Enterococcus faecalis dolore pelvico sinistro

Gentili Dottori,
Donna, 35 anni da anni soffro di colon irritabile e intolleranze alimentari.
Primo intervento maggio 2019 isteroscopia operatoria per asportazione polipo endometriale.
Ad agosto 2019 scopro di essere incinta, compaiono subito perdite ematiche, ricovero e raschiamento per gravidanza inevolutiva.
Continuano perdite e dolori, dopo 20 gg diagnosi di GEU e mi asportano d’urge La tuba dx.
Dopo 15 giorni dall’intervento iniziano sintomi che associo ad una cistite: dolore pelvico sx, minzione frequente anche notturna, bruciore, nausea, sensazione di confusione. Visita urologia ed ecografia nessuna evidenza per cui mi viene prescritto integratore a base di mirtillo, acido ialuronico etc.
Di mia iniziativa faccio urinocoltura che risulta positivo a Enterococcus faecalis.
Nel frattempo faccio Tac con contrasto nessuna evidenza.
Inizio cura antibiotica ciproxin 500 x 2 al gg per 9 giorni.
Il dolore pelvico sx non si toglie mai così come nausea, astemia, confusione, la frequenza a urinare oscilla, giorni più frequente altri meno, la notte sempre una volta.
Ripeto dopo 10gg urinocoltura e risulta sempre positiva per entrerococcus faecalis e la carica batterica resta invariata 10 alla 6^. Sono invece ancora in attesa dei risultati del tampone vaginale.
Eco trasvagibale non evidenzia nulla.
Proseguo cura con rocefin 1mg gg per 7 giorni.
Nausea e confusione sono un po’ ridotti, minzione sempre frequente con una notturna, e dolore pelvico sx non si arresta (sento scosse tipo aghi).
Ieri la ginecologica anticipa risultati tampone fatto prima del rocefin e risulta positivo per Enterococcusfaecalis.
Temo l’infezione non sia passata anche con rocefin. Non so più che fare. Confido in un vostro parere su come procedere.
Pensavo ad una risonanza magnetica, può essere utile?
Grazie
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Dr. Paolo Piana Urologo 37.6k 1.7k 16
La colonizzazione batterica da parte di batteri intestinali e segno di un alterato equilibrio della flora batterica residente (microbiòta) nonché una funzione assai probabilmente discutibile. Riteniamo che si debba agire priima di tutto in senso gastro-enterologico, poiché l'apparato uro-genitale rischia solo di essere la vittima innocente di un problema che trae altrove le sue origini. Inoltre, sarebbe indispensabile sapere se vi sono cellule infiammatorie nel sedimento dell'esame uirne, poiché se sono assenti o presenti in ìn modestissima quantità, non si può parlare di vera infezione urinaria e la terapia antibiotica protratta ed aggressiva rischia addirittura di essere controproducente.

Paolo Piana
Medico Chirurgo - Specialista in Urologia
Trattamento integrato della Calcolosi Urinaria
www.paolopianaurologo.it