Carcinoma prostatico e metastasi ossee
Gentili dottori, vi riassumo brevemente la situazione di mio padre, anziano di 75 anni, e vi chiedo gentilmente un vostro parere. Nel gennaio 2011, a seguito di controlli per lievi problemi minzionali, a mio padre venne diagnosticato un adenocarcinoma di gleason 9 (5+4). Sempre in gennaio 2011, venne sottoposto a tac total body e scintigrafia ossea che risultarono entrambe negative. Venne operato di prostatectomia radicale nell’aprile del 2011. Dalla biopsia del pezzo operatorio, capivamo che si trattava di un adenocarcinoma non infiltrante i linfonodi ma uscito dalla capsula prostatica e infiltrante le vescicole seminali. Dopo l’operazione il psa era a 0.8 (non e’ mai sceso a livelli indosabili) e soltanto cinque mesi dopo era risalito a 1. Si decise allora per una tac/pet con colina che videnzio’, purtroppo, un accumulo di tracciante a livello del sacro. Venne trattato con 37 sedute di radioterapia e inizio’, in concomitanza, cure ormonali con casodex 50 e puntura di enantone ogni tre mesi. Dopo le 37 sedute di radioterapia, il psa torna a 0.8 (dunque neanche questa volta scende a livelli indosabili) e dopo pochi mesi dalla fine di radio e inizio della cura ormonale comincia a diventare refrattario. Il psa riprende a salire anche velocemente a maggio 2012 era a 0.24 settembre 2012 e’ a 1.36. Tenete conto che la radio l’aveva conclusa a gennaio dopo soli quattro mesi c’e’ stato il primo rialzo. L’ultima tac/pet, che risale a cinque giorni fa. Il referto non evidenzia piu’ la lesione del sacro, che era stata trattata con la radio, ma ne evidenzia addirittura tre due a livello della colonna vertebrale e una a livello della testa dell’omero. Probabilmente erano presenti sin dalla prima scintigrafia del gennaio 2011 ma il radilogo le aveva refertate come verisimili artrosi. Gentili dottori io tra pochissimi giorni lo faccio visitare dall’oncologo ma se posso sentire il vostro parere e’ sempre cosa gradita. In questi casi, e da quanto leggo purtroppo ce ne sono tanti, cosa si puo’ fare oltre alla chemio e allo zometa? Non abbiamo altre cure da tentare? Una cura ormonale di seconda linea, ho letto un vostro articolo sull'abiraterone per esempio, o un aumento del dosaggio del casodex e enantone? Un nuovo trattamento radiante magari con una tomoterapia piu’ mirata sulla colonna? Oppure oggi si parla molto di nuove molecole e di terapie biologiche, potrebbe giovare di queste cure? Inoltre volevo sapere se secondo voi si puo’ fare un tentativo con l’ipertermia? Conosco mio padre e sono certo che rifiutera’ la chemio, del resto come dargli torto. Ha visto troppi suoi amici ridursi a larve umane e poi morire ugualmente di una morte, che certo non e’ dignotosa per un essere umano. Non vi nascondo che sto cercando anche delle cure alternative, per esempio il metodo pantellini, ma non vorrei neanche abbandonare le cure ufficiali. Davanti ad un paziente di questo genere voi come procedereste? Se potete essermi di aiuto ve ne sono molto grato. Cordiali saluti.
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La radioterapia sulle vertebre potrebbe agire localmente e con efficacia come dimostrato dal sacro ma bisogna pensare ad una strategia sistemica che può prevedere una modulazione ulteriore della terepia ormonale, non necessariamente in questa fase gia la chemioterapia. Ne parli con chi vi segue.
Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)
Questo consulto ha ricevuto 1 risposte e 2.7k visite dal 18/10/2012.
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