Cistiti recidivanti da e. coli. parere su terapia proposta
Buongiorno,
soffro di cistiti recidivanti da E.
coli e mi è stata recentemente proposta una terapia prolungata con fosfomicina.
Prima di iniziare vorrei avere un parere specialistico sulla validità di questa cura e soprattutto sul rischio di favorire resistenze antibiotiche che possano peggiorare la mia situazione.
Storia clinica:
Prime cistiti a 20 anni, trattate con Monuril o altri antibiotici, non correlate ai rapporti sessuali.
Per anni assenza di cistiti, ma sintomi vaginali persistenti (bruciore, dolore durante i rapporti, sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica, dolore pelvico, prurito, perdite vaginali, qualche episodio di candida), fino alla diagnosi dopo quasi 10 anni di contrattura del pavimento pelvico, risolta con fisioterapia.
Nel 2023 episodio di cistite emorragica, urinocoltura positiva a E.
coli, trattata con Ciproxin.
Altri due episodi successivi durante la fisioterapia, trattati con D-Mannosio, senza urinocoltura.
Situazione attuale:
Con la ripresa dei rapporti sono ricomparse le cistiti recidivanti.
Urinocoltura positiva a E.
coli (10 CFU/ml), sensibile alla fosfomicina (MIC 16).
Trattamento iniziale con 4 bustine di Monuril + d mannosio + probiotici, poi nuovo episodio dopo rapporto.
Effettuate 5 sedute di ossigeno-ozono terapia (vaginali e rettali) qualche miglioramento.
Ora il bruciore si presenta solo la mattina ma ho spesso dolore vescicale e uretrale.
Nuova urinocoltura ancora E.
coli, stesso ceppo e stessa carica batterica resistente ad alcuni antibiotici ma sensibile alla fosfomicina
Terapista del dolore propone dopo consulto con infettivologo terapia con:
Fosfomicina 1 bustina/die per 7 giorni
Poi 1 bustina a giorni alterni per 21 giorni
Terapie attuali prescritte dalla terapista del dolore:
D-Mannosio
Pelvipea
Dicoflor Elle
Ovuli Ginocanes Flor (devo ancora iniziare)
Rivotril 2 gocce x 3 volte/die (per iperalgesia del pavimento pelvico)
Silodyx 4 mg (per detrusore ispessito risultato dopo uroflussometria) prescritto da uro ginecologa
Ho tiroidite di Hashimoto in trattamento con levotiroxina
Vorrei avere un parere per capire alcune cose:
1.
Il protocollo prolungato con fosfomicina (7 giorni + 21 alterni) è valido nel mio caso?
Esiste il rischio di sviluppare antibiotico-resistenza o peggiorare lo squilibrio del microbiota urinario e vaginale?
2.
È possibile che l’infezione persista a livello uretrale o vaginale nonostante le terapie?
Quali esami o trattamenti sono indicati?
3.
A livello preventivo post-coitale cosa posso fare?
4.
Quali sono le strategie più efficaci a lungo termine per casi come il mio?
(Mi è stato proposto di continuare con l'ozono terapia)
Vi ringrazio per il tempo dedicato e per qualsiasi chiarimento possiate offrirmi.
soffro di cistiti recidivanti da E.
coli e mi è stata recentemente proposta una terapia prolungata con fosfomicina.
Prima di iniziare vorrei avere un parere specialistico sulla validità di questa cura e soprattutto sul rischio di favorire resistenze antibiotiche che possano peggiorare la mia situazione.
Storia clinica:
Prime cistiti a 20 anni, trattate con Monuril o altri antibiotici, non correlate ai rapporti sessuali.
Per anni assenza di cistiti, ma sintomi vaginali persistenti (bruciore, dolore durante i rapporti, sensazione di non aver svuotato del tutto la vescica, dolore pelvico, prurito, perdite vaginali, qualche episodio di candida), fino alla diagnosi dopo quasi 10 anni di contrattura del pavimento pelvico, risolta con fisioterapia.
Nel 2023 episodio di cistite emorragica, urinocoltura positiva a E.
coli, trattata con Ciproxin.
Altri due episodi successivi durante la fisioterapia, trattati con D-Mannosio, senza urinocoltura.
Situazione attuale:
Con la ripresa dei rapporti sono ricomparse le cistiti recidivanti.
Urinocoltura positiva a E.
coli (10 CFU/ml), sensibile alla fosfomicina (MIC 16).
Trattamento iniziale con 4 bustine di Monuril + d mannosio + probiotici, poi nuovo episodio dopo rapporto.
Effettuate 5 sedute di ossigeno-ozono terapia (vaginali e rettali) qualche miglioramento.
Ora il bruciore si presenta solo la mattina ma ho spesso dolore vescicale e uretrale.
Nuova urinocoltura ancora E.
coli, stesso ceppo e stessa carica batterica resistente ad alcuni antibiotici ma sensibile alla fosfomicina
Terapista del dolore propone dopo consulto con infettivologo terapia con:
Fosfomicina 1 bustina/die per 7 giorni
Poi 1 bustina a giorni alterni per 21 giorni
Terapie attuali prescritte dalla terapista del dolore:
D-Mannosio
Pelvipea
Dicoflor Elle
Ovuli Ginocanes Flor (devo ancora iniziare)
Rivotril 2 gocce x 3 volte/die (per iperalgesia del pavimento pelvico)
Silodyx 4 mg (per detrusore ispessito risultato dopo uroflussometria) prescritto da uro ginecologa
Ho tiroidite di Hashimoto in trattamento con levotiroxina
Vorrei avere un parere per capire alcune cose:
1.
Il protocollo prolungato con fosfomicina (7 giorni + 21 alterni) è valido nel mio caso?
Esiste il rischio di sviluppare antibiotico-resistenza o peggiorare lo squilibrio del microbiota urinario e vaginale?
2.
È possibile che l’infezione persista a livello uretrale o vaginale nonostante le terapie?
Quali esami o trattamenti sono indicati?
3.
A livello preventivo post-coitale cosa posso fare?
4.
Quali sono le strategie più efficaci a lungo termine per casi come il mio?
(Mi è stato proposto di continuare con l'ozono terapia)
Vi ringrazio per il tempo dedicato e per qualsiasi chiarimento possiate offrirmi.
Come lei avrà probabilmente già appreso leggendo queste nostre consulenze su Medicitalia, noi siamo fermamente contrari alle terapie antibiotiche prolungate per infezioni urinarie causate inequivocabilmente da batteri di origine intestinale. L'antibiotico può del tutto transitoriamente negativizzare l'urocoltura, ma d'altro canto va a condizionare il già precario equilibrio della flora batterica intestinale (microbiòta), inducendo resistenze e selezione di ceppi batterici potenzialmente più aggressivi.
L'approccio più promettente è senz'altro quello delle attenzioni dirette all'intestino, basate su una valutazione gastro-enterologica e, ancor di più, dietologico/nutrizionale. L'alimentazione è molto spesso la chiave di tutto.
Si possono utilizzare integratori come il d-mannosio ed altri come coadiuvanti, ma non ci si può attendere da questi la soluzione del problema. Imperativo è mantenere una diuresi elevata, bevendo molta acqua lungo la giornata. Utille urinare prima e subito dopo il rapporto.
L'approccio più promettente è senz'altro quello delle attenzioni dirette all'intestino, basate su una valutazione gastro-enterologica e, ancor di più, dietologico/nutrizionale. L'alimentazione è molto spesso la chiave di tutto.
Si possono utilizzare integratori come il d-mannosio ed altri come coadiuvanti, ma non ci si può attendere da questi la soluzione del problema. Imperativo è mantenere una diuresi elevata, bevendo molta acqua lungo la giornata. Utille urinare prima e subito dopo il rapporto.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Utente
La ringrazio sinceramente per la sua risposta chiara e per avermi fornito un punto di vista diverso. Come immaginavo, quindi, la terapia antibiotica prolungata che mi è stata proposta probabilmente non rappresenta la soluzione definitiva ai miei problemi.
Secondo lei sarebbe utile, a questo punto, rivolgermi ad un gastroenterologo per indagare e trattare eventuali disbiosi intestinali che potrebbero influenzare la ricorrenza delle cistiti?
Inoltre, vorrei chiederle un parere anche sulle insufflazioni di ossigeno-ozono che ho già effettuato per alcune sedute: crede che possano avere un’efficacia reale nel mio caso, o rischio soltanto di perdere tempo e risorse?
Come da suo consiglio, le confermo che ho già l’abitudine di bere abbondantemente durante il giorno e urinare sempre dopo i rapporti, ma purtroppo queste misure da sole non sono state sufficienti a prevenire le recidive.
Secondo lei sarebbe utile, a questo punto, rivolgermi ad un gastroenterologo per indagare e trattare eventuali disbiosi intestinali che potrebbero influenzare la ricorrenza delle cistiti?
Inoltre, vorrei chiederle un parere anche sulle insufflazioni di ossigeno-ozono che ho già effettuato per alcune sedute: crede che possano avere un’efficacia reale nel mio caso, o rischio soltanto di perdere tempo e risorse?
Come da suo consiglio, le confermo che ho già l’abitudine di bere abbondantemente durante il giorno e urinare sempre dopo i rapporti, ma purtroppo queste misure da sole non sono state sufficienti a prevenire le recidive.
Non abbiamo esperienza di codeste insufflazioni, che sono una pratica specificatamente ginecoogica. In effetti stentiamo anche un po' a comprenderne il razionale.
Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
https://paolopianaurologo.it/
Questo consulto ha ricevuto 3 risposte e 488 visite dal 24/07/2025.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Se sei uno specialista e vuoi rispondere ai consulti esegui il login oppure registrati al sito.
Approfondimento su Microbiota
Cos'è il microbiota e perché è così importante per l'organismo? Funzioni, equilibrio e alterazioni della flora intestinale, prevenzione, cura e rimedi.
Consulti simili su microbiota
Consulti su infezioni delle vie urinarie
- Cistite recidivante
- La mia bambina di die anni e mezzo non fa la pipì da più di 12 ore
- Infezione da klebsiella pneumoniae che non passa
- Dolore post cistite di un anno
- Infezione urinaria ricorrente in ragazzo di 24 anni
- Fosfomicina per la cistite ricorrente non funziona nonostante dalla cultura sia risultata sensibile