Dubbi su prostatectomia laparoscopica

Gentilissimi Dottori,
innanzitutto vi ringrazio per l'utile servizio che state fornendo ed anch'io, come molti altri, vorrei un vostro parere. Purtroppo mio padre, all’età di 60 anni, ha un carcinoma alla prostata e, in base a quanto detto dall’urologo, si dovrà sottoporre ad un intervento di prostatectomia. Il chirurgo in questione, primario di un reparto di urologia, da tempo opera mediante laparoscopia e vuole intervenire con questa tecnica. Per rendere più chiaro il quadro clinico di mio padre vi informo sui risultati degli esami a cui si è sottoposto. Dalle analisi del sangue è risultato un PSA di circa 40 ng/ml, confermato per ben due volte. Si è sottoposto ad una ecografia transrettale, la quale ha messo in evidenza una zona ipogena presso il lobo destro della prostata, e nulla di particolare nei reni, nel fegato ed intestino. Ha eseguito una scintigrafia ossea, che è risultata completamente negativa, ed una TAC basso addome, che ha escluso eventuali adenomegalie ed altre alterazioni. Purtroppo le analisi eseguite sui frustoli della biopsia alla prostata hanno mostrato che tutti quelli relativi al lobo destro, ed una piccola parte del sinistro, sono affetti da un carcinoma per oltre il 90%, se non totalmente, con scala di Gleason 4+3.
Poiché il tumore è aggressivo ed il suo stadio sembra non iniziale, mi è venuto il sospetto che possa essere permeato nei tessuti circostanti. Inoltre, parlandone con qualche amico, mi è sorto il dubbio che l’intervento in laparoscopia sia il meno adatto, visto che il chirurgo non può osservare i tessuti circostanti alla prostata come invece accade con l’ intervento a cielo aperto. La mia paura è che il tumore non sia pulito a dovere, con la conseguenza che possa ritornare più pericoloso di prima. Quindi, sperando di essere stato sufficientemente chiaro, vorrei sapere quanto è consigliabile intervenire in laparoscopia oppure, nel caso di mio padre, se è preferibile un intervento tradizionale, anche se quest’ultimo ha tempi di recupero maggiori.
Vi ringrazio anticipatamente delle vostre risposte e vi porgo i miei più cordiali saluti.

Cristian

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Dr. Mario De Siati Urologo, Andrologo 2.9k 86 1
LA PROSTATECTOMIA LAPAROSCOPICA SECONDO I PIù RECENTI DATI DELLA LETTERATURA è SOVRAPPONIBILE SE NON MIGLIORE, IN MANI ESPERTE, ALLA PROSTATECTOMIA A CIELO APERTO.
PERSONALMENTE IO MI FAREI OPERARE PER VIA TRADIZIONALE, MA QUESTA è UNA MIA PERSONALE OPINIONE.

CORDIALI SALUTI

Dott. Mario De Siati Urologo-Andrologo esercita a Foggia,Taranto,Altamura (Bari),Brindisi

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Dr. Daniele Masala Urologo, Andrologo 2.3k 52
Egregio signore dai dati da lei forniti sulla storia clinica del suo papà si evince che si tratta di una forma di adenocarcinoma prostatico altamente aggressivo, così come confermato dal collega che l'ha visitato e da tutti gli esami eseguiti. Secondo la nostra esperienza è molto probabile che l'intervento chirurgico di prostatectomia radicale (sia esso fatto a cielo aperto, che laparoscopicamente) possa non essere l'unica terapia sufficiente per suo padre. Detto ciò, ciascun chirurgo suggerisce al paziente quanto di meglio possa offrirgli secondo le proprie capacità e le proprie inclinazioni metodologiche. La laparoscopia offre il vantaggio indubbio di una magnificazione delle immagini del campo operatorio, una miniinvasività ed un recupero postchirurgico un po' più pprecoce rispetto alla metodica a cielo aperto, che invece dalla sua ha il fatto che oramai viene praticata routinariamente in tutti i reparti di urologia del nostro territorio nazionale ed è una metodica perfettamente standardizzata con risultati in termini di efficacia esicurezza molto alti. Recenti studi retrospettivi pubblicati anche sulle più importanti riviste scientifiche urologiche internazionali evidenziano che non ci sarebbero significative differenze tra le due metodiche. Tuttavia centri urologici ad alto impatto con la chirurgia laparoscopica riferiscono che esiste una significativa differenza proprio per quanto concerne i "margini chirurgici". Sulla base di tutto questo quadro valuterei bene il da farsi e magari farei decidere proprio a suo padre.

Cordiali saluti,
dott. Daniele Masala.
Dirigente Medico Urologo UOC Urologia Pozzuoli
Perfezionato in Andrologia
Consulente Uro-Oncologo

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dopo
Utente
Utente
Gentili Dottori,
vi ringrazio per le vostre risposte. Tuttavia ancora non ho capito se con l’intervento tradizionale il chirurgo riesce ad avere un quadro più chiaro dell’estensione del tumore, rispetto all’operazione in laparoscopia. Naturalmente, alla fine sarà mio padre a decidere ma da figlio mi sento di aiutarlo in questa scelta.
Cordialmente,
Cristian

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