno tempo.
Grazie ancora
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