Carcinoma prostatico e terapia del dolore

Bentrovati, e complimenti per il sito.
Mi presento bevemente: Dan, 44 anni, centro Italia.
Mio padre, il signor A., è stato operato di adenocarcinoma prostatico nel 1996. Vive ancora e - credo - la lettura di quanto scrivo possa essere di qualche supporto ad altri che hanno scoperto la malattia solo da poco tempo.

Questa, in breve, la storia clinica.

Soggetto nato nel 1928, gran lavoratore (tante notti all'adiaccio da giovane in quanto titolare di una ditta per movimento terra), purtroppo pluritraumatizzato (diversi incidenti, automobilistici e non), autonomo ancora oggi.

Nel dicembre 1995, ai vecchi problemi osteoarticolari (reumatismo, artriti) si sommano problemi alla minzione (minzione dolorosa).
Consulto dall'urologo c/o poliambulatorio ASL, quindi esami: PSA ballerino, fino a 150. Si sospetta prostatite, si prova con un antibiotico (?), continua monitoraggio PSA (che scende a 80 e poi a 50), la sintomatologia migliora.
Entra in ospedale nel maggio 1996, viene fatta diagnosi di K prostatico, Glison 7.

Dimesso con prescrizione cura ormonale (Androcur + Enantone), paziente da seguire nel tempo: l'urologo però - tenuto conto che papà all'epoca aveva 68 anni - lasciò intendere che secondo lui non era il caso di intervenire chirurgicamente con quel glison così elevato.
In pratica ci mise in guardia circa gli effetti collaterali all'intervento, in primis l'incontinenza.
Scintigrafia, stratografia ossea a livello di un paio di vertebre erano dubbie.

Mi recai in Ancona (cartella clinica + lastre), per un consulto c/o il Prof. Mario Polito (bravo, umano e corretto, un vero signore!!!): visita + eco trans rettale, c'era una "zona grigia" nella capsula prostatica (non si capiva bene se interrotta oppure no);

Con la terapia ormonale il PSA (ma anche gli altri valori, cioè le fosfatasi) andavano molto bene: 0,30, poi 0,10.

Segue RMN transrettale, per capire se c'erano ripetizioni; RMN negativa.
Si decide per l'intervento, ottobre 1996: test sui linfonodi (negativi) e poi prostatectomia radicale.

Intervento riuscito bene, no problemi di incontinenza nè di impotenza anche se il signor A., che ho sempre accompagnato personalmente ai successivi controlli, senza dirmi nulla decise di dover approfondire: quindi papaverina (lo scoprii, quando mi disse che gli avevamo vietato di rimettersi in macchina per un'oretta buona...) e qualche pillola blu per aiutare :)!).

Terapia con Enantone per altri sei mesi dopo l'intervento, controlli di routine. PSA sempre basso, ma - sospendendo l'Enantone - nel giro di 5-6 mesi tendeva a rialzarsi un poco (all'inizio 2 - 2,5 punti).

Siamo andati avanti per molti anni, con una copertura ormonale a semestri alterni (Casodex e Androcur).
Marzo 2007: protesi all'anca; continuano i dolori alle ossa.

Aprile 2008: PSA circa 4, altri esami (scintigrafia e non solo) stabili, se si omette osteoporosi diffusa.

Inizia terapia ormonale con... (perdonatemi ma non ricordo: è l'iniezione che si fa una volta ogni 90 gg + casodex 50 mg).

PSA di nuovo basso: 1 virgola qualcosa.

In pratica c'è buona risposta. Il problema però è dato dal dolore (BACINO E GINOCCHIO).

Che fare?
[#1]
Dr. Mauro Seveso Urologo 1.2k 60 25
Gentile Signore, il quadro clinico da lei descritto depone per un carcinoma prostatico al momento ormonoresponsivo con presenza dimetastasi osseee. In questo caso, il mio consiglio è quello di sottoporsi ad un trattamento con bifosfonati ( ad esempio : acido zoledronico 4 mg iv ogni 3 settimane) che è stato dimostrato in grado di ridurre le complicanze scheletriche e la sintomatologia conseguente.
Si consulti comunque con il suo urologo di fiducia che saprà indirizzarla nel migliore dei modi.
Cordiali saluti

Dott. Mauro Seveso
Responsabile Unità Operativa di Urologia
Istituto Clinico Città Studi , Milano

[#2]
Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
La situazione del suo papà mi sembra ormai piuttosto ben inquadrata, trattandosi di un cancro della prostata ben rispondente alla terapia con farmaci di blocco ormonale. Tuttavia per quanto concerne le localizzazioni scheletriche e le conseguenze di ciò, ovvero il dolore normalmente noi urologi consigliamo uno schema terapeutico supplettivo mirato proprio al problema delle lesioni ossee e del dolore. L'acido zoledronico più comunemente noto come ZOMETA è un prodotto che ha come suo scopo il riassorbimento delle lesioni ossee metastatiche e la riduzione dunque in buona parte del dolore cronico. Nelle fasi iniziali per alleviare la sintomatologia (finchè l'ac zoledronico non espleta un effetto stabilizzante) si può associare una terapia del dolore con farmaci derivati della morfina, ma questo tipo di terapia va adeguatamente concertato con i colleghi anestesisti che si occupano specificamente di dolore cronico.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

[#3]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
OK.
Intanto grazie.
In settimana cercherò di sentire l'Urologo che lo segue adesso.
Vi terrò informati.

Dimenticavo: tollerabilità/effetti collaterali dello Zometa?
[#4]
Prof. Filippo Alongi Radioterapista 2.1k 120 17
In realtà una Radioterapia "short course"ipofrazionata (breve ad esempio in 5 o 10 sedute) è una terapia efficace e rapida nella remissione del dolore sulla sede ossea di metastasi(sopratutto a livello dell'anca). Sarebbe da indagare con una RX mirata la natura delle lesioni ossee e valutare anche la quota di rimaneggiamento osseo. Se infatti la lesione è litica(non osteoaddensante) o mista, la radioterapia sicuramente contribuisce ad arrestare la demineralizzazione ossea e a decomprimere le terminazioni periostali infiltrate dalla malattia e causa del dolore. Lo Zometa(ogni 28gg) è un farmaco con attività di rimineralizzazione dell'osso ma anche di attività antiproliferativa. Come effetti collaterali nel 5% dei casi è stata registrata una GRAVE necrosi della mandibola, quindi è necessario valutare lo stato dentario-gengivale prima di iniziare il trattamento.

Prof. Filippo Alongi
Professore ordinario di Radioterapia
Direttore Dipartimento di Radioterapia Oncologica Avanzata, IRCCS Negrar(Verona)

[#5]
dopo
Attivo dal 2008 al 2008
Ex utente
OK.
Valuteremo.

Che tipo si studi vanno fatti sul ginocchio e sul bacino?
Abbiamo RX recenti per entrambi.
Nell'apertura del 3D ho parlato anche di una stratigrafia ossea, fatta (in verità più volte) per escludere problemi a carico della colonna.
Papà non ha dolore forte alla colonnna; è il ginocchio che gli fa molto male.

Provo a sentire l'urologo, non prima di aver ripassato "io" tutte le "carte" (in 12 aa sono stati fatti tanti esami, ed averli a mente non è facile)..., in modo da poterlo mettere nelle condizioni di ristabilire un punto fermo dal quale ripartire.
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