Mapping e psa

Gent.mi Medici
scrivo per mio padre di 71 anni, si tratta di un uomo abbastanza in salute ma in sovrappeso che da anni ha il Psa alto. Negli anni passati ha eseguito mapping alla prostata e la stessa analisi è stata ripetuta a fine settembre in ospedale pubblico. L'esito entrambe le volte è stato sempre negativo ma ora ripetendo gli esami del sangue il psa è di nuovo salito. Gli era stato detto che se ciò fosse successo avrebbe dovuto ripetere la visita per intraprendere una cura farmacologica per abbassare il psa. Ha effettuato una visita a pagamento in clinica privata e gli è stato detto che l'ultimo mapping è stato fatto solo su 13 campioni cosa a parere del nuovo medico troppo parziale; gli è stato quindi fortemente consigliato di ripetere il mapping e di aggiungere anche una sorta di raschiatura in un secondo momento per ulteriore verifica prima di stabilire una cura farmacologica per abbassare tale valore . Sottolineo che alla visita fisica il medico non riscotra masse o anomalie. Ci chiediamo se ha senso ripetere ancora una volta il mapping a distanza di meno di 6 mesi e se è veramente necessario rifare questo esame non del tutto innocuo e piacevole prima di poter dare farmaci. Restiamo in attesa di vostro consiglio e riscontro porgendovi distinti saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 19
Gentile Signore,
nella descrizione della situazione del suo babbo lei ci omette purtroppo i valori attuali del PSA totale, del PSA frazione libera, dell'eventuale variazione in aumento che hanno avuto nel tempo, delle dimensioni della prostata e del suo adenoma, tutti elementi che sono indispensabili per poter giudicare correttamente la situazione. Al di là di questo, comprendo la volontà del Collega di poter avere a disposizione il maggior numero possibile di materiale istologico, ottenuto mediante una biopsia "di saturazione" a 20 e più prelievi (che viene comunque di regola eseguita in anestesia) od addirittura una resezione endoscopica (questo intervento senz'altro indicato se cosesistono disturbi minzionali ostruttivi). D'altro canto, il suo babbo ha più di 70 anni, età oltre la quale le indicazioni operative per l'eventuale tumore della prostata iniziano a modificarsi, soprattutto se vi sono degli altri problemi concomitanti (e anche il sovrappeso può esserlo).
In conclusione, questa ostinata "caccia" al tumore non deve essere mai condotta ciecamente, ma sempre valutando con intelligenza tutti i fattori in gioco.

Saluti


Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it

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dopo
Utente
Utente
Gent.mo Dott. Piana,
la ringrazio di cuore per la sua tempestiva risposta e approfitto della sua disponibilità per aggiungere i dati che avevo omesso.
All'ultimo esame del sangue prima del mapping di fine settembre Psa 8,8, all'attuale analisi 9,69 con frazione libera 18,7. Le dimensioni della prostata sono molto grandi data la mole (190 cm per 120Kg), nel referto dice che occupa tutta la parete, non ci sono adenomi di nessun tipo.
Mio padre ha un calcolo al rene sinistro che sta trattando con Dorilax.
Stiamo valutando la possibilità di fare una seconda visita a pagamento per capire le reali necessità di eseguire un secondo mapping a distanza di soli 6 mesi da quello precedente per poter stabilire una terapia farmacologica. Ci chiediamo se sia effettivamente vero che la terapia farmacologica non possa essere fprescritta anche senza una seconda indagine invasiva.
Le porgo i miei distinti saluti.
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Dr. Paolo Piana Urologo 38.6k 1.7k 19
Gentile Signore,
se la prostata è molto voluminosa questi valori del PSA sarebbero ancora compatibili con una situazione di ingrossamento benigno, in particolare se la frazione libera è pari al 18,7 % (se mi conferma il dato). Ho detto "sarebbero" perchè ovviamente vorremmo avere un riscontro istologico di questa ipotesi. Se sono stati già eseguiti due mappaggi con esito negativo (pari immagino a 20-25 prelievi totali) direi che l'ipotesi "benigna" - per il momento - detiene già una certa consistenza. A questo punto entrano in gioco altri fattori, come l'età e le condizioni generali del soggetto, oltre alle abitudini e le convinzioni dell'urologo. Se la prostata è molto grande, anche un ulteriore mappaggio "di saturazione" potrebbe andare a vuoto, solo per motivi meramente "geometrici". Da qui l'indicazione alla resezione endoscopica, che ci offrirebbe parecchio materiale, relativo però solo alla parte interna della ghiandola, dove è più raro che si sviluppi il tumore. Inoltre, le indicazioni alla resezione a mero scopo "bioptico" in assenza di reali necessità disostruttive è una scelta tutt'altro che universalmente condivisa, poichè si tratta di un intervento tutto sommato non da prender tanto alla leggera.
In conclusione, non esiste (ancora) una linea di pensiero comune e condivisa su quanto sia più opportuno fare in questi casi. Ognuno di noi specialisti segue un suo percorso basato principalmente sull'esperienza personale. E' opportuno che il paziente ascolti almeno 2-3 pareri e poi faccia una scelta in tutta calma e serenità.

Saluti
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