Tipologia intervento su caso complesso di calcolosi

Gentili medici,
mio marito è stato operato ad un rene alcuni anni fa per la rimozione di un calcolo. L'intervento si è poi annunciato più complesso e lungo del previsto poiché a causa di ripetuti (ed inutili) bombardamenti con ultrasuoni volti a frantumare il calcolo, il rene era come rivestito di tessuto cicatriziale che ha dovuto essere asportato, inoltre è stata rilevata una malformazione del giunto pieloureterale. Adesso mio marito deve sottoporsi di nuovo ad un intervento per la rimozione di un altro calcolo allo stesso rene e ci stiamo interrogando (visto che il rene non è proprio ben messo per i fatti clinici pregressi) se sia meglio intervenire in modo percutaneo (frantumando poi dall'interno il calcolo col laser e aspirando i frammenti) - tipo di intervento che mio marito preferirebbe reputandolo meno invasivo e a decorso più rapido - oppure intervenendo in modo tradizionale. I pareri degli specialisti che abbiamo sentito lasciano aperte entrambe le possibilità ma discordano sul fatto che se il rene iniziasse a sanguinare c'è chi addirittura sceglierebbe di asportarlo e chi invece inserirebbe magari un catetere di deflusso per poi proseguire l'intervento in un secondo momento. E' proprio lo stato in cui versa il rene e le difficoltà che tutti hanno detto che potrebbero emergere in sede di laparoscopia e convertire magari l'intervento in corso in uno di tipo tradizionale che mi fanno chiedere il vostro parere.

Riporto qui i referti degli esami al rene eseguiti tra 2008 e 2009, grazie mille:

riferiti esiti di nefrolitotomia destra con nefrectomia polare superiore e colecistectomia. Rene destro deformato con assottigliamento del parenchima al terzo superiore, per esito dell'intervento. Visibili calcoli radiopachi a livello caliceale medio (di diametro poco superiore al centimetro) e nel passaggio tra calici e ampolla (diametro 1,5 cm). Esistono altre microconcrezioni calciche a livello caliceale. L'eliminazione del contrastoè ridotta e ritardata rispetto al lato opposto; anche l'opacizzazione delle cavità escretrici risulta rallentata. Si rileva dilatazione delle cavità pieliche e dell'uretere fino al tratto prevescicale (diametro massimo 1 cm). Nel lume uretrale, circa 1,5 cm a monte del meato, è presente un calcolo di circa 7mm, verosimile causa dell'idroureteronefrosi a monte. Modico ispessimento di parete dell'ampolla e dell'uretere sia lombare che pelvico da presumibile fenomeno flogistico cronico. A livello del giunto pieloureteralevi è un restringimento del lumegià documentato con studio urografico, sembra in rapporto a piccola valvola intrinseca ureterale. / Parametri uroflussologici nei limiti della norma. Presente anche ipertrofia prostatica che richiederà separato intervento (tPSA 4.50 ng/mL rif. 0.0-4.0 e rapporto fPSA/tPSA = 20%).

Nel caso si opti col vostro consiglio per la laparoscopia, considerando il caso, si potrebbe sapere dove sono ospedali con particolare esperienza a riguardo?

Un cordiale saluto
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Dr. Mario De Siati Urologo, Andrologo 2.9k 86 1
Purtroppo la sola descrizione dell'urografia non è sufficiente per farsi una idea completa della situazione. Importante sarebbe sbloccare il rene dx dal calcolo dell'uretere distale, fare una eventuale valutazione metabolica per comprendere le ragioni di questa calcolosi recidivante.
Personalmente sono per il trattamento percutaneo e nella sua zona ci sono molti centri prestigiosi.

Distinti saluti

Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi

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